L'audizione alla Camera
Una manovra per ricchi? Giorgetti infilza i critici: “Aiuti a ceti medi, famiglie e misure forti anti-povertà”
Nel giorno in cui Bankitalia e Istat accusano il governo di una manovra sbilanciata troppo sulle fasce alte di reddito, una sorta di assist ai ricchi che penalizzerebbe la maggioranza degli italiani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti risponde con i numeri: 14 milioni di cittadini interessati dai tagli Irpef, aliquote abbassate ai ceti medi, misure per la povertà, le famiglie, più fondi alla sanità. Un profilo da “Robin Hood”, quello di Giorgetti, più che da Luigi XVI che dal balcone di Versailles lancia brioche ai poveri con al suo fianco Maria Antonietta.
La manovra per i ceti medi difesa dal ministro Giorgetti
Il ministro Giorgetti (nell’immagine in alto creata con Ia) rispondendo alle domande dei parlamentari nel corso dell’audizione sulla manovra in Parlamento, invita a considerare non solo le misure di quest’anno, ma anche quelle degli ultimi tre anni, definendo l’intervento equilibrato e ragionato sull’intero pacchetto normativo. Giorgetti ha evidenziato la complessità di prendere decisioni responsabili in un contesto in cui diversi gruppi di interesse (banchieri, industriali, assicurazioni) esprimono le proprie pressioni, mentre le istituzioni svolgono funzioni di valutazione senza assumere decisioni.
Tra le misure fiscali più rilevanti ci sono la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi tra 28 e 50 mila euro, che coinvolge oltre 13 milioni di contribuenti soprattutto lavoratori dipendenti, con benefici medi stimati in 218 euro annui. Sono destinati 3,4 miliardi di euro nel triennio 2026-28 per sostegno alle famiglie e contrasto della povertà, con una revisione del calcolo Isee che migliora le condizioni per le famiglie numerose.
“Non vanno considerate solo le misure fiscali ma anche il taglio del cuneo contributivo. Quello che ha fatto il governo, e nell’ultimo scorcio anche il governo Draghi, quindi dal 2022 ad oggi è che per i redditi più bassi la compensazione ha più che coperto il fiscal drag. Ampiamente coperto fino a 35mila euro. Quelli dei redditi superiori qualche problema l’hanno avuto ed è il motivo per cui siamo intervenuti sul cedo medio con le aliquote” visto che gli anni scorsi “abbiamo preferito dare priorità ai ceti più bassi”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rispondendo alle domande dei parlamentari nel corso dell’audizione sulla manovra in commissione Bilancio di Camera e Senato, parlando del fiscal drag. “Ho grande rispetto per i soggetti auditi prima di me: ho il vantaggio di parlare per ultimo, ma anche lo svantaggio di prendere le decisioni e non fare solo il professore rispetto a quello che fanno gli altri”, ha chiosato Giorgetti.
Riguardo alla rottamazione delle cartelle, Giorgetti ha chiarito che si tratta di una rateazione per aiutare le imprese in difficoltà senza perdere gettito fiscale, ma l’estensione dipenderà dalla copertura finanziaria disponibile. La rottamazione ”è una rateazione, non pensiamo di perdere gettito. È distribuito in modo diverso, ma la norma è rivolta a quelle imprese che altrimenti non ce la farebbero a continuare l’attività se dovessero onorare tutto il debito in modo immediato”.
Poi Giorgetti ha ribadito la sovranità del Parlamento nelle decisioni finali e ha invitato a guardare con attenzione sia le misure in corso che quelle precedenti, perché si tratta di una manovra prudente e orientata alla crescita, con l’obiettivo di rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie e migliorare la solidità dei conti pubblici.
Più fondi alla sanità
“Sulla sanità, francamente non entro nel merito della politica sanitaria ma rifiuto l’idea che non siano stati fatti degli stanziamenti adeguati negli anni scorsi e, in particolare, quest’anno. Quest’anno ci sono 7 miliardi in più che l’anno scorso. Che la domanda di sanità sia profondamente cambiata e il costo della sanità aumenti è indubbio, ma che abbiamo fatto cose eccezionali non solo per l’ordinario ma anche per rimediare a disastri del pregresso, tipo il payback, è innegabile”, ha aggiunto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Sul contributo da parte delle banche, “il Governo ha presentato quella che è la sua proposta e la sua visione di legge. Ma, come ho detto più volte, il Parlamento è sovrano, se vorrà diminuirlo lo diminuirà, se vorrà aumentarlo, l’aumenterà. Certamente ogni azione deve essere proporzionata alle finalità per cui si interviene”.
Il 14 novembre la scadenza del termine per gli emendamenti
Il presidente della Commissione Bilancio del Senato, Nicola Calandrini, ha commentato che la manovra appare chiara e delineata, sottolineando la prudenza e la visione orientata alla crescita e ricordando il termine per la presentazione degli emendamenti fissato al 14 novembre 2025. “Con l’audizione odierna del ministro Giorgetti si chiude un ciclo di lavoro intenso e approfondito: oltre ottanta audizioni che hanno fornito spunti interessanti in vista dell’esame della legge di bilancio in cornice ora ancora più chiara e delineata. Quella che ci apprestiamo ad esaminare è una manovra prudente, ma al tempo stesso orientata alla crescita, con misure strutturali e concrete per rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie e generare un circolo virtuoso capace di rendere i conti pubblici sempre più solidi e l’Italia sempre più attrattiva, da Nord a Sud”, dice il presidente della commissione Bilancio del Senato, Nicola Calandrini (FdI), che annuncia, inoltre, di aver nominato relatori al provvedimento Guido Quintino Liris (Fdi), Dario Damiani (FI), Claudio Borghi (Lega) e Mario Borghese (Nm).