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Usa e Ucraina limano il piano americano: ora è di 19 punti. Kiev: «Nessun nostro rilievo è rimasto senza risposta»
Cambia il piano americano per l’Ucraina. Secondo indiscrezioni di stampa Usa, dopo i colloqui di Ginevra il piano sarebbe passato da 28 a 19 punti, con un indirizzo assai più favorevole a Kiev rispetto alla bozza iniziale. È stato poi il Guardian, citando fonti informate sul dossier, a riferire che sarebbero state espunti i passaggi maggiormente sbilanciati sulle richieste russe. Un accordo ancora non è stato raggiunto, ma secondo quanto spiegato dal presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa, dopo il vertice Ue straordinario a margine del summit Ue-Africa a Luanda, in Angola, la direzione è «positiva».
Usa e Ucraina emendano il piano americano: i punti diventano 19
Si lavora sulla bozza americana, non sulla bozza di controproposta europea circolata nel fine settimana. Si tratta di una linea di metodo che è stata caldeggiata anche dalla premier Giorgia Meloni, che nelle scorse ore ha sentito Donald Trump, potendo riferire agli altri leader europei dell’apertura del presidente Usa «a un confronto con i partner sulla proposta del piano di pace in 28 punti presentato dall’amministrazione americana», ribadendo l’impegno dell’Italia «per costruire un percorso concreto verso una pace giusta in Ucraina».
I negoziatori di Kiev: «Nessun nostro rilievo è rimasto senza risposta»
Oleksandr Bevs, un consigliere di Andriy Yermak, che guida la delegazione ucraina, ha scritto su Facebook che il piano in 28 punti «nella formulazione che tutti hanno visto, non esiste più, alcuni punti sono stati rimossi, alcuni cambiati». «Nessun rilievo da parte dell’Ucraina è rimasto senza risposta», ha aggiunto.
Zelensky ribadisce l’importanza del coinvolgimento dei partner europei
Secondo quanto trapelato, Volodymyr Zelensky potrebbe incontrare Donald Trump alla Casa Bianca in settimana. Il presidente ucraino, inoltre, ha anche avuto un colloquio telefonico con JD Vance esortando il vice presidente a coinvolgere i Paesi europei nel processo. Una richiesta su cui, secondo quanto riferito ancora dal Guardian, il vice presidente avrebbe concordato. «È importante che, insieme a noi, anche altri europei siano coinvolti nei contatti con il team americano. Il futuro dell’Ucraina è nell’Unione Europea e in questo momento si stanno decidendo le questioni della sicurezza condivisa del nostro popolo. Grazie per il sostegno all’Ucraina e alle nostre posizioni», ha scritto su X Zelensky, che in giornata ha sentito anche il premier spagnolo Pedro Sanchez.
I media Usa: tra i punti cancellati dal piano anche quello sugli asset russi
Secondo Bloomberg, tra i punti cancellati del piano vi sarebbe anche quello sull’uso dei beni russi congelati nel processo di ricostruzione dell’Ucraina: la proposta iniziale di Trump, che prevedeva che gli Stati Uniti ricevessero il 50% dei profitti e che i beni congelati non utilizzati venissero destinati a un fondo di investimento russo-americano, sarebbe stata rimossa.
Ora tocca ai presidenti: la Russia chiamata a scoprire le carte
Si attendono ora le mosse della Russia, con la quale sta svolgendo una funzione di collegamento la Turchia. Dalle prime reazioni del Cremlino emerge il tentativo di creare un solco tra Usa e Ue, additando le nuove disposizioni del piano americano come frutto di una contaminazione europea, sebbene siano invece scaturite dai colloqui diretti tra le delegazioni di Washington e Kiev.
La parola ora passa ai presidenti: Zelensky, che dovrà valutare in maniera approfondita la relazione della sua delegazione su Ginevra; Trump, che dovrà poi contattare Mosca per vedere di far progredire i colloqui; Putin, dalle cui mosse si capirà se ha una reale volontà negoziale o se, com’è stato finora, vuole continuare a procedere per bluff.
«Ora Volodymyr Zelensky deve prendere delle grandi decisioni mentre è responsabilità dei russi decidere cosa fare: se questa proposta, attualmente in fase di elaborazione, dovesse essere rifiutata dai russi, allora avremmo nuovamente la prova che Mosca non è realmente interessata alla pace», ha commentato il il premier olandese Dick Schoof, per il quale «se invece la porteranno avanti, potremo davvero negoziare».
L’Europa resta attiva sul dossier
I leader europei restano attivi sul dossier, con riunioni e colloqui a vari livelli, collegiali, individuali, ad assetti variabili: domani si riuniranno i consiglieri per la sicurezza della Coalizione dei Volenterosi, mercoledì toccherà ai ministri degli Esteri dell’Ue, riuniti dall’alto rappresentante Kaja Kallas. La girandola diplomatica continua. Il dossier inoltre è entrato anche nella telefonata tra Trump e Xi, il cui i due leader hanno parlato, tra l’altro, della visita del presidente Usa a Pechino.
Trump ne parla anche con Xi
Trump ha riferito che il tema è stato fra quelli dell’«ottima telefonata» intercorsa. Xi, tramite il resoconto dei media di Stato cinesi, ha fatto sapere che di aver detto a Trump che «la Cina sostiene tutti gli sforzi profusi per la pace e auspica che tutte le parti continuino a ridurre le loro divergenze e a raggiungere un accordo di pace equo, duraturo e vincolante il prima possibile per risolvere questa crisi alla radice».