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Marsilio interviene sul caso dei “bambini del bosco”

L'intervento

Marsilio mette in campo la Regione per i “bambini del bosco”: «Questa famiglia non ha fatto male a nessuno»

Il governatore svolge una lunga e attenta riflessione sul caso che investe il «rapporto tra libertà individuali, responsabilità genitoriale e intervento pubblico» e dà la disponibilità dell'istituzione su «risorse e personale qualificato per favorire una soluzione positiva»

Politica - di Agnese Russo - 22 Novembre 2025 alle 14:01

Con una lunga lettera aperta postata sui propri social, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, interviene sulla vicenda dei “bambini del bosco”, che il Tribunale dei minori dell’Aquila ha allontanato dalla casa in cui vivevano e posto in una comunità educativa insieme alla madre, disgregando il nucleo familiare. Il governatore svolge una riflessione molto partecipe, come uomo delle istituzioni e come padre, assicurando, con risorse e personale qualificato, il sostegno della Regione per «favorire una soluzione positiva, che possa conciliare il rispetto delle regole fondamentali dell’ordinamento con il diritto di scelta e la libertà educativa dei genitori nella volontà di colmare le distanze e restituire serenità a tutta la comunità».

Un caso che riguarda «il rapporto tra istituzioni e cittadini»

È da qui, dal turbamento che la vicenda ha provocato nella comunità abruzzese e nazionale, che parte Marsilio, ricordando che il caso tocca «corde delicate che riguardano la libertà, l’educazione, la genitorialità e il rapporto tra istituzioni e cittadini». «Le sentenze – sottolinea il governatore – si rispettano sempre. Ma il rispetto non esclude la possibilità, e talvolta il dovere, di interrogarsi».

Un intervento «da presidente della Regione e da padre»

Marsilio, parlando «da presidente della Regione Abruzzo, ma anche da padre», si domanda quello che molti in questi giorni si stanno chiedendo: «dove si collochi il confine tra la libertà di una famiglia che non ha commesso reati, non ha esercitato violenze, non ha sottratto i figli all’istruzione, paga le tasse e sceglie uno stile di vita diverso, e l’intervento dello Stato quando giudica “inappropriato” quel modo di vivere». Per l’esponente di FdI «è legittimo domandarsi se una distanza così forte dalla socialità (implicata dalla scelta di vita dei genitori, ndr) possa limitare la crescita dei bambini e la loro capacità di confrontarsi con il mondo reale». «È una domanda seria, che merita attenzione», sottolinea, avvertendo però che sorge anche un’altra domanda «altrettanto importante: questa famiglia non ha fatto male a nessuno. Eppure oggi si trova a vivere un trauma che spesso è riservato a chi commette abusi, a chi trascura, a chi manda i figli allo sbando, per strada, esponendoli alla devianza e al reato, a chi elude tasse e regole. A chi delinque».

Una famiglia che «non ha fatto male a nessuno»

«Anzi – aggiunge Marsilio – in molti notano con sconcerto che un provvedimento così traumatico qual è l’allontanamento dei figli dai genitori, troppo spesso non viene nemmeno applicato neanche a quelle famiglie che hanno comportamenti devianti e abusanti nei confronti dei figli stessi. Togliere i bambini a chi non ha fatto nulla di male è una decisione che pesa, che lascia un segno. E penso al trauma che questi piccoli stanno già vivendo, lontani all’improvviso da un mondo che per loro rappresentava sicurezza, normalità, affetto e unione».

Marsilio dà voce ai molti interrogativi aperti dal caso dei “bambini del bosco”

Da padre Marsilio si chiede cosa avrebbe fatto in quella situazione, da uomo delle istituzioni invita a non eludere la riflessione più ampia che si impone «sul rapporto tra libertà individuali, responsabilità genitoriale e intervento pubblico», tema che «non può essere affrontato con superficialità o ideologia», ma «con equilibrio, con prudenza e, soprattutto, con umanità. Perché se la legge è il nostro riferimento, la coscienza è ciò che ci ricorda chi siamo». «E allora mi chiedo, e chiedo a tutti noi: in un Paese libero, possiamo ancora scegliere il nostro destino e quello dei nostri figli, se viviamo nel rispetto della legge e dei nostri valori morali? E fino a che punto chi deve vigilare sul benessere dei minori può ricorrere a strumenti che, agli occhi di qualunque genitore, appaiono dolorosi, estremi, capaci di lasciare ferite profonde?».

Per Marsilio la domanda «rimane aperta», ma «merita, oggi più che mai, una riflessione profonda e non giudizi affrettati». «Serve la capacità di valutare ogni storia per ciò che realmente è, con attenzione, umanità e responsabilità. Solo così potremo essere una comunità giusta, capace di tutelare i più fragili senza smarrire il senso profondo della libertà e della dignità di ciascuno».

L’impegno della Regione per «favorire una soluzione positiva»

L’auspicio del governatore è, dunque, quello che «nei successivi gradi di giudizio, in appello, la famiglia possa dimostrare la sua capacità di offrire ai figli un percorso di crescita sano ed equilibrato, ricomponendo il nucleo famigliare, innanzi tutto per il bene dei bambini, che sicuramente stanno subendo le conseguenze di questo trauma più di tutti». Una speranza che l’istituzione è pronta ad accompagnare con passi concreti, perché diventi realtà: «La Regione, come già sta facendo anche il Comune di Palmoli (che ringrazio per l’impegno in questo senso) è a disposizione per favorire una soluzione positiva, che possa conciliare il rispetto delle regole fondamentali dell’ordinamento con il diritto di scelta e la libertà educativa dei genitori, pronti a mettere a disposizione personale qualificato e risorse, nella volontà di colmare le distanze e – conclude Marsilio – restituire serenità a tutta la comunità».

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di Agnese Russo - 22 Novembre 2025