Guai giallorossi
Sul Covid decideva la scienza? L’adagio di Conte e Speranza crolla in commissione parlamentare
“La giustificazione alle misure restrittive adottate nella prima fase del Covid, secondo cui fossero gli esperti a dare indicazioni alla politica, si sta sgretolando man mano che emerge la verità dai lavori della commissione Covid”. La deputata Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Covid, punta il dito contro la narrazione fin qui portata avanti dalle opposizioni sulla gestione della pandemia.
Buonguerrieri (FdI): “Conte e Speranza decidevano al posto degli scienziati”
Il professor Sergio Abrignani, ordinario di Immunologia e immunopatologia ed ex componente del Cts, nel corso dell’audizione che si è tenuta ieri in commissione Covid ha ammesso che il Consiglio superiore della sanità di cui faceva parte non venne mai coinvolto dall’allora governo Conte, nonostante l’allarme lanciato già il 5 gennaio 2020 dall’Oms sulla diffusione del Covid. Buonguerrieri, quindi, contesta la tesi secondo cui a decidere sia stata la scienza dato che “gli scienziati venivano estromessi dai tavoli decisionali”. Abrignani, infatti, ha detto che il Consiglio Superiore di Sanità aveva soltanto provveduto a redigere la revisione del Panflu2 presentato poi nel gennaio 2021. Ma non solo. Il professore ha poi spiegato che il piano pandemico era articolato su tre livelli: l’organizzazione, il piano vaccinale e le terapie da adottare per debellare il virus. Mentre i vaccini e le terapie cambiano a seconda del virus, l’aspetto organizzativo è sempre lo stesso e, quindi, secondo Abrignani, sarebbe stato importante attuarlo.
Ma non è tutto. Dall’audizione del prof. Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive del San Martino di Genova ed ex membro del Cts regionale della Liguria, è emerso che nella primissima task-force nazionale erano stati totalmente esclusi i medici clinici e soprattutto quelli del Nord-Italia, ossia della parte del Paese maggiormente colpita in quel momento. Bassetti ha parlato espressamente di ‘scollamento’ tra il Cts e i medici clinici. “Conte e Speranza la smettano, dunque, di attribuire alla scienza le loro discutibili scelte che hanno chiuso in casa gli italiani”, sentenzia Buonguerrieri. Bassetti si è inoltre soffermato sul ruolo dell’Oms, che dalla stessa comunità scientifica veniva visto “come un organo più politico” che “non sempre ci ha azzeccato”, visto e considerato che l’unico studio che produsse all’epoca sconsigliava il rendevesir, “farmaco che usiamo ancora oggi per curare i pazienti affetti da Covid”.
Zedda (FdI): “Sul piano pandemico c’è un silenzio assordante”
Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fratelli d’Italia e componente della commissione Covid, ha invece posto l’accento su un messaggio whatsapp che il capo di Gabinetto dell’allora ministro della Salute Roberto Speranza, il dottor Goffredo Zaccardi, inviò nel dicembre 2020 alla sua vice, la dottoressa Tiziana Coccoluto, ultima audita di ieri. “’Temo che siamo tutti nei casini da quella data ed alla grande”, è il contenuto del messaggio. “Avevamo superato la prima fase della pandemia ed eravamo dentro alla seconda. Morti, chiusure, mancanza di dpi e di una linea organizzativa avevano portato l’Italia ad essere la prima nazione occidentale a piegarsi alla pandemia da Covid. E a diversi mesi dai primi casi i collaboratori più vicini all’allora ministro della Salute realizzavano di aver omesso, non attuato il Piano pandemico nazionale influenzale”, ha osservato Zedda. Un piano scritto nel 2006 che “dal 2013, ovvero – ha aggiunto Zedda – la data a cui Zaccardi fa riferimento nel messaggio, una normativa europea ne richiedeva l’aggiornamento periodico e già nel 2010, vissuto il virus H1N1, una messa a punto sarebbe stata necessaria”. La senatrice di Fratelli d’Italia ha, dunque, chiesto alla dottoressa Coccoluto se nella fase interpandemica tra il 5 gennaio 2020 al 4 febbraio 2020 qualcuno al Ministero avesse pensato di usare il Piano pandemico, “ma la risposta è stata negativa”, ha detto Zedda. Che, poi, ha aggiunto: “Le ho chiesto quindi se ritiene ci sia stata negligenza e da parte di chi. Il suo silenzio è stato assordante. Come assordante è il silenzio che i protagonisti dell’allora governo Conte II provano a opporre ai lavori della commissione Covid”.
Atteggiamento ostruzionistico dell’opposizione
Al termine delle domande poste dai gruppi, anche il presidente Marco Lisei ha ritenuto opportuno rivolgersi alla dottoressa Coccoluto, ma proprio come successo in una scorsa audizione, il suo intervento è stato ostacolato dal tentativo ostruzionistico delle opposizioni. “Il presidente fa domande. Avete fatto domande per un’ora, maggioranza e opposizione. Possibile che ogni volta dovete fare questa scenetta?”, ha detto Lisei, che parlava da appena 17 minuti. Se nella seduta precedente, infatti, era stato il senatore del Pd Francesco Boccia a lamentarsi, stavolta a protestare è stata la senatrice dem Ylenia Zambito. “Chiedo che sia riunito più rapidamente possibile l’ufficio di presidenza per decidere come contingentare i tempi perché non è possibile che lei si prenda tutto il tempo che vuole con una postura che è inquisitoria che era da esponente politico e non dal presidente garante di tutti”, ha detto Zambito. Lisei contestato anche dal deputato pentastellato Alfonso Colucci. La seduta si è, quindi, conclusa con la decisione di affrontare questo tema in ufficio di presidenza, ma Lisei ha anticipato che è sua intenzione quella di avere un tempo congruo, pari a quello dei gruppi per porre le sue domande.