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Alessandra Moretti e il Pd tremano: primo sì di Bruxelles alla revoca dell’immunità. FdI: fare luce anche sul caso Mogherini

Per il Qatargate

Alessandra Moretti e il Pd tremano: primo sì di Bruxelles alla revoca dell’immunità. FdI: fare luce anche sul caso Mogherini

Politica - di Laura Ferrari - 3 Dicembre 2025 alle 19:34

All’indomani del fermo dell’ex ministra Federica Mogherini e dell’ex consigliere di Prodi Stefano Sannino, a Bruxelles torna d’attualità anche il Qatargate. La Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (Juri) si è infatti espressa sulla revoca dell’immunità delle eurodeputate del Pd, Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti. L’esito per le due europarlamentari, coinvolte nel caso del dicembre 2022, è stato opposto: respinta la richiesta di revoca della prima, è passata invece la seconda.

Su Gualmini in 7 hanno votato a favore della relazione che chiedeva la revoca, 16 contro e 1 astenuto, mentre per Moretti si sono registrati a favore della relazione 16 voti, 7 contro e 1 astensione. Ora la palla passa alla prossima plenaria del 15-18 dicembre. Poi la presidente dell’Eurocamera informerà l’autorità richiedente e l’eurodeputata dell’esito.

FdI: sì alla revoca all’immunità di Moretti, ora fare luce sul caso Mogherini

“In ore di profondo sconcerto per l’ennesimo caso giudiziario che investe le istituzioni europee, ancora una volta con il coinvolgimento di esponenti della sinistra come l’ex Alto rappresentante Federica Mogherini, la commissione Juri del Parlamento europeo si è trovata ad affrontare due richieste di revoca delle immunità collegate al Qatargate. Purtroppo, come insegna anche la vicenda Salis, la sinistra ha completamente svuotato di senso e piegato a una logica di parte l’istituto dell’immunità parlamentare. Per questa ragione, d’ora in avanti, le posizioni di Fratelli d’Italia sulle richieste di revoca risponderanno esclusivamente a valutazioni politiche”. Lo scrive in una nota la delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo.

“Con questo spirito, a prescindere dal merito su cui pure riteniamo ci siano molti aspetti da chiarire, ci siamo espressi a favore della revoca sui casi che riguardano le colleghe Gualmini e Moretti. E allo stesso criterio ci atterremo fino a quando la sinistra europea – Pd e M5S compresi – non cesserà di usare lo strumento dell’immunità come una clava contro l’avversario politico. Nel frattempo ci auguriamo venga fatta rapidamente piena luce sul caso Mogherini e sulla gestione del Collegio d’Europa, al fine di verificare se siano stati compiuti i gravi reati denunciati dall’indagine in corso”, si legge ancora.

Alessandra Moretti: sono amareggiata

“Sono amareggiata perché gli elementi su cui era basata la richiesta della procura erano stati da me già smentiti su base documentale dinanzi alla commissione Juri. Temo pertanto che il voto non abbia guardato tanto agli effettivi contenuti della richiesta, ma sia stato condizionato da strategie e convenienze politico-elettorali, come è stato del resto già ammesso da alcuni colleghi”. l’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti, dopo il voto sulla revoca della sua immunità nel quadro del cosiddetto Qatargate. “Sono serena e attendo con fiducia il voto della plenaria”, evidenzia, ribadendo di essere “a disposizione della magistratura per rispondere a tutte le domande utili alle indagini”.

“Non sono preoccupata dell’impatto che questo voto avrà su di me, ma piuttosto della ricaduta che avrà sulla dignità e sull’indipendenza del Parlamento come istituzione che rappresenta milioni di cittadini”, ha spiegato l’eurodeputata dem, ricordando che “l’immunità non rappresenta un privilegio personale, ma corrisponde alla necessità di proteggere il parlamentare nel libero esercizio delle sue essenziali funzioni”.

Le accuse di frode e corruzione a Mogherini, Sannino e Zegretti

Dopo l’interrogatorio della polizia giudiziaria federale belga, sono stati rilasciati nella notte Federica Mogherini, Stefano Sannino e Cesare Zegretti. La rettrice del Collegio d’Europa ed ex Alta rappresentante per la politica estera (2014-2019) il direttore della Dg Mena della Commissione europea, direttore generale del Seae all’epoca dei fatti, e il manager, coinvolti nell’inchiesta per presunta frode della Procura europea, non sono stati considerati a rischio di fuga.

Le accuse riguardano frode e corruzione in appalti, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale e i presunti reati risalgono al periodo 2021-2022. Il sospetto è che i partecipanti abbiano ricevuto in anticipo informazioni utili per partecipare al programma che ha creato l’Accademia diplomatica Ue, come i criteri di selezione e i requisiti richiesti, prima della pubblicazione del bando.

 

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di Laura Ferrari - 3 Dicembre 2025