Open Arms, i reati contro Salvini non sussistono: la Cassazione boccia il ricorso dei pm contro l’assoluzione del ministro
Politica - di Antonella Ambrosioni - 26 Novembre 2025 alle 19:39
Sul caso Open Arms la Procira generale dellaCassazione boccia il ricorso dei pubblici ministeri. E’ contenuto in una memoria di 42 pagine il giudizio con cui la Procura generale esprime pesanti perplessità sulla mossa dei magistrati contro l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il quale subito esulta: “Prendo atto con soddisfazione che la Procura Generale ha sostenuto che non sussistono i reati”.
Open Arms, rigetto del ricorso dei pm contro Salvini
La richiesta formale ancora non c’è, ma nella memoria di 46 pagine depositata mercoledì 26 novembre dalla Procura generale della Cassazione, ci sono tutte le premesse per una richiesta di rigetto del ricorso presentato dai Pm di Palermo contro l’assoluzione del ministro Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio nella vicenda della nave della Ong spagnola Open Arms. Salvini era stato assolto con formula piena – perché il fatto non costituisce reato – il 20 dicembre del 2024.
Il tentativo di impugnare l’assoluzione di Salvini
Il procuratore generale – ricostruisce l’Ansa- illustrerà le sue argomentazioni all’udienza dell’11 dicembre e nulla ha anticipato della requisitoria. Ma la lettura della memoria porta a concludere per una bocciatura dell’impugnazione presentata dalla procura di Palermo. A luglio si era tentato di impugnare l’assoluzione di Salvini. La pubblica accusa del capoluogo siciliano scelse di saltare il grado dell’appello e proporre il cosiddetto ricorso “per saltum”: ossia rivolgendosi direttamente ai supremi giudici; e sostenendo che nella assoluzione del primo grado erano presenti violazioni di legge ed errori di interpretazione normativa.
“Non sussistono i reati contestati”
“L’impugnazione si è soffermata esclusivamente sulla condotta privativa della libertà personale (l’azione), senza affrontare i profili ricostruttivi dell’elemento della ‘colpevolezza’: e ciò senza tener in considerazione che fossero presenti e valorizzati, nella sentenza impugnata, elementi di esclusione (o, quantomeno di forte dubbio) del dolo relativi alle contestazioni di accusa. Ciò che vale a configurare, nell’impugnazione proposta, un deficit dimostrativo della sussistenza degli elementi costitutivi dei reati ascritti all’imputato” dice nel linguaggio tecnico la Procura generale sul ricorso presentato dai pm di Palermo. “Si deve ritenere che il ricorso non dimostra, nella prospettiva di censura della sentenza impugnata, la sussistenza di tutti gli elementi dei reati contestati, al fine di poter dimostrarne la tenuta della posizione accusatoria”.