Il caso
L’Anm resta arroccata sui “bambini del bosco”: «Certa politica strumentalizza». L’indignazione dei cittadini non è pervenuta
L'Associazione dei magistrati rifiuta qualsiasi tipo di critica alla decisione del Tribunale dei minori dell'Aquila. Nordio: «Strappare un bambino dalla famiglia è un atto estremamente doloroso, quindi bisognerà approfondire»
Non va proprio giù all’Anm che la vicenda dei “bambini del bosco” di Palmoli, in Abruzzo, abbia suscitato tanta indignazione e che nella politica ci sia stato chi, dando voce a sentimenti ampiamente diffusi tra gli italiani, abbia criticato la decisione del Tribunale dei minori dell’Aquila di disgregarne la famiglia, collocandoli insieme alla madre e senza il padre in una comunità.
L’Anm insiste sui “bambini del bosco”: tutto fatto a regola d’arte
Dopo l’intervento della sezione abruzzese dell’Associazione, che ha lamentato «tentativi di strumentalizzazione», oggi a muoversi è stata la giunta esecutiva centrale dell’Anm. «L’Associazione nazionale magistrati invita al rispetto del ruolo della giurisdizione in una vicenda che coinvolge valori tra i più delicati: il diritto della famiglia a determinare le proprie scelte di vita e, al tempo stesso, il dovere di tutela dei minori previsto dalla nostra Costituzione. Il provvedimento di sospensione della responsabilità genitoriale del Tribunale per i minorenni di L’Aquila si fonda su valutazioni tecniche e su elementi oggettivi: sicurezza, condizioni sanitarie, accesso alla socialità, obbligo scolastico. Ed è stato assunto nel rispetto delle norme vigenti e con finalità esclusivamente protettive».
Dunque, per l’Anm, non ci può essere dubbio che tutto sia stato fatto nel migliore dei modi e che quelle «valutazioni tecniche» e quegli «elementi oggettivi» siano riusciti a cogliere il senso profondo di questa vicenda, la specificità di quella famiglia che ha fatto scelte certamente in controtendenza rispetto alla società, ma non necessariamente lesive della salute fisica e psicologica dei bambini, che anzi, da chi ha avuto modo di conoscerli, compreso il sindaco di Palmoli, sono stati descritti come sereni e curati.
L’attacco per le critiche di «certa politica». Ma l’indignazione attraversa la società
Per l’Anm chi nella politica, anzi in «certa politica», come si legge nella nota, è rimasto sconcertato dall’allontanamento – tanto più che si tratta di una misura radicale che non sempre si vede applicata con la stessa solerzia in contesti di autentico degrado, di incuria e perfino di sfruttamento e malaffare a vario livello – opera delle «strumentalizzazioni», che «appaiono in netto contrasto col rispetto dei diritti dei minori, dei più deboli, e della dignità di tutte le persone coinvolte».
È stato poi il segretario generale dell’Anm, Rocco Maruotti, a rivendicare che l’ordinanza del Tribunale dei minori dell’Aquila è «stramotivata in dieci pagine». «È da ieri che Salvini e tutto un arco politico si sono scagliati contro quei giudici: il Csm e l’Anm servono a difendere i magistrati quando vengono inopportunamente attaccati dalla politica», ha aggiunto, invitando a leggere «i provvedimenti prima di attaccare ad occhi chiusi un giudice, perché un giudice, prima di emettere un provvedimento, esercita la funzione delicata di decidere e decide sulla vita delle persone facendolo con molto scrupolo». Ma è proprio questo, con buona pace di Maruotti e dell’Anm, a preoccupare al di là del caso stesso dei bimbi del bosco: se oggi è toccato a loro perché la casa non è “antisismica” o perché i genitori hanno scelto di farli studiare a casa invece che a scuola, domani a chi toccherà? Cosa mette al riparo ciascun cittadino dal fatto che un giudice decida che un certo stile di vita è illegittimo e non semplicemente non condivisibile o anche solo non condiviso? Se questa vicenda ha avuto un’eco così forte è proprio per il profondo turbamento che ha suscitato nel nostro tessuto sociale, e che non appare neanche lontanamente pervenuto dalle parti dell’Anm.
Nordio: «Strappare un bambino dalla famiglia è un atto estremamente doloroso, bisognerà approfondire»
«È prematura qualsiasi considerazione procedurale, certo faremo accertamenti profondi», ha chiarito nuovamente il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, confermando l’invio di ispettori a L’Aquila di cui ha ragionato con la premier Giorgia Meloni. «Ci sono ancora delle persone che pensano che Rousseau avesse ragione e che vivere allo stato di natura sia la condizione migliore perché la civiltà ti corrompe», ha aggiunto il ministro, in un’intervista con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci al Forum annuale della Fondazione Iniziativa Europa. «Faccio anche presente – ha proseguito – che noi siamo bombardati, ormai da decenni, da profeti che ti dicono che bisogna smetterla con il consumismo, con la tecnologia, bisogna ritornare allo stato di natura e probabilmente qualcuno lo fa: bisogna sempre vedere se questo però comprometta o meno l’educazione dei bambini». «Io penso che i genitori siano i primi ad essere consapevoli di quelli che sono i loro doveri e comunque, ripeto, in questo caso faremo degli accertamenti. Strappare un bambino dalla famiglia è un atto estremamente doloroso, quindi – ha concluso il Guardasigilli – bisognerà approfondire».