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Vannacci e il fascismo, duello nella Lega. Il generale: “Falsità da sinistra, scriverò la storia al contrario”. Zaia: “No al revisionismo”

Il post contestato

Vannacci e il fascismo, duello nella Lega. Il generale: “Falsità da sinistra, scriverò la storia al contrario”. Zaia: “No al revisionismo”

Politica - di Leo Malaspina - 10 Novembre 2025 alle 13:23

Infuria lo scontro a distanza sul fascismo, nella Lega, tra il generale Roberto Vannacci, che in un post aveva sottolineato alcune verità storiche negate dalla sinistra, e il presidente uscente del Veneto Luca Zaia, che lo invita a non fare del revisionismo. Ma cosa aveva detto Vannacci di così scabroso? “Se continuano queste polemiche il mio prossimo libro sarà intitolato ‘La storia al contrario'”, dic il vicesegretario della Lega che poi precisa: “La mia non è altro che una cronologia di fatti storicamente avvenuti e non una esaltazione o critica di un periodo storico”.

Vannacci rilegge il fascismo, Zaia non lo appoggia

 Per Vannacci è giunto il momento di dare “ripetizioni per chi la storia l’ha studiata nei manuali del partito democratico”, come si legge nel titolo del lungo post pubblicato su Fb dall’eurodeputato della Lega. Una riflessione che non passa inosservata – visto il boom di commenti che si moltiplicano – sotto le copertine di tre dei volumi che lo storico Renzo De Felice scrisse sul Fascismo (‘Mussolini il rivoluzionario’ e poi i due ‘Mussolini il fascista’ sono quelli selezionati da Vannacci). Innanzi tutto – viene ricordato dal generale nella sua lectio – “il 15 maggio 1921, Benito Mussolini viene eletto in Parlamento con i Fasci italiani di combattimento. Fu il terzo deputato più votato d’Italia”. Ecco il valore dei voti e dei numeri, per riportare tutto alla realtà. Inoltre la marcia su Roma dell’ottobre del ’22 “non fu un colpo di stato ma ‘poco più di una manifestazione di piazza’”, scrive Vannacci citando un altro storico, Francesco Perfetti. Mussolini poté arrivare a Roma “comodamente in treno” e fu il Re a dargli il potere. Vannacci rammenta che l’esecutivo Mussolini era all’inizio una coalizione di più forze e ottenne “la fiducia della Camera dei Deputati con 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti”. “Il fascismo – allunga lo sguardo l’ex capo della Folgore – almeno fino alla metà degli anni Trenta, esercitò il potere attraverso gli strumenti previsti dallo Statuto Albertino, cioè all’interno dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia”. Non solo: “Tutte le principali leggi – dalla riforma elettorale del 1923 alle norme sul partito unico, fino alle stesse leggi del 1938 – furono approvate dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge”, conclude l’ex capo dei parà, citando anche l’anno delle leggi razziali. Quanto basta per scatenare il dibattito sulla sua pagina, ma anche all’interni della Lega.

”Vannacci per me è uno dei tanti che ha la tessera, ha uno statuto in mano e sa che funziona così, le regole sono chiare per tutti come lo sono per me lo sono anche per lui”, dice a ’24 Mattino’ su ‘Radio 24’, Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. ”Tutti noi militanti rispettiamo le regole del partito e facciamo i militanti. L’identità è fondamentale, dobbiamo preservare l’identità della Lega: pensare al popolo, essere liberarli, progressisti, autonomisti. Ho vissuto momenti migliori in Lega e anche peggiori, ma ne ho visto così in tutti i partiti della scena politica di questo paese”. A proposito poi del post sui social in cui Vannacci riscrive la storia della marcia su Roma e delle leggi razziali, Zaia dice: ”Non ho visto il post, non rispondo ad una cosa non vista, ma penso che quello delle leggi razziali sia stato uno dei peggiori periodi della storia, 6 milioni di persone, ebrei, zingari, gay, disabili, sono stati mandati al massacro nei campi di concentramento. Noi abbiamo questa piaga delle leggi razziali che non riusciremo mai a cancellare”.

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di Leo Malaspina - 10 Novembre 2025