Chiusa l'inchiesta
Svolta nel “verminaio” dei dossier: verso il rinvio a giudizio per Striano e Laudati. Indagati tre cronisti del “Domani”
Centrodestra: Striano non ha agito da solo. Fare luce sui mandanti occulti. La commissione Antimafia farà piena luce. Gasparri: "Ci occuperemo anche dei presunti giornalisti di inchiesta"
La procura di Roma accelera sul maxi-scandalo delle banche dati violate. Verso il rinvio a giudizio per Striano e Laudati e tre cronisti del “Domani”. Chiuse le indagini sul caso contraddistinto soprattutto da un’inchiesta sui dossieraggi ai danni, tra gli altri, del ministro della Difesa Guido Crosetto, del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara; del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, dell’ex premier Matteo Renzi, di Francesca Verdini, compagna del vicepremier Matteo Salvini; della presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo e della deputata di Forza Italia Marta Fascina. I reati contestati sono accesso abusivo a sistema informatico, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e falso. Alcune verifiche non autorizzate avrebbero riguardato anche il presidente della Figc Gabriele Gravina e l’allenatore del Milan Massimiliano Allegri. L’indagine coinvolge 23 persone, tra cui l’ex finanziere Pasquale Striano e l’ex sostituto procuratore Antonio Laudati.
Dossieraggio, chiusa l’inchiesta: verso il rinvio a giudizio Striano e Laudati
Striano, si legge nelle carte dell’indagine, sarebbe stato «l’esecutore materiale degli accessi abusivi» alle banche dati in concorso con Antonio Laudati quale sostituto procuratore nazionale Antimafia e coordinatore del Gruppo Sos, (Segnalazioni operazioni sospette). Ma dietro tali operazioni di dossieraggio fuorilegge ci sarebbero stati anche i tre giornalisti del quotidiano Il Domani: per i quali ora potrebbe arrivare il rinvio a giudizio al pari di Striano, al quale chiedevano informazioni riservate per poi confezionare scoop da prima pagina. Il pubblico ministero di Roma Giulia Guccione, che ha firmato l’atto di chiusura indagini insieme al procuratore aggiunto Giuseppe De Falco, ha infatti notificato l’atto anche a Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia.
A loro viene contestato, in concorso con il finanziere, gli accessi abusivi alla banca dati Sidda Sidna, Serpico ai danni di Guido Crosetto. ricordiamo che il ministro della Difesa si trovò protagonista delle prime pagine del Domani del 27, 28 e 29 ottobre 2022 con articoli contenenti i compensi e i redditi dell’esponente di Fdi negli anni 2017, 2018, 2019, 2020, 2021: tutti dati ottenuti tramite consultazione abusive ai cervelloni in dotazione ai ministeri.
Dapprima è stato il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, a indagare sul “verminaio” dei dossier politici su cui si è cimentata anche la commissione parlamentare Antimafia. Che ha ascoltato anche il direttore del Domani, Emiliano Fittipaldi, che ha difeso la libertà di stampa e il giornalismo d’inchiesta. Poi il filone è tornato a Roma con la chiusura delle indagini. Le reazioni politiche non si sono fatte attendere.
De Corato: “Scandalo istituzionale, in commissione Antimafia faremo piena luce”
“La vicenda Striano evidenzia un grave scandalo istituzionale”, afferma Riccardo De Corato. “Secondo le indagini, dati riservati della Direzione Nazionale Antimafia sarebbero stati consultati e diffusi illegalmente per anni; minando la fiducia dei cittadini nella giustizia. In commissione Antimafia continueremo a lavorare affinché sia fatta piena luce sui fatti, individuando colpe ed eventuali falle nei controlli”. Il capogruppo in commissione Antimafia della Camera sottolinea la “determinante guida di Chiara Colosimo in Commissione che, certamente, lavorerà con la solita trasparenza e legalità, per ristabilire la verità. Perché è evidente che Striano non abbia agito da solo. Ecco perché vogliamo capire se i capi della Procura Nazionale Antimafia siano rei di omesso controllo o se c’è stata loro complicità. Il vaso di Pandora è stato scoperchiato: non ci lasceremo sfuggire l’occasione con la quale garantire sicurezza ai cittadini”.
Gasparri: “Striano non ha agito da solo”
“Come scrive oggi qualcuno, per molti anni la banca dati della Procura Antimafia è stata un jukebox- afferma Maurizio Gasparri- . Duecentomila atti sono stati ‘rubati’ da ogni genere di sistema. Il principale accusato è l’esponente della guardia di finanza, Pasquale Striano, che ha lavorato alla Direzione Nazionale Antimafia. E che ha avuto accesso a troppe banche dati. Ma Striano non ha agito da solo. Vogliamo capire se il ruolo dei capi della Procura Nazionale Antimafia nel corso della storia sia stato solo di omessa vigilanza o se c’è stata complicità. È questa la domanda che torneremo a fare in Commissione Antimafia”. Sono le parole del senatore di Forza Italia, che aggiunge:
“Atti che svelano un sistema. Nulla sarà tralasciato”
“Anche se in ritardo, arrivano al pettine i nodi dello scandalo della Procura antimafia. E la Procura di Roma cammina verso il processo nei confronti di Striano e altri. Accuse che riguardano anche magistrati ed i giornalisti del ‘Domani’, giornale fondato e finanziato dall’imprenditore Carlo De Benedetti. Ci occuperemo anche dei presunti giornalisti di inchiesta. Ora che la Magistratura deposita gli atti, la politica riprende la parola, nulla sarà tralasciato. In questi mesi abbiamo letto decine di atti, alcuni non ancora noti ai più, che svelano un sistema. Sono sicuro che la Commissione antimafia farà una relazione senza esclusione di atti e responsabilità”.
Zanettin: “Fare luce sui mandanti occulti”
“Si deve fare la massima chiarezza sulle responsabilità penali dei soggetti coinvolti; ma anche sui mandanti occulti e sulle carenze di controlli che hanno consentito un autentico dossieraggio”. A parlare è il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, componente della Commissione Antimafia. “La commissione dovrà svolgere tutte le indagini necessarie di propria competenza, senza lasciare zone d’ombra, e vigilare perché situazioni di questa gravità non abbiano a ripetersi”.