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L’inverno alle porte

L’Europa non molla l’Ucraina, l’Italia invia generatori elettrici. La Russa: “Al fianco di Kiev”

Zelensky vola a Parigi per blindare nuovi accordi con la Francia mentre a Roma il Consiglio supremo di Difesa affronta l’emergenza e le crescenti pressioni strategiche sul continente

Esteri - di Alice Carrazza - 17 Novembre 2025 alle 09:11

Alla vigilia di una nuova svolta nei cieli del continente, Volodymyr Zelensky, reduce da una settimana segnata dagli scandali che hanno travolto alcuni suoi fedelissimi, atterra a Parigi con un’agenda che intreccia diplomazia militare e sopravvivenza energetica. Il Cremlino intensifica i raid contro centrali, depositi e condutture, mentre l’Ucraina si prepara al suo inverno più insidioso dal 2022. In questo scenario, per le capitali europee non è più tempo di esitazioni: ogni decisione riverbera immediatamente sulla sicurezza del continente.

Zelensky a Parigi

Il presidente ucraino lo ha sintetizzato senza reticenze: l’intesa con la Francia garantirà «un significativo rafforzamento della nostra aviazione da combattimento, della difesa aerea e di altre capacità di difesa». Parigi dedica una giornata intera alla cooperazione militare con Kiev, con Emmanuel Macron pronto a formalizzare un accordo che potrebbe includere anche i Rafale, dopo i Mirage 2000-5 consegnati un anno fa. Zelensky mira a costruire una flotta di 250 nuovi velivoli, sostenuto dall’accordo con la Svezia per 150 Gripen.

A Villacoublay, i due leader dettaglieranno il contributo francese: capacità anti-drone, intercettazione missilistica, dotazioni avanzate. Una strategia che si inserisce nel progetto di garanzie europee di lungo periodo e nell’ipotesi — promossa da Parigi — di una forza multinazionale pronta a intervenire in caso di tregua.

Il gelo come arma

Non è solo la dimensione militare a mettere in allarme Kiev. L’inverno avanza mentre i missili russi colpiscono deliberatamente la rete del gas, da cui dipende l’80% del riscaldamento domestico. Per anni la Russia di Putin aveva evitato di toccare le condutture, cruciali per il transito del gas verso l’Ue. Ora non più: «La maggior parte delle centrali elettriche in Ucraina, i nostri impianti di produzione di gas e le nostre centrali termiche sono diventati bersagli di missili e droni», ha ricordato il leader ucraino annunciando ad Atene un’intesa con la Grecia per forniture di gnl americano, un pacchetto da due miliardi destinato a coprire il fabbisogno invernale.

Il ritmo degli attacchi è martellante: una sola notte ha visto abbattersi 176 droni e missili, mentre nell’ultima settimana l’Ucraina ha registrato «1.000 attacchi con droni, 980 bombe guidate e 36 missili». Nel Donetsk si combatte strada per strada, a Zaporizhzhia la pressione russa non accenna a diminuire e Pokrovsk rischia di capitolare.

Roma tra responsabilità e calcoli interni

L’Italia intanto cerca di fare la sua parte e prepara il dodicesimo pacchetto di aiuti e un invio di generatori richiesti da Zelensky nel colloquio del 23 ottobre a Bruxelles. «Ci siamo quasi, qualche settimana al massimo e saremo pronti a mantenere la promessa», ha assicurato Giorgia Meloni ai suoi collaboratori, determinata a respingere le accuse di incertezza sul sostegno a Kiev.

Sul fondo Purl — il meccanismo Nato per acquistare armi statunitensi e destinarle a Kiev — Roma si ritaglia tempo per riflettere. A ribadire la linea, stavolta, è la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa, che ribadisce: «L’indirizzo politico del governo rimarrà assolutamente invariato». E aggiunge un principio che guarda oltre i confini nazionali: «Tutto quello che può aiutare l’Ucraina dovrebbe essere fatto, perché aiutare Kiev significa aiutare l’Europa ad aumentare la propria sicurezza strategica, le due cose sono interconnesse, aiutando l’Ucraina si aiuta l’Europa».

Bruxelles davanti a una scelta strutturale

La vulnerabilità dell’Ucraina si misura anche nelle sue finanze: la cassa statale garantisce solo quattro mesi di autonomia. L’Unione valuta così un piano per emettere debito garantito dalle riserve russe congelate — oltre 140 miliardi — che permetterebbe anche al Fondo Monetario Internazionale di sbloccare un prestito da otto miliardi.

Oggi il Consiglio supremo di Difesa presieduto da Sergio Mattarella metterà sul tavolo tutte le criticità: dal sostegno militare alla vulnerabilità della rete energetica europea, passando per capacità dell’Ue di fronteggiare una guerra ibrida che ormai tocca anche le sue infrastrutture. Il tutto senza dimenticare il peso della crisi in Medio Oriente.

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di Alice Carrazza - 17 Novembre 2025