Ranucci d'Italia
Le confessioni di San Sigfrido: “Avevo la tessera Dc, entrai in Rai da raccomandato. Se vado via io, non restano manco i cassetti…”
Sigfrido Ranucci e l’ingresso in Rai con la raccomandazione
Ranucci racconta di essere cresciuto alla Garbatella, come la Meloni. “Ma non entrerò mai in politica. Non mi interessa, e non mi identifico in nessuno dei partiti che adesso mi tirano per la giacchetta… Il Pd mi dà solidarietà ufficiale. Ma non è che mi amino particolarmente. Anzi… E una parte dei 5 Stelle ha sempre pensato che noi fossimo roba loro, che dovessimo trattarli con riguardo. E invece no”. Sulla bomba dice: “Il 15 settembre abbiamo scoperto mitragliatrici nascoste in un cantiere navale. Le abbiamo collegate a dei prestanome della camorra che trafficano armi verso la Libia… L’unica cosa certa è che la politica non c’entra assolutamente nulla, e non ho mai pensato né detto il contrario”. Ranucci spiega con sincerità come è entrato in Rai: “Con la raccomandazione della segretaria di un dirigente cui davo lezioni di tennis. Era il 1989 e la raccomandazione era di una signora, la segretaria di un alto dirigente di Viale Mazzini, che avevo conosciuto perché le davo lezioni di tennis. Mi facevo pagare in nero. E meno male che allora non c’era ‘Report’ perché mi avrebbero fatto il paiolo». Andrà alla “Sette”? “Ho incontrato Cairo, e abbiamo parlato per oltre due ore. Un dialogo molto bello. Ero stato contattato per fare un libro con la sua casa editrice, ma poi abbiamo parlato anche di televisione. Ma io vorrei rimanere in Rai. Ma dipenderà dalla Rai, non da me”.
Il nuovo Report
Ranucci poi ricorda che il nome ‘Report’ non può andare su La7. “E’ un marchio di proprietà della Rai. Ma un ‘New Report’ sì, ci può andare. E con lui verrebbe tutta la squadra. Se mi sposto io, qua non ci rimangono nemmeno i cassetti. Perché è un segnale. Significa che ‘Report’ non ha più la libertà di fare quello che ha fatto fino ad adesso”.