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Proiettato il film “proibito” su Mishima in Giappone dopo 40 anni: i nazionalisti non lo volevano perché era un prodotto americano

Fine dell'esilio culturale

Proiettato il film “proibito” su Mishima in Giappone dopo 40 anni: i nazionalisti non lo volevano perché era un prodotto americano

Cultura - di Gabriele Caramelli - 8 Novembre 2025 alle 15:33

A Tokyo torna al cinema il film “Mishima – Una vita in quattro capitoli” del 1985, diretto da Paul Paul Schrader. Il regista, che è stato anche sceneggiatore di “Taxi driver”, non è riuscito a presentare la sua opera per 40 anni in Giappone. La pellicola ha subito un “esilio culturale” forzato, vista la contrarietà dei nazionalisti nipponici all’ingresso dei prodotti americani nel mercato. L’opera cinematografica, che racconta la vita e la morte dello scrittore e filosofo giapponese, ha conquistato il pubblico del Tokyo International film festival: la sala è andata sold out in soli dieci minuti. Tanti gli argomenti affrontati da Schrader, tra cui l’esplorazione del sentimento patriottico, la sessualità e l’amore per la perfezione estetica del personaggio, che si diede alla morte a 45 anni con il suicidio rituale del “seppuku”.

Dopo 4o anni è uscito il film su Yukio Mishima in Giappone: stop all’esilio culturale

Nel corso delle riprese del film, effettuate nel 1984, Schrader indossava il giubbotto antiproiettile. In quegli anni, i nazionalisti giapponesi avevano denunciato la produzione, scandalizzato dall’idea che un gruppo di americani potesse raccontare la storia di un autore venerato come martire. Quarant’anni prima, gli Usa avevano lanciato due bombe atomiche sulle città di Hiroshima e Nagasaki. “Eravamo gaijin (stranieri ndr), e stavamo toccando temi che nemmeno un giapponese osava affrontare”, ha ricordato il regista al New York Times. Nonostante l’agitazione sociale, il film ha vinto il premio per il miglior contributo artistico al Festival di Cannes del 1985, ma è stato comunque vietato in Giappone per molto tempo.

La pellicola che racconta la vita di Yukio Mishima

Il film di Paul Schrader racconta la vita di Kimitake Hiraoka, nato nel 1925 e diventato famoso con lo pseudonimo di Yukio Mishima. Il protagonista viene descritto come un prodigio della letteratura fin dalla giovinezza. Lui, che era fragile di salute sin da piccolo, aveva sviluppato un’ossessione per il corpo e la perfezione estetica con il bodybuilding e le arti marziali. Dunque, l’ideale del fisico scultoreo rispecchiava non solo la sua visione del mondo, ma anche l’estetica letteraria. Mishima era rimasto deluso dalla trasformazione postbellica del Giappone verso la democrazia e il pacifismo, tanto da abbracciare un’idea di nazionalismo radicale. Nel 1970 tentò un colpo di Stato in una caserma militare a Tokyo, chiedendo ai soldati di restaurare il potere imperiale: al rifiuto di questi ultimi, Yukio si suicidò ritualmente secondo il codice dei samurai.

L’arrivo della proiezione in Giappone dopo 40 anni

La pellicola americana proiettata a Tokyo è frutto di un lungo lavoro diplomatico e legale. Alla fine, l’opera è stata inserita nell’industria culturale per celebrare il centenario della nascita di Mishima. Inoltre, le lettere di sostegno da parte di Francis Ford Coppola, George Lucas e Martin Scorsese hanno rassicurato gli organizzatori. Come riporta il New York times, i registi hanno sottolineato il valore universale del film, che tra l’altro è l’opera di cui Schrader va più orgoglioso. 

 

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di Gabriele Caramelli - 8 Novembre 2025