Il ricordo
Addio a Giovanni Masotti, volto storico della Rai: una carriera da cronista tra Roma, Londra e Mosca
Giornalista parlamentare, inviato e vicedirettore del Tg2, Masotti si è spento a 74 anni. Il ricordo della figlia Giuliana e il cordoglio del ministro Antonio Tajani
Si è spento a 74 anni Giovanni Masotti, uno dei volti più riconoscibili e al tempo stesso più sobri del giornalismo televisivo italiano. Una carriera lunga, stratificata, mai lineare, attraversata tra le redazioni, gli studi televisivi e le capitali straniere, sempre con lo stesso tratto distintivo: il rigore del cronista e la misura dell’uomo.
Un giornalista, un uomo, un padre
Giornalista parlamentare, corrispondente dall’estero, anchorman del telegiornale, conduttore di talk show, Masotti ha legato il proprio nome soprattutto alla Rai, dove è stato anche vicedirettore di Rai2. Un percorso che negli anni è stato spesso letto attraverso la lente di una presunta “quota” di centrodestra, ma che in realtà racconta la storia di un professionista cresciuto sul campo.
Il ricordo
“Mi hai lasciato troppo presto… sarai il mio angelo per sempre. Ti voglio bene”, scrive la figlia Giuliana sui social. Tra i messaggi di cordoglio anche quello del ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Sono profondamente addolorato per la scomparsa improvvisa. Se ne va un bravissimo giornalista, ma soprattutto un grande amico ed una persona perbene”. Un legame nato negli anni della formazione: “Ricorderò le giornate passate insieme da studenti e da giornalisti. Ciao Giovanni, riposa in pace”.
Gli inizi e la carta stampata
Masotti aveva iniziato presto. A 23 anni muoveva i primi passi come cronista a Momento-sera. Quattro anni dopo approdava a Radio Monte Carlo, dove debutta come conduttore del giornale radio. Alla Nazione di Firenze scrive di politica, locale e nazionale, diventando capocronista tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. È in quel periodo che affina lo sguardo sul potere e il rispetto per le fonti, senza mai perdere il gusto della notizia.
La Rai e la televisione
L’ingresso in Rai avviene nel 1988, al Tgr della Toscana. Due anni dopo il passaggio al Tg2 segna l’inizio della notorietà nazionale: conduce il telegiornale, segue il Parlamento, guida la redazione politica. Dal 1994 al 1997 è il volto dell’edizione delle 23.30, poi la nomina a caporedattore e, nel 2002, a vicedirettore del Tg2.
Nel 2003 viene chiamato a Bruxelles come capo della sede Rai, lavorando soprattutto per il Tg1. Tre anni più tardi torna a Rai2 come vicedirettore con delega all’informazione. È il periodo dei tentativi di costruire un talk show di area centrodestra capace di reggere il confronto con Michele Santoro e Ballarò.
L’estero e gli ultimi anni
Chiusa quella parentesi, Masotti torna a fare ciò che gli riusciva meglio: raccontare il mondo. È corrispondente Rai per quattro anni a Londra e per tre a Mosca, osservatore attento di due capitali cruciali in stagioni complesse. Dopo un’ultima esperienza da inviato lascia la Rai e collabora con Videonews, per Mediaset, nel programma Terra! di Toni Capuozzo.
Negli ultimi anni si era stabilito a Viterbo, dove nel 2019 aveva dato vita alla testata Lamiacittànews, segno di una passione mai spenta per il mestiere e per il racconto dei territori. Giovanni Masotti è morto a Roma, dove era ricoverato in una clinica per una broncopolmonite le cui complicazioni si sono rivelate fatali.
L’associazione Giornalisti 2.0, che aveva seguito con attenzione la sua attività, ha espresso “profondo cordoglio” per la scomparsa di “un protagonista di primo piano dell’informazione televisiva e della carta stampata, ma soprattutto un amico e un punto di riferimento umano e professionale per tanti colleghi”.