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Le confessioni di San Sigfrido: “Avevo la tessera Dc, entrai in Rai da raccomandato. Se vado via io, non restano manco i cassetti…”

Ranucci d'Italia

Le confessioni di San Sigfrido: “Avevo la tessera Dc, entrai in Rai da raccomandato. Se vado via io, non restano manco i cassetti…”

Politica - di Monica Pucci - 24 Novembre 2025 alle 12:16

 “Se mi sposto io, qua non ci rimangono nemmeno i cassetti. Perché è un segnale. Significa che ‘Report’ non ha più la libertà di fare quello che ha fatto fino ad adesso”, confessa al “Foglio Sigfrido Ranucci, in una lunga intervista a Salvatore Merlo nella quale si dichiara nel mirino dei giornali di destra ma non vicino a nessun partito di sinistra, tantomeno al M5S che da sempre lo sostiene. “Ho avuto la tessera della Dc, corrente sbardelliana, me la fecero loro quando ero ragazzo, neanche lo sapevo, ma su alcune cose ho idee vicine alla destra legalitaria”. E si definisce un cattocomunista. “Non sono mica un’entità morale intangibile che parla da un pulpito. Ma che mi critichino pure, che mi attacchino. Non voglio immunità. E’ giusto così. E’ fisiologico. I giornali del gruppo Angelucci non perdono un giorno…”.

Sigfrido Ranucci e l’ingresso in Rai con la raccomandazione

Ranucci racconta di essere cresciuto alla Garbatella, come la Meloni. “Ma non entrerò mai in politica. Non mi interessa, e non mi identifico in nessuno dei partiti che adesso mi tirano per la giacchetta… Il Pd mi dà solidarietà ufficiale. Ma non è che mi amino particolarmente. Anzi… E una parte dei 5 Stelle ha sempre pensato che noi fossimo roba loro, che dovessimo trattarli con riguardo. E invece no”.  Sulla bomba dice: “Il 15 settembre abbiamo scoperto mitragliatrici nascoste in un cantiere navale. Le abbiamo collegate a dei prestanome della camorra che trafficano armi verso la Libia… L’unica cosa certa è che la politica non c’entra assolutamente nulla, e non ho mai pensato né detto il contrario”. Ranucci spiega con sincerità come è entrato in Rai: “Con la raccomandazione della segretaria di un dirigente cui davo lezioni di tennis. Era il 1989 e la raccomandazione era di una signora, la segretaria di un alto dirigente di Viale Mazzini, che avevo conosciuto perché le davo lezioni di tennis. Mi facevo pagare in nero. E meno male che allora non c’era ‘Report’ perché mi avrebbero fatto il paiolo». Andrà alla “Sette”? “Ho incontrato Cairo, e abbiamo parlato per oltre due ore. Un dialogo molto bello. Ero stato contattato per fare un libro con la sua casa editrice, ma poi abbiamo parlato anche di televisione. Ma io vorrei rimanere in Rai. Ma dipenderà dalla Rai, non da me”.

Il nuovo Report

Ranucci poi ricorda che il nome ‘Report’ non può andare su La7. “E’ un marchio di proprietà della Rai. Ma un ‘New Report’ sì, ci può andare. E con lui verrebbe tutta la squadra. Se mi sposto io, qua non ci rimangono nemmeno i cassetti. Perché è un segnale. Significa che ‘Report’ non ha più la libertà di fare quello che ha fatto fino ad adesso”.

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di Monica Pucci - 24 Novembre 2025