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Matteo Lepore

Il ritratto

Lepore, il giovane vecchio che guida Bologna e la farsa delle polemiche dopo gli incidenti pro-Pal

Il primo cittadino si lamenta per i danni dopo gli scontri per la partita di basket contro il Maccabi ma ha soffiato sul fuoco per mesi

Politica - di Stefania Davide - 22 Novembre 2025 alle 16:40

Matteo Lepore è giovane, ha 45 anni. E a quell’età è sindaco di una delle più importanti città d’Italia, Bologna. Ma dentro è vecchio come un carro armato cecoslovacco, inossidabile in apparenza, ma vetusto. E la pagliacciata di ieri, dopo i danni per la protesta dopo la partita di basket contro il Maccabi, è l’ennesima riprova di questo insopportabile doppiopesismo, che Maurizio Crippa, su Il Foglio, aveva sapientemente anticipato.

Pro-Pal, pro Albanese e pro tutto

Lepore ha scaricato sul governo i danni dei soliti teppisti per una normale esibizione sportiva. Ogni volta che una squadra israeliana di qualsiasi genere viene in Italia, ma anche nel resto d’Europa, c’è una mandria di idioti che le vuole addebitare gli orrori di Gaza.

E proprio Crippa aveva palesato questo “al lupo, al lupo” del primo cittadino. Lo stesso che ha esposto la bandiera della Palestina sul davanzale del Comune, ha premiato Francesca Albanese come eroina della resistenza, salvo poi gridare prima: “Attenzione, c’è questa partita, ci saranno incidenti”. Un capolavoro di ipocrisia.

L’avvocato del diavolo

Ascoltando le premure con le quali Lepore scongiurava gli incidenti sembrava di assistere al monologo straordinario di Al Pacino ne “L’avvocato del diavolo”. Non che si possa ovviamente dire che ciò sia stata colpa del sindaco, ma ha aizzato indirettamente gli animi in questi mesi, ha voluto riportare Bologna a una dimensione di totalitarismo anni settanta, quando i compagni del Pci ne controllavano ogni segmento. “Guarda ma non toccare, gusta ma non provare”, diceva Pacino. Il sindaco ha creato il terreno di coltura di un fondamentalismo bieco, che non sa nemmeno separare le colpe dei governi dalla innocenza di una squadra di basket. 

L’Emilia e i segretari di partito della sinistra

La storia del socialismo e poi del comunismo attraversa completamente l’Emilia-Romagna, da Mussolini a Nenni. Lo sapeva bene Palmiro Togliatti, che per questo diffidava dagli emiliani. E lo stesso Pci con le sue declinazioni postume, dal “Migliore”, a Longo, da Berlinguer a Natta, da Occhetto, a D’Alema, Veltroni, non ha mai avuto, fino a Pierluigi Bersani, un segretario di partito proveniente dalla “terra rossa”. Solo un caso?.

Il crack e le pipe

Del resto, chi può pensare di comprare con i soldi pubblici trecento pipe per agevolare i fumatori di crack? Nemmeno Riccardo Magi lo farebbe ed è un gran dire. Ma Lepore, invece, non solo l’ha pensato: l”ha fatto davvero.

Un figuro di tanti anni fa

Come il titolo di una famosa commedia eduardiana, Matteo Lepore sembra un figuro di tanti anni fa. Recita a soggetto la parte dell’integralista intransigente, poi cerca di apparire moderato. E’ il bene e il male di se stesso, impegnato ad accapigliarsi contro continui nemici immaginari. Anche lui è in fila, tra le varie Salis, Todde e compagnia cantando, a recitare il ruolo antimeloniano. Non ha il carisma di Vincenzo De Luca. Non ha la stoffa per puntare in alto. La stoffa del sindaco.

 

 

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di Stefania Davide - 22 Novembre 2025