Prescelta da Elly
Mia Diop, zero esperienza, ma perfetta per i social: chi è la vice di Giani, fortemente voluta da Schlein
Zero esperienza, curriculum da apprendista, giovanissima, molto attiva sui social e mediaticamente spendibile coma la “Mamdani de noantri”: Mia Diop è la nuova vicepresidente della giunta regionale toscana. Pare che Elly Schlein in persona abbia perorato la causa della 23enne livornese con il governatore dem Eugenio Giani. La sinistra italiana ha quindi trovato un nuovo astro nascente?
Via dalla casa del padre, occupata abusivamente
Mia Diop ha un curriculum scarno, ma in compenso quello del padre è già robusto e anche imbarazzante. Mbaye Diop, il leader della comunità senegalese locale ha avuto notorietà a livello nazionale dopo la figuraccia con la troupe di Fuori dal Coro. Il programma di Mario Giordano su Rete4, scoprì che Mbaye Diop, anche lui con un passato da tesserato dem, aveva occupato per vent’anni una casa popolare a Livorno senza pagare l’affitto e accumulando con il comune un debito di oltre 27mila euro. Insomma, il presidente della comunità senegalese che ha predicato giustizia e diritti, ha occupato abusivamente per la bellezza di venti anni una casa popolare senza pagare un euro.
Intervistata sulla questione dall’inviata del programma, Mia Diop scaricò repentimanente il genitore: «Ho visto il servizio», disse spiegando di non aver «rapporti con quell’uomo» e di non avere «mai vissuto in quella casa con mio padre». «Chi sbaglia paga», aggiunse, per poi affondare il colpo: «Se avessi saputo probabilmente sarei stata la prima a denunciare». Per poi chiarire: «La colpa dei padri non deve ricadere sui figli, non si sceglie da chi nascere, al massimo si può scegliere di diventare persone migliori».
Mia Diop e la piccola dimenticanza dopo gli attentati del 7 ottobre: Hamas chi?
Ma la più giovane assessora nella storia della Regione, non è nuova a inciampi in prima persona. Due anni fa, un paio di giorni dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre, pubblica una storia su Instagram. «Sempre dalla stessa parte», scrive, accompagnando la frase con immagini con immagini di bandiere palestinesi: «Grazie all’associazione Livorno-Palestina per tenere viva l’attenzione sulle condizioni del popolo palestinese. Per Khaled e tutti i prigionieri politici detenuti illegittimamente». La consigliera comunale Pd di Livorno pubblica anche l’immagine di un’altra bandiera con su scritto «Antifascismo-antisionismo». Scoppia la bufera. Anche nel suo stesso partito.
Un post che il vice del Pd locale Alessio Quintavalle, che è anche membro della comunità ebraica livornese, non gradisce. Da qui un botta e risposta papato. Qual è la replica della Mamdani de noantri? Sostiene che il post era relativo a una manifestazione a cui aveva partecipato il 7 ottobre per la liberazione dello studente italo-palestinese Khaled El Qaisi e parla di «strumentalizzazione inaccettabile». Alla fine si ricorda di condannare «senza se e senza ma» l’attacco di Hamas, ma solo in occasione del chiarimento, dopo le polemiche sollevate dalle sue stories, nelle quali – nonostante gli orrori del 7 ottobre – aveva omesso ogni condanna di Hamas. Chissà come mai.