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Cecità addio? La nuova frontiera della ricerca lo lascia sperare

Prodigi della scienza

La cecità potrebbe avere i giorni contati, iniezioni “miracolose” di cellule per rigenerare la cornea: la nuova frontiera supera il trapianto

Esperti italiani annunciano al Congresso Siso-Aimo che una singola inoculazione consentirà di rendere nuovamente trasparente una cornea diventata opaca

Cronaca - di Redazione - 8 Novembre 2025 alle 17:21

Un annuncio che ha il sapore della svolta epocale e che riempie di speranza milioni di persone in tutto il mondo: siamo «vicini a una cura contro la cecità». È questa l’entusiasmante prospettiva emersa dal congresso nazionale congiunto della Società italiana di scienze oftalmologiche (Siso) e dell’Associazione italiana medici oculisti (Aimo) a Roma.

Al centro del dibattito scientifico non c’è più la complessa chirurgia, ma la terapia cellulare rigenerativa. L’obiettivo è superare definitivamente i limiti del trapianto di cornea – che pur ha rappresentato una pietra miliare della medicina – sostituendolo con una tecnica di estrema semplicità: rigenerare la cornea malata con una singola, mirata iniezione.

Cecità addio? La nuova frontiera della medicina che con un’iniezione di cellule supera il trapianto

Il focus è sulle patologie legate alla disfunzione endoteliale, la principale causa di ipo-visione corneale, che colpiscono circa 10 milioni di persone globalmente. Gli specialisti, citando studi d’avanguardia, prospettano un futuro in cui una singola cornea donata da un giovane possa dare vita a centinaia, forse mille, iniezioni “miracolose”, risolvendo così sia il problema della carenza di tessuti. Che le complicanze post-operatorie. L’Italia, già pioniera nei trapianti lamellari, si conferma in prima linea in questa nuova frontiera della Medicina che promette di riscrivere il destino della vista.

Iniezioni di cellule per rigenerare la cornea: «Vicini a sconfiggere la cecità»

Dunque, ci siamo. Rigenerare la cornea malata con un’iniezione, invece di sostituirla in tutto o in parte con il trapianto. «Non siamo mai stati più vicini a una cura contro la cecità», è l’annuncio dal primo congresso nazionale congiunto della Società italiana di scienze oftalmologiche (Siso) e dell’Associazione italiana medici oculisti (Aimo), che si chiude oggi a Roma.

Al Congresso Siso-Aimo focus sulle terapie cellulari che in futuro potrebbero superare il trapianto

Al centro dei lavori anche i progressi della medicina contro la cecità corneale, «una delle principali cause di perdita della vista a livello globale, che colpisce ogni anno circa 10 milioni di persone nel mondo», ricordano gli specialisti. Ora, sottolineano, uno studio pubblicato su Nature Biotechnology indica che «la terapia cellulare è prossima a essere consacrata a cura contro la cecità corneale da disfunzione endoteliale, ovvero legata a patologie a carico dello strato più interno della cornea».

«La cornea, il tessuto trasparente che rappresenta la parte anteriore dell’occhio, è essenziale per fare entrare immagini chiare nell’occhio – spiega il consigliere Siso Vincenzo Sarnicola, direttore della clinica degli occhi Sarnicola di Grosseto, esperto trapiantatore e visiting professor in diverse cliniche oculistiche internazionali –. Quando è danneggiata si opacizza, trasformando il mondo in una nebbia costante. Il trapianto di cornea perforante (a tutto spessore), da donatore, nel secolo scorso ha consentito il recupero visivo a milioni di persone nel mondo. Anche se poi, complicanze intraoperatorie e postoperatorie, a volte importanti, si sono registrate con una certa frequenza».

Poi, dall’inizio del Duemila, la grande svolta dei trapianti lamellari di cui l’Italia è stata pioniera. «La chirurgia lamellare – descrive Sarnicola – trova spazio progressivamente e diventa il gold standard grazie alla riduzione dell’invasività dell’intervento. Migliorando la sopravvivenza dei tessuti innestati. E riducendo i rigetti.  Resta tuttavia il problema della disponibilità di tessuti per il trapianto di cornea, «tuttora problematica in molte parti del mondo», evidenzia Sarnicola.

Come funziona la nuova tecnica

«La (nuova ndr) tecnica sarà molto semplice», illustra Sarnicola. «Un’iniezione nell’occhio consentirà alle cellule iniettate di rendere nuovamente trasparente una cornea diventata opaca per una disfunzione endoteliale.

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di Redazione - 8 Novembre 2025