Uova e vernice contro il Mim
Pro-Pal, ambientalisti e studenti di sinistra a Roma contro Meloni: la maschera del premier al contrario e la foto macchiata di rosso
A Roma gli studenti di sinistra hanno già iniziato ad aumentare la tensione politica nelle piazze. In mattinata, le sigle Rete degli studenti medi e l’Unione degli universitari hanno srotolato un grande striscione al Pincio con la scritta “Agitiamoci”. Un modo simbolico per dare il via alla giornata del “No Meloni day”, che per gli antifascisti sembra essere diventata la scusa migliore per scendere in piazza. “Non ci fermeranno, vogliamo una scuola e un’università pubbliche, accessibili e libere”, affermano gli studenti di Udu, senza sapere che in Italia esistono 67 atenei statali contro i 29 privati.
Anche a Piramide decine di giovani si sono dati appuntamento per manifestare “contro il governo e i ministri Valditara e Bernini le cui nuove riforme sono criminali, continuano a tagliere i fondi”. Evidentemente non sono a conoscenza dell’approvazione del dl Università, che prevede uno stanziamento di 160 milioni per gli enti di ricerca e 150 milioni per il piano d’azione “Ricerca sud”. Ma non solo, perché il ministero dell’Istruzione ha destinato oltre 18,6 milioni di euro all’abbattimento delle barriere architettoniche nelle scuole italiane. Non sono mancate le kefiah e le bandiere palestinesi in piazza: a quanto pare c’è chi non riesce ad accettare la fine della guerra in Medio Oriente.
Pro-Pal, antifascisti e ambientalisti al corteo degli studenti di sinistra a Roma: la sfilata rossa
“Fuori i fascisti dalle scuole”, urlano gli studenti di piramide, bruciando i cartelloni che riportavano la scritta “Bruciamo il fascismo, cacciamo il governo”. Chi sorregge lo striscione portante in testa al corteo, con la scritta “Fratelli d’Israele”, indossa una maschera di Meloni con il fez e una X rossa disegnata sulla bocca. Non finisce più l’ostilità dei soliti antagonisti contro lo Stato ebraico, mentre continuano i paragoni tra il governo di centrodestra e quello fascista. Prima di scendere in piazza, i contestatori dovrebbero aprire i libri di scuola e accertarsi di ciò che dicono. Peraltro, il simbolo che hanno disegnato sulle labbra della premier rappresenta un simbolo di censura. Evidentemente c’è tanta confusione nelle fila degli studenti di sinistra.
Persino i militanti verdi del Friday’s for future sono scesi in piazza, lanciando cori come “giustizia climatica ora! Contro il Governo del riarmo” e “ci servono più aule e meno bombe. Valditara devi andartene, governo Meloni dimissioni”. Anche i pasdaran dell’ambientalismo ignorano gli investimenti dell’esecutivo nell’istruzione, contrapponendosi immotivatamente al piano per la difesa per l’Italia.
Imbrattamenti al ministero dell’Istruzione per colpa dei collettivi
Alcuni ragazzi si sono riuniti sulle gradinate del ministero dell’Istruzione, esibendo uno striscione con su scritto: “Soldi alla scuola no alla guerra. Cacciamo il governo”. Sul posto sono rimasti i segni di vernice rossa e le uova lanciate dai collettivi autonomi, che non hanno aderito alla manifestazione. Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno creato un cordone di sicurezza davanti all’edificio.
Davanti al Mim, alcuni studenti hanno sollevato un cartello con il volto di Giorgia Meloni che indossa un elmetto sulla testa. Alcuni di loro l’hanno imbrattato lasciando le impronte delle mani sporche di vernice rossa sul volto. Altri tre hanno indossato al contrario la maschera della premier con il fez, come riferimento velato all’esposizione dei cadaveri a piazzale Loreto. Poi hanno sollevato tre fantocci con la faccia del ministro dell’Università Anna Maria Bernini, del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri e del presidente del Consiglio. Insomma, più che una manifestazione per esprimere il dissenso sembra un’intimidazione, condita dall’inciviltà delle vandalizzazioni.