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Tra Trump e Mamdani è scoppiata la pace: “Sono un fascista? Digli di sì” (video)

Nello Studio Ovale

Tra Trump e Mamdani è scoppiata la pace: “Sono un fascista? Digli di sì” (video)

Esteri - di Laura Ferrari - 22 Novembre 2025 alle 09:49

Dopo mesi di attacchi feroci e minacce di tagliare miliardi di dollari e militarizzare New York, Donald Trump riceve Zohran Mamdani nello Studio Ovale e improvvisamente scoppia la pace.

Il presidente ha assicurato che gli darà “un grande aiuto” a realizzare il suo programma per la città. Il primo faccia a faccia tra i due, la prima volta che un sindaco di New York e forse di tutte le città americane ha il privilegio di un colloquio a due con un presidente, sembra essere andato più che liscio. D’altronde il 34enne, primo sindaco eletto musulmano e millenial della Grande Mela, non è un politico qualunque. E questo The Donald lo sa. “Sarà un grande sindaco”, ha detto al tycoon il socialista di cui potrebbe essere il nonno e che ha idee diametralmente opposte alle sue.

Trump a Mamdani: “Sono un fascista? Digli di sì, è più semplice”

C’è stato anche un insolito siparietto. Quando un giornalista della Fox ha chiesto a Mamdami se consideri Trump un “fascista”, come lo ha definito nei mesi scorsi, il sindaco eletto ha cominciato a rispondere, ma è stato interrotto da Trump con un colpo al braccio e le parole: “Va bene. Puoi semplicemente dire di sì. È più facile che spiegarlo. Non mi importa”.

Mamdani da Trump: in piedi come uno scolaretto davanti al preside

Nello scambio inatteso di affettuosità tra Donald Trump e Zohran Mamdani, anche le lodi del Presidente al giovane nuovo sindaco di New York, che ha 34 anni. “La gente mi dice – ha raccontato Trump – che lui è più giovane della media dei vostri candidati”. 

“Lo aiuterò a realizzare i suoi sogni per New York”

“Lo aiuterò a realizzare i suoi sogni per New York”, ha promesso Trump, mentre al suo fianco Zohran sorrideva più che compiaciuto. Anche Mamdani ha cambiato completamente l’atteggiamento verso il presidente definendo l’incontro “molto produtivo” e sostenendo che lui e il repubblicano condividono alcuni obiettivi, come quello di abbassare il carovita nella Grande Mela e la necessità di costruire nuove case, i due cavalli di battaglia della sua campagna.

Accantonati i toni da campagna elettorale

Toni lontani anni luce dagli strali scagliati da una parte e dall’altra nei mesi scorsi. Sparito dal vocabolario del presidente americano anche l’appellativo “comunista“. Anzi, Trump ha perfino ammesso che “alcune delle idee” del socialista sono “come le sue” e che ora che lo ha incontrato “è sicuro che si troverebbe bene nella New York di Mamdani”. D’altra parte Trump ha tutto l’interesse ad avere buoni rapporti con il primo cittadino di una città nella quale ha molti affari e proprietà. E il sindaco ha tutto da guadagnare dalla pace con Washington in vista del suo insediamento il primo gennaio. Ha perfino dribblato su una domanda riguardo alla risoluzione approvata alla Camera per denunciare gli “orrori del socialismo”. Insomma i due sembravano veramente in sintonia. Quando al presidente è stato chiesto se condividesse l’opinione della repubblicana Stefanik che il primo cittadino è un “jihadista“, lui ha risposto: “Ho incontrato una persona molto razionale”.

 

 

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di Laura Ferrari - 22 Novembre 2025