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Vittime del Covid, l’avvocato delle famiglie: “Bene la commissione sulla pandemia, chi governava chieda scusa”

L'intervista

Vittime del Covid, l’avvocato delle famiglie: “Bene la commissione sulla pandemia, chi governava chieda scusa”

Politica - di Giovanni Teller - 21 Novembre 2025 alle 13:23

“Credo che questa commissione per la prima volta possa portare a un risultato concreto, ad apprendere lezioni dagli errori abbastanza evidenti commessi”. Così l’avvocato Consuelo Locati, legale dell’Associazione familiari delle vittime del Covid, commenta l’andamento dei lavori della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione del Covid.

Può, quindi, dirsi soddisfatta?

“Devo dire che ho sempre avuto molta fiducia in questa Commissione. Si sta analizzando quello che non ha funzionato. A prescindere che le responsabilità fossero centrali o regionali, quello che sta emergendo è che non siamo stati i più bravi. Anzi, forse siamo stati i peggiori, perché abbiamo sottovalutato la situazione e non abbiamo fatto quello che avremmo dovuto fare almeno a partire dal 5 gennaio 2020, cioè dal primo allarme dell’Oms. Questa inerzia ha contribuito a mettere a rischio la vita di migliaia di persone”.

Quali sono le mancanze principali di chi ha gestito la pandemia?

“La mancata istituzione della zona rossa nella Bergamasca, che ha provocato una strage in quel territorio. L’altra grave mancanza è stata la totale impreparazione del nostro Paese a rispondere a un’emergenza, in questo caso sanitaria. Impreparazione che deriva dall’omissione di atti che si sono perpetrati nel corso degli anni, almeno a partire dal 2013, l’anno in cui l’Unione europea e l’Oms ci avevano chiesto di mettere mano a tutti i nostri piani pandemici per adeguarli e per essere pronti. Per essere pronti alla cosiddetta malattia X, la malattia di origine sconosciuta che avrebbe potuto comportare un’emergenza. Si tratta di errori che stanno emergendo anche nel corso delle audizioni in commissione parlamentare”.

Cosa la colpisce di queste audizioni?

“Mi colpisce in negativo che di fronte a quello che sta emergendo, anche attraverso le dichiarazioni degli auditi convocati sia da una parte politica che dall’altra, non ci sia stata la decenza da parte di chi nel 2020 governava il nostro Paese di mettersi davanti ai cittadini, ammettere le proprie responsabilità, anche fossero solo i propri errori, e chiedere scusa. Chiedere scusa ai familiari e chiedere scusa alle vittime del Covid di questa mala gestione. Ricordo i corpi accatastati a cui è stata negata anche la dignità della sepoltura. Corpi a cui da cinque anni viene negata pure la dignità della verità.

Se non fosse per alcune persone come noi e per alcuni membri della Commissione d’inchiesta tra cui il suo presidente (il senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei, ndr), la verità non sarebbe mai emersa. Ma va sempre ricordato che la Procura di Bergamo aveva già dato una verità storica e documentale che fa luce su una catena di omissioni che aveva portato a 21 indagati”.

Alla fine, qual è stato l’esito di queste indagini?

“I 21 indagati, tra cui vi sono ex ministri, un ex presidente del Consiglio e dei membri del Cts, sono stati salvati da un’archiviazione sorretta da quella che era all’epoca l’interpretazione del reato di epidemia colposa omissiva che si riteneva maggioritaria, cioè che non era configurabile il reato di epidemia conseguente alle omissioni. Tutte queste posizioni sono state archiviate per questo. In realtà poi il 10 aprile di quest’anno, le sezioni unite della Cassazione hanno sancito che anche l’omissione può contribuire a configurare il reato di epidemia. Noi, a fronte di questa pronuncia, abbiamo depositato numerose istanze di riapertura dei processi.

C’è da dire che contro la decisione del Tribunale dei ministri, alcune decine di familiari delle vittime del Covid hanno proposto un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per violazione della partecipazione al processo da parte delle persone offese. Ricordo infatti che i familiari delle vittime, che erano stati riconosciuti come persone offese dalla Procura di Bergamo, non hanno potuto partecipare al procedimento davanti al Tribunale dei Ministri. Quindi abbiamo depositato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo che ha valutato per due volte il nostro ricorso ammissibile e adesso siamo arrivati a una fase a cui arriva solo il 5% dei ricorsi. Stiamo attendendo la decisione definitiva della Corte europea”.

Ci sono anche cause civili in corso?

“Ce ne sono due, una del 2020 e una del 2024. Quest’ultima è andata in decisione, mentre per quella del 2020 stiamo attendendo di capire quali siano le determinazioni del giudice. Poi è aperto ancora il processo, questa volta penale, a carico di 4 ex dirigenti della Direzione generale di prevenzione presso il ministero della Salute per il mancato adeguamento del Piano pandemico nazionale e più in generale la mancata preparazione del nostro Paese ad affrontare la pandemia. L’udienza di questo processo è stata rinviata al 24 marzo del 2026. In sintesi, devo dire che la procura di Bergamo e la Commissione d’inchiesta stanno contribuendo in maniera molto determinante a far emergere anche una verità documentale delle responsabilità”.

Cosa pensa dell’atteggiamento a volte ostruzionistico delle opposizioni che hanno contestato persino l’audizione del dottor Chiappani, ex procuratore di Bergamo?

“Il dott. Chiappani non ha portato in audizione il processo, ma appunto le ragioni documentali. Chi non vuole capirlo è perché alla fine ha altre ragioni. L’ex pm ha elencato dati oggettivi di carenze, omissioni e mancanze da parte di coloro che erano coinvolti nella gestione della pandemia per far capire cosa non aveva funzionato e trarre delle lezioni per una prossima eventuale pandemia. Vorrei però ricordare anche un’altra cosa…”

Prego.

“Nel 2021 la parte politica che era al governo aveva la possibilità di fare una commissione d’inchiesta, ma non se ne fece nulla. Credo che tutto questo debba essere valutato per qualificare i vari atteggiamenti durante le sedute della commissione d’inchiesta. L’Inghilterra non è stata brava nella gestione della pandemia, ma c’è una grande differenza che io ho fatto emergere nel corso della mia audizione a ottobre del 2024 in commissione parlamentare, e cioè che l’allora premier inglese Johnson ha chiesto scusa per aver sbagliato. Noi in Italia abbiamo addirittura degli esempi opposti. Credo sia vergognoso l’atteggiamento di chi non ammette responsabilità e non chiede scusa ai cittadini”.

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