Polemiche incredibili
“Più libri più liberi”? Per Fiano non è proprio così: chiede di escludere la casa editrice Passaggio al bosco
Ad Emanuele Fiano non va giù la partecipazione di Passaggio al bosco alla fiera “Più libri, più liberi” di Roma, all’Eur. Il festival, diretto da Chiara Valerio, ospita ogni anno diverse realtà editoriali la centro convegni “La Nuvola”. Ebbene, l’ex deputato del Partito democratico ha divulgato un comunicato diretto «agli organizzatori e ai patrocinatori», tra i quali c’è il Comune di Roma: «È proprio necessario ospitare editori di chiara fede neofascista o neonazista?». In suo soccorso è arrivato l’assessore romano alla Cultura Massimo Smeriglio, che ha definito l’invito della casa editrice come «inopportuno». Ma Passaggio al bosco ha deciso di rispondere al tentativo di censura, sottolineando sui social che le ragioni di Fiano sarebbero «frutto di un copia e incolla da un paio di articoli presenti in rete e già oggetto di querela da parte nostra casa editrice».
Fiano vuole censurare Passaggio al bosco: l’Aie gli risponde picche
Passaggio al bosco ha inoltre ricordato a Fiano, indicato come esponente «del Partito sedicente “democratico”», che «le fiere librarie non sono un party: non si viene invitati, ma ci si iscrive sottoscrivendo un contratto. Noi lo abbiamo fatto per cinque anni di fila, attendendo pazientemente che si liberasse uno spazio. Non partecipiamo su delega invito o raccomandazione, ma perché svolgiamo il lavoro di editori».
La stessa Associazione italiana editori, che organizza l’evento nella Capitale, ha rispedito al mittente le richieste di censura di Fiano: «L’Aie non ha mai selezionato né mai selezionerà gli espositori che richiedono uno stand sulla base degli orientamenti culturali, politici e della linea editoriale delle case editrici, fermo restando il rispetto da parte di queste di tutte le leggi, che spetta alla magistratura appurare».
Da vittima di censura a censore è un attimo
La richiesta di Emanuele Fiano risulta particolarmente stonata alla luce del recente episodio che lo ha visto a sua volta oggetto di una volontà di escluderlo dalla scena pubblica, quando, in occasione di un suo previsto intervento all’Università Ca’ Foscari, i Giovani comunisti gli hanno impedito di parlare, accusandolo di sionismo. Ora si rende protagonista di un episodio che, nella premessa, è simile: l’idea che ci sia qualcuno che si può arrogare il diritto di decidere chi ha e chi non ha agibilità politica, in base al fatto che le sue idee, il suo lavoro, il suo approccio siano più o meno rispondenti a quello dei censori. E, insomma, sembra proprio che ci si trovi di fronte al solito doppiopesismo della sinistra: a dettare la linea non è la coerenza delle idee, ma la convenienza delle circostanze.