Quarta legge di Bilancio
L’Italia in tre anni ha voltato pagina, Calandrini: “La manovra mette al centro le famiglie. Si può crescere senza sprecare”
Il presidente della Commissione Bilancio del Senato di FdI illustra gli obiettivi del governo che intende consolidare le fondamenta del Paese. "Conti in ordine, debito su un sentiero sostenibile e occupazione ai massimi storici. Rigore nei conti e crescita non sono in contraddizione
Responsabilità, visione e coerenza, così Nicola Calandrini di FdI, presidente della Commissione Bilancio del Senato, sintetizza la manovra 2026 nel corso di una intervista al ‘Riformista’. “In tre anni l’Italia ha voltato pagina: conti in ordine, debito su un sentiero sostenibile e occupazione ai massimi storici”. Una Manovra che, spiega, “consolida le fondamenta del Paese e mette al centro famiglia, lavoro e impresa”. La legge di bilancio arriva in un momento cruciale per l’economia italiana e segue coerentemente un sentiero preciso intrapreso dall’esecutivo.
Manovra, Calandrini: In tre anni l’Italia ha voltato pagina
“Questa legge di bilancio è la quarta del Governo Meloni e rappresenta la prosecuzione di un percorso preciso. È la dimostrazione che si può crescere senza sforare, sostenere senza sprecare. La priorità politica resta quella di consolidare le fondamenta economiche e sociali del Paese: tutelare i lavoratori, sostenere le imprese che producono ricchezza e occupazione; incentivare la natalità con un sistema che si avvicina sempre più al quoziente familiare. La manovra di Bilancio 2026 guarda al futuro con serietà – spiega Calandrini- mette al centro la famiglia, il lavoro e l’impresa; e conferma che stabilità e sviluppo possono camminare insieme sotto la guida di un’Italia credibile e rispettata”.
Rigore e crescita
Rigore nei conti e crescita non sono in contraddizione – risponde a precisa domanda- – Il rigore dei conti pubblici non è un limite, ma una condizione per la crescita. Risanando le casse dello Stato si liberano risorse: meno debito significa meno spesa per interessi, più margini per investimenti e politiche sociali. Un Paese che rispetta gli impegni guadagna fiducia, vede migliorare il rating e diminuire il costo del credito per famiglie e imprese. La crescita si può sostenere senza fare nuovo debito, ricomponendo con intelligenza la spesa. È lo stesso paradigma che ha guidato anche la rimodulazione del Pnrr: spendere il massimo ma spenderlo bene, dove serve: dove la spesa diventa investimento che produce ricchezza”.
“È un percorso che non dà necessariamente risultati immediati precisa-. Ma il Governo Meloni guarda al medio periodo, non soffre della sindrome da campagna elettorale. La longevità dell’esecutivo – il terzo più duraturo della storia repubblicana – è parte di questo circolo virtuoso: stabilità politica, credibilità internazionale e fiducia che genera nuovi investimenti”.
“La misura che meglio rappresenta questa linea del governo è senza dubbio il taglio del cuneo fiscale e contributivo che quest’anno si rivolge in modo più deciso al ceto medio — con particolare riferimento alla fascia di reddito tra 28.000 e 50.000 euro: dove l’aliquota si prevede scendere dal 35% al 33%. Questo intervento fa il paio con la misura divenuta strutturale lo scorso anno, che ha ridotto le tasse sui redditi fino a 28 mila euro, e la grande riforma fiscale che l’Italia aspettava da 50 anni”. L’obiettivo è chiaro: “Con questi interventi restituiamo maggiore potere d’acquisto ai lavoratori, stimoliamo consumi e produzione e inneschiamo un circolo virtuoso: più lavoro, più consumi, più entrate per lo Stato. È quindi una manovra che mantiene i conti in ordine — evitando spese disordinate — e nel contempo utilizza le risorse in modo strategico, puntando su crescita, lavoro, stabilità”.