Al fianco degli agricoltori
Politica agricola, Lollobrigida tiene il punto in Europa: “La Pac così non basta”. Smontate le modifiche proposte dalla Commissione
Il ministro ha sottolineato come il pacchetto attualmente sul tavolo per la Politica Agricola Comune richieda “una profonda revisione”, non un semplice maquillage normativo tra regolamenti. La proposta italiana
A Bruxelles, al Consiglio Agrifish, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha ribadito con chiarezza: le modifiche proposte dalla Commissione europea alla Politica Agricola Comune e al prossimo bilancio pluriennale non sono sufficienti a rispondere alle esigenze dell’agricoltura europea e, in particolare, italiana. Con un intervento deciso, che ha avuto il merito di riportare il dibattito sul terreno della concretezza, il ministro ha accolto l’apertura della presidente Ursula von der Leyen. Ma ha ribadito che i correttivi annunciati rappresentano soltanto “un piccolo passo e completamente insufficiente rispetto alle nostre richieste”, del tutto distante dall’ambizione necessaria per garantire stabilità e futuro alle comunità rurali.
Il ministro ha sottolineato come il pacchetto attualmente sul tavolo richieda “una profonda revisione”, non un semplice maquillage normativo tra regolamenti. “Non basta una modifica formale a carico di alcune disposizioni contenute nelle bozze di regolamento. Occorre intervenire sulla sostanza e con coraggio”, ha puntualizzato Lollobrigida. La richiesta dell’Italia è netta: rafforzare la Pac e restituirle il ruolo strategico che storicamente ha avuto nel sostenere agricoltori, filiere e territori rurali. Il ministro ha smontato punto per punto anche l’ipotesi del 10% di spesa vincolata alle aree rurali. Una misura che, secondo il ministro, non garantirebbe affatto che le risorse vadano realmente agli agricoltori. E che, soprattutto, non basterebbe a coprire i fabbisogni generati dagli obiettivi fissati dall’Ue.
Uno dei passaggi più decisi del suo intervento riguarda i possibili squilibri interni all’Unione. Lollobrigida ha avvertito del pericolo di una “rinazionalizzazione di fatto” delle politiche agricole, che porterebbe a un’Europa frammentata; in cui gli agricoltori di alcuni Stati membri sarebbero penalizzati rispetto ad altri, tradendo “le aspettative della visione sull’agricoltura” lanciata a febbraio, e “rischiando di smantellare una delle più importanti politiche comuni”.
La proposta dell’Italia
Per l’Italia, e non solo per l’Italia, come ha ricordato il ministro, questo scenario sarebbe inaccettabile: significherebbe indebolire una delle politiche comuni più importanti e più riuscite della storia europea. Da qui la proposta italiana: un piano organico, dedicato interamente alla politica agricola e allo sviluppo rurale, in grado di coordinare e integrare tutti gli strumenti oggi sparsi in diversi canali di finanziamento. E’ necessaria, ha ribadito il ministro Lollobrigida una profonda modifica della proposta che non si limiti “a spostare le norme da un regolamento all’altro; ma dia alla Pac la dignità che merita attraverso un piano dedicato alla politica agricola e allo sviluppo rurale che comprenda tutti gli strumenti attualmente disponibili per supportare gli agricoltori, le aree rurali e la filiera agroalimentare”.
Uno dei dati politici più rilevanti è stata la compattezza mostrata dall’Italia sul dossier. Lollobrigida ha ricordato come le richieste del governo siano condivise non solo dalla maggioranza, ma anche dall’opposizione e dall’intero mondo agricolo.