Nuovo allarme
Influenza, 400mila italiani già a letto: colpiti soprattutto i bambini, ora spaventa il ceppo giapponese
Mentre l’Italia affronta un’ondata anticipata di infezioni respiratorie, le autorità sanitarie puntano su vaccini aggiornati e strategie di prevenzione per evitare il caos negli ospedali
L’influenza stagionale torna a far parlare di sé, e lo fa con largo anticipo. I casi stimati superano già le 400mila unità, con un’incidenza maggiore nei bambini tra zero e quattro anni. Secondo l’ultimo bollettino del sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, si contano 7,36 casi ogni mille assistiti, che salgono a 18 nella fascia pediatrica.
«Aumentano le vaccinazioni, soprattutto tra gli anziani»
A differenza di quanto accadeva in passato, i dati includono oggi anche le Ari, ovvero le infezioni respiratorie acute, una categoria più ampia rispetto alle sole sindromi simil influenzali (Ili) e che comprende tosse, mal di gola, raffreddore e difficoltà respiratorie.
«La vaccinazione sta andando bene – spiega il dottor Enrico Di Rosa, direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl Roma 1 e presidente nazionale della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica – abbiamo un aumento, soprattutto tra gli anziani, tra il 10 e il 15 per cento. Ci aspettiamo che il picco influenzale sia in linea con gli anni scorsi, attorno alla fine dell’anno».
Un trend confermato anche da Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive del San Martino di Genova: «Siamo a più 50 per cento». La crescita delle adesioni è incoraggiante, specie alla luce della situazione internazionale: in Australia, dove la stagione si è chiusa da poco, il virus ha provocato numerosi ricoveri, mentre in Giappone la diffusione è stata anticipata e particolarmente intensa.
Dati in crescita ma nessun allarme
Nonostante l’aumento dei casi, gli esperti invitano alla cautela: «Si registra ancora un basso tasso di positività per i virus influenzali e per il Virus respiratorio sinciziale (Vrs) – si legge nel bollettino dell’Iss –. I valori più elevati riguardano Rhinovirus, SARS-CoV-2 e virus parainfluenzali».
Negli ospedali si osserva una presenza bilanciata dei virus A(H1N1) e A(H3N2), mentre non è ancora emerso il ceppo di tipo B Victoria, responsabile dell’ondata australiana.
Rezza: «Alta circolazione, ma in Italia tempi regolari»
«È troppo presto per trarre conclusioni – avverte il professor Gianni Rezza, epidemiologo e docente di Igiene e Sanità Pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano –. La circolazione è ancora sporadica, quindi non possiamo escludere che il sottotipo che ha causato molti ricoveri in Australia arrivi anche in Italia. La scorsa stagione abbiamo avuto 16 milioni di sindromi simil influenzali, e ripetere dati di questo tipo sarebbe da non sottovalutare. Ma, almeno per ora, la tempistica è quella consueta: da noi il picco è atteso a fine anno».
Vaccini e protezione: undici tipologie autorizzate
Attualmente sono undici i vaccini antinfluenzali approvati dall’Aifa, aggiornati ogni anno secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. «Nel Lazio – precisa Di Rosa – ne stiamo utilizzando quattro. Sta dando risultati molto importanti quello riservato ai bambini con più di due anni: è uno spray nasale, più semplice da somministrare».
Pregliasco: «Stagione intensa ma prevista»
Il virologo Fabrizio Pregliasco sintetizza così il quadro: «Le infezioni respiratorie stanno salendo, in linea con lo scorso anno, e questo conferma le previsioni: avremo una stagione influenzale intensa, ai livelli di quella passata».
Da Roma a Milano, i medici invitano a non sottovalutare i sintomi – febbre, mal di testa, dolori articolari, tosse e congiuntivite – e a ricorrere alla vaccinazione, raccomandata per gli over 60 e le persone fragili.