Dal 6 al 14 dicembre
Atreju torna “più forte” di prima, come l’Italia. Tanti ospiti, mille idee e il “bullometro” degli insulti di sinistra
Torna in pompa magna Atreju per la nuova edizione del 2025, con il titolo “Sei diventata forte”, più forte, come l’Italia governata dal centrodestra, simboleggiata da una metafora politica che indica la centralità dell’evento politico previsto nella fortezza di Castel Sant’Angelo abbinata alla rinnovata stabilità politica ed economica del Paese. Un evento da record, mai come quest’anno, per ospiti, iniziative collaterali, panel politici e ovviamente idee, provocazioni e colpi di scena, come da Dna della kermesse di destra.
Durante la conferenza stampa, il deputato di FdI Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione, ha spiegato come questa edizione sia “la più lunga di sempre” dal 6 al 12 dicembre. Poi ha presentato i nomi di alcuni ospiti, tra cui il presidente palestinese Abu Mazen, l’ostaggio israeliano Rom Braslavski, catturato da Hamas il 7 ottobre e poi liberato dopo gli accordi di pace firmati grazie all’intervento di Donald Trump.
Tra gli invitati figurano il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, già dal primo giorno, il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, il leader di Italia viva Matteo Renzi e diversi parlamentari dell’opposizione. Per l’occasione sono stati invitati più di 70 giornalisti. Unici assenti Elly Schlein e una rappresentanza della Cgil che, come ha spiegato Donzelli alla presentazione, non ci sarà perché negli anni scorsi “l’invito non era stato gradito” e quindi “quest’anno non abbiamo voluto insistere per non metterli in difficoltà”.
“Non abbiamo capito perché la proposta della sfida non andava più bene. Però, ecco, sempre porte aperte. Non facciamo alcuna polemica e se anche Schlein dovesse accettare il confronto come tutti gli altri con una formula come tutti hanno sempre fatto i leader di qualsiasi partito ad Atreju siamo disponibili anche a integrare e modificare il programma”, ha detto Donzelli.
Atreju 2025, dibattiti anche con chi la pensa diversamente: all’insegna della cultura e della politica
Il tema della giustizia, in vista del prossimo referendum, sarà dominante in questa edizione. Non a caso le due sale adibite al confronto porteranno il nome del giornalista italiano Enzo Tortora e del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia agrigentina il 21 settembre 1990. Sarà presente anche il villaggio di Natale, vista la vicinanza con le festività invernali, e anche il mercatino solidale, oltre alla pista di pattinaggio e le casette in cui si potranno acquistare i presepi artigianali.
A rendere l’idea della quantità dei temi politici è stato il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami che, nel ringraziare i deputati Francesco Filini e Giovanni Donzelli per l’organizzazione, ha spiegato come le giornate di Atreju dimostrino “la centralità del dibattito politico italiano”, a partire dagli argomenti interni fino agli esteri. Il presidente dei Senatori Lucio Malan ha ricordato che “il titolo dell’evento richiama il lavoro svolto in questi anni, che ha reso l’Italia più forte. Saranno nove giorni molto intesi, ma saremo presenti e incontreremo tantissime persone che arriveranno da tutta l’Italia”.
Il titolo e la chiave di lettura di una manifestazione aperta a tutti
Ad Atreju non mancheranno i dibattiti tra chi ha visioni differenti, proprio perché l’impulso è quello di creare una finestra di confronto. Ma come ha evidenziato il deputato di Fratelli d’Italia e presidente di Gioventù nazionale Fabio Roscani, “non è solo una kermesse politica ma anche uno splendido villaggio natalizio. Adulti e bambini potranno godere di un posto meraviglioso. Oltre mille tra ragazze e ragazzi si sono accreditati per questa manifestazione”.
Dunque, ancora una volta, i giovani si dimostrano parte integrante di una festa che è “di parte, ma non di partito”. Ad offrire delucidazioni sull’installazione delle mostre è stato Andrea Moi, che ha svelato i titoli di due installazioni attive dal primo giorno. La prima “ironica ma molto seria” è il “Bullometro”, in cui vengono classificati tutti gli insulti provenienti dalla sinistra. La seconda, invece, si intitola “Egemonie che ci piacciono”, in cui verrano mostrati i profili di alcune personalità storiche importanti come Edith Stein, Nicola Calipari, Simone Weil e Amedeo Guillet.
Atreju si chiuderà domenica 14 dicembre con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. L’intervento della premier e leader di Fdi verrà anticipato da quello degli altri leader della maggioranza di centrodestra, Matteo Salvini, segretario della Lega e vicepremier, il collega e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, e i due numeri uno di Noi moderati e Udc, Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa.
Tra gli ospiti più ‘pop’, ma che, a dirla come il responsabile organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, non aderiscono a Fratelli d’Italia e in alcuni casi manco ci si riconoscono, ci sono sicuramente Mara Venier, Carlo Conti, Ezio Greggio e Raoul Bova. Tra i nomi illustri, poi, ci sono anche le attrici Nicoletta Romanoff e Chiara Francini.
Del mondo dello sport, oltre ai due ct delle nazionali di pallavolo campioni del mondo, Julio Velasco (della femminile) e Ferdinando De Giorgi (della maschile), riscalderanno i dibattiti anche Gianluigi Buffon e Carlotta Gigli. Da casa del portiere della nazionale del 2006, presente ad Atreju anche la compagna, Ilaria D’Amico. Non ‘pop’, ma sicuramente popolari, il cardinale Matteo Maria Zuppi, Antonio Di Pietro e Silvia Albano, presidente di Magistratura democratica.
Ecco il programma completo di Atreju