Non solo i giuristi
Referendum sulla separazione delle carriere, Elly è avvisata: si allarga il fronte del Sì nel centrosinistra
Dopo Renzi e Calenda, Cesare Salvi, Goffredo Bettini e tanti esponenti giuridici, anche i socialisti orientati a votare per il Si
Non solo Matteo Renzi e Carlo Calenda, Cesare Salvi o Antonio Di Pietro. Non solo i giuristi. Si allarga il fronte degli esponenti di centrosinistra che dicono si alla riforma Nordio sulla separazione delle carriere approvata definitivamente dalle camere.
Da Emma Bonino ai socialisti
Emma Bonino, una dei leader di + Europa, ha detto che voterà si. Ma è pressoché scontato che voteranno si anche i socialisti, con il segretario nazionale Enzo Marajo e il presidente del partito, Luigi Incarnato. Voteranno si anche l’ex deputata del Pd, Paola Concia, e l’ex parlamentare comunista Chicco Testa. Voterà si anche Cesare Salvi, con un lungo curriculum prestigioso nel Pds. E anche Goffredo Bettini, dirigente di spessore del Partito democratico.
La commissione D’Alema
La commissione bicamerale sulle riforme presieduta il 1996 da Massimo D’Alema aveva previsto anche la possibilità della separazione delle carriere. La commissione discusse in maniera favorevole dell’introduzione in Costituzione della separazione delle carriere.
Molta sinistra vuole votare Si
Molti esponenti della sinistra vorrebbero votare Si e molti lo faranno. La paura è quella di esporsi a un tema definito “berlusconiano” dai vertici di Largo del Nazareno, ma prevale anche la volontà di non abdicare alle ragioni del diritto che sono state un tema di una parte importante della sinistra.
La lezione di Augusto Barbera
Il presidente emerito della Corte costituzionale, Augusto Barbera, già deputato Pci e Pds, spiegando i motivi per cui sosterrà la riforma Nordio, ha detto esplicitamente che lo farà perché lo considera un tema “di sinistra”. Che è una dichiarazione che dimostra come sia fallace considerare questa riforma addirittura “eversiva”, come fanno gli esponenti della sinistra radicale, oppure pensare come Elly Schlein che il governo voglia nominarsi i giudici.
Del resto, il primo ad auspicare la separazione fu un grande giurista e uomo di sinistra come Giuliano Vassalli. Nel solco della certezza del diritto che non lederà l’autonomia della magistratura.