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Atreju, Valditara sale in cattedra: “Mi danno del fascista per aver valorizzato poesie, storia e condotta…”

Scuola e merito

Atreju, Valditara sale in cattedra: “Mi danno del fascista per aver valorizzato poesie, storia e condotta…”

Atreju - di Monica Pucci - 13 Dicembre 2025 alle 12:01

Strappa applausi, dal palco di Atreju, il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, con il sottosegterario Paola Frassinetti al suo fianco. Tiene banco la scuola, ma anche la cultura in generale, l’educazione in particolare, l’identità in focus rispetto alle teorie globaliste della sinistra. “Vogliamo voltare pagina rispetto a 50 anni in cui l’identità è stata considerata una parolaccia e in cui la storia dell’Occidente è sempre stata qualcosa di cui vergognarci. Non dobbiamo affatto vergognarci della nostra civiltà, non dobbiamo affatto vergognarci dei grandi valori universali che l’Occidente ha dato al mondo, perché i grandi valori di libertà e di democrazia sono nati in Europa, sono nati in Italia, sono nati nel Mediterraneo, sono nati con una consapevolezza di una identità forte e un popolo senza identità é un popolo destinato a non avere futuro, un popolo senza radici è un popolo senza futuro”, ha detto Valditara.

Atreju, la lezione di Valditara su scuola, valori e condotta

“Quando mi accorgo che a novembre, in quinta elementare, stanno ancora ai micenei, vuol dire che di Atene, di Roma, di Gerusalemme non gliene importava nulla. Non significa negare, disconoscere e non conoscere le altre civiltà, ma significa innanzitutto conoscere la nostra. E poi ancora il latino che ritorna alle medie – spiega – non voglio scomodare Antonio Gramsci, che diceva che in latino insegna a studiare ma il latino è importante perché ti dà la cultura della logica, è una lingua logica e perché ti apre un patrimonio di valori straordinari. Perché è importante qualche passo della Bibbia alle elementari? Perché come si fa a conoscere la nostra storia, la nostra cultura, le nostre letterature, musica, arte senza avere qualche rudimento di quello che è scritto nella Bibbia? L’Eneide, ma prima ancora l’Iliade, l’Odissea”.

“Mi hanno definito fascista – continua il Ministro – perché avrei disposto il ritorno alle poesie a memoria: la memoria non viene più utilizzata, la viviamo la memoria. Le poesie regalano a chi le coltiva uno straordinario patrimonio di bellezza; e poi ancora lo studio della grammatica e della sintassi rafforzato, la calligrafia, la geografia. Va benissimo parlare di ambiente, per carità, ma innanzitutto torniamo a riscoprire la geografia fisica e la geografia politica e poi la musica, la storia della musica classica, la musica, questo grande patrimonio del nostro popolo, tutto questo senza dimenticare la rivoluzione in matematica. E’ una vera evoluzione culturale, come aver ripristinato nelle scuole il principio di responsabilità individuale, come aver ripristinato il principio di autorità che non c’entra nulla con l’autoritarismo. Autorità non è fascismo, autorità è rispetto delle istituzioni. Una scuola che insegna che accanto ai diritti ci sono anche i doveri è una scuola che noi dobbiamo coltivare, se vogliamo veramente valorizzare i talenti di ogni giovane”.

Il tema della sessualità in aula

“Nei nuovi programmi scolastici o indicazioni nazionali noi abbiamo messo l’educazione sessuale in senso biologico, non vogliamo che un bambino di 8 anni venga subissato di teorie gender che ti insegnano che oltre al maschio e a una femmina ci sarebbe anche un soggetto neutro, che non è né maschio né femmina. Ma come può un bambino seriamente affrontare tematiche di questo tipo? E se proprio vuoi affrontare queste tematiche dalle medie in su, devi innanzitutto chiarire chi sono i relatori, che devono essere uomini di scienza, devono essere psicologi, persone di cui la scuola si fa garante circa la loro professionalità, non un’associazione la qualunque che viene lì per indottrinare a spese del contribuente, perché mica vanno nelle scuole gratuitamente”, arringa il ministro, che spiega: “E poi ci deve essere il consenso dei genitori – insiste – che eventualmente potranno dire ma io preferisco che mio figlio minorenne frequenti un corso di storia, di matematica, piuttosto che una lezione sul gender. Questa è libertà. E poi, il merito: la scuola del merito è quella che valorizza i talenti di ogni giovane, ma è quella che mette ogni giovane nelle condizioni per poter valorizzare i suoi talenti e la cultura del merito richiede l’impegno. Ecco perché anche ho voluto cambiare il nome esame di Stato in esame di maturità, perché la maturità è anche questa, essere responsabile, essere autonomi e non rifiutare l’orale cercando di aggirare la valutazione. Semmai è mai compito della scuola è quella di aiutarti a rialzarti se cadi ma non di far finta che non cadrai mai”.

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di Monica Pucci - 13 Dicembre 2025