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Silvia Salis veste arcobaleno e sfodera l’ultima: 156mila euro per il consulente Lgbt

"Genova inclusiva"

Silvia Salis veste arcobaleno e sfodera l’ultima: 156mila euro per il consulente Lgbt

Politica - di Alessandra Danieli - 18 Novembre 2025 alle 16:25

Bella (ma non ditelo, è sessismo), bionda e accogliente. Talmente accogliente da stanziare 156mila euro per un consulente addetto esclusivamente alle politiche Lgbt della città. Lei è la sindaca di Genova Silvia Salis, nuova icona del centrosinistra in cerca di cavalli vincenti per sostituire magari in futuro la zoppicante Elly Schlein. L’obiettivo, sbandierato anche in campagna elettorale, è perfettamente in linea con il sogno arcobaleno. Per una città inclusiva che non discrimini le minoranze Salis lavora a una struttura permanente dedicata alla tutela della comunità Lgbtqia+. Non proprio una priorità per i genovesi, ma l’ideologia non ha prezzo.

La sindaca Salis stanzia 156mila euro per il consulente Lgbt

“Il Comune di Genova intende promuovere e favorire l’affermazione di una cultura del rispetto e della valorizzazione delle differenze di genere, rafforzando la tutela dei diritti delle persone Lgbtqia+ e la parità di trattamento in un’ottica di vera inclusione – si legge sul portale -. Tra le Linee programmatiche del Comune di Genova è prevista la promozione dei diritti della comunità Lgbtqia+, finalizzata a prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere; il Comune intende promuovere, inoltre, l’inclusione Lgbtqia+ anche come driver di sviluppo territoriale e del turismo locale”.

Mission arcobaleno per un città inclusiva anche per il turismo

Sarà un consulente esterno agli uffici comunali a occuparsi della mission visto che – come si legge nell’avviso pubblico – una precedente ricerca interna “non ha dato esito”. Il bando, aperto fino alla fine di novembre, entra nel dettaglio delle mansioni per fare di Genova il modello arcobaleno d’Italia. Si va dagli studi per rendere i servizi pubblici più “inclusivi” alla predisposizione del regolamento per l’identità alias; dal supporto tecnico-legale per le iniziative contro le discriminazioni sessuali all’attivazione di un tavolo permanente con associazioni e movimenti. Ma c’è di più il progetto prevede anche lo sviluppo di un filone turistico.

L’assessore Beghin: Genova sarà una meta accogliente e sicura

Lo si capisce bene dalle parole dell’assessore Tiziana Beghin riportate da Genova24, che ha ribadito le finalità dell’operazione: fare di Genova “una meta accogliente e sicura”, puntando a una certificazione internazionale per il turismo Lgbt. Un investimento per la sindaca che ha preso tremendamente sul serio l’adesione alla Re.A.Ddy, la piattaforma nazionale degli enti locali impegnati nella lotta alle discriminazioni. Nel bando si parla di riattivazione della rete Re.A.Dy in modalità “piena e operativa”. Tanto lavoro per il consulente ad hoc che avrà un incarico triennale per un compenso complessivo di 156 mila euro. Una cifra che – dicono dal Comune –  è calibrata per “la professionalità richiesta” e “la complessità della prestazione”.

Il centrodestra: buchi di bilancio e consulenze a pioggia

La notizia ha scatenato le critiche del centrodestra anche per l’utilizzo ‘strabico’ dei fondi. “Da mesi assistiamo alle lamentazioni del sindaco di Genova per cui la città è senza soldi”, fa osservare Matteo Rosso di FdI – ma il bilancio è secretato e rinuncia a 400 milioni per il trasporto pubblico. Il Palasport non è in grado di sostenere i costi di restare aperti per una giornata di sport, ma il Comune spende 1 milione per il 31 dicembre, mancano i soldi per la sicurezza della città, ma Silvia Salis cerca un consulente per le politiche Lgtbqia+ e allora delle due l’una o i soldi mancano oppure ci sono, ma il sindaco decide per utilizzarli a scopi del tutto ideologici”. L’esponente di Fratelli d’Italia non entra nel merito del tema, “perché – dice – sarei tacciato immediatamente di essere omofobo, ma mi permetto rispettosamente di far notare che l’Italia non è un paese dove vige la Sharia dove l’omosessualità è punita con la morte. E, sebbene ci siano differenti sensibilità sul tema, la difesa dei diritti civili è garantita a tutti”.

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di Alessandra Danieli - 18 Novembre 2025