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Scoperto un antico Street food a Pompei

Ieri come oggi?

Incredibile Pompei, dagli scavi spuntano menù e spazi dedicati all’Egitto in tavola: un archetipo di street food ante-litteram

Nel retrobottega di un Thermopolium (antico street food), è stata ritrovata una situla in pasta vitrea di pregio, proveniente dall'Egitto, che testimonia la sorprendente commistione di culture nella vita quotidiana della plebe

Cronaca - di Filomena Auer - 6 Novembre 2025 alle 15:31

Il Parco Archeologico di Pompei rivela un dettaglio sorprendente sulla vita popolare prima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Nei recenti scavi che hanno interessato il Thermopolium della Regio V l’equivalente dell’antico street food – è riemerso un eccezionale reperto: una situla (vaso) in pasta vitrea di lusso, decorata con scene di caccia in stile egiziano e prodotta ad Alessandria.

Il ritrovamento di questo oggetto pregiato, riutilizzato con disinvoltura come semplice contenitore da cucina nella retrobottega di un locale popolare, dimostra la straordinaria commistione e mobilità di stili e idee culturali e religiose che permeavano ogni strato della società pompeiana, persino tra i gestori di una modesta “popina”. La scoperta, avvenuta tra utensili da cucina e anfore vinarie, offre una prospettiva unica su come i culti orientali e le influenze straniere si diffondessero capillarmente, ben oltre le élite cittadine.

Pompei: l’Egitto in cucina, riemerge vaso tra utensili di un antico “street food”

Il punto è questo: un recipiente in pasta vitrea con scene di caccia in stile egiziano, proveniente da Alessandria, rivela scambi culturali e religiosi sorprendenti nei retrobottega di un Thermopolium. Per l’esattezza, il significativo reperto è riemerso dalle profondità della Regio V a Pompei, ed è quello che è stato ribattezzato “street food” dell’antichità, scavato parzialmente nel 2020/21. Il prezioso vaso, riutilizzato come contenitore da cucina, testimonia la sorprendente commistione di culture e religioni nella vita quotidiana della città vesuviana prima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Il contenitore invetriato, solitamente presente in area vesuviana come elemento pregiato di decorazione di giardini e ambienti rappresentativi, qui era stato riutilizzato evidentemente come contenitore da cucina. Le analisi successive ai restauri in corso potranno comunque rivelare il contenuto, come spiega un articolo dell’E-journal degli scavi di Pompei, che illustra gli interventi di cantiere che hanno interessato questi ambienti.

Gli spazi e i gestori di una “futuristica” attività di ristorazione del passato

I nuovi scavi avviati nel 2023 nell’area della Regio V, con la finalità di migliorare le condizioni di conservazione degli ambienti adiacenti al Thermopolium, hanno messo in luce gli ambienti di servizio e il piccolo appartamento al primo piano dove abitavano i gestori dell’attività di ristorazione. Nell’ambiente al piano terra con il piano cottura sono stati rinvenuti ancora al proprio posto gli strumenti utilizzati per la preparazione dei cibi (mortai, tegami). E numerose anfore vinarie di provenienza mediterranea.

E dagli scavi, nel retrobottega di una “popina”, spunta uno “street food” di Pompei

«Vediamo qui in atto una certa creatività nell’arredare spazi sacri e profani, cioè l’altare domestico e la cucina, con oggetti che testimoniano la permeabilità e la mobilità di gusti, stili e verosimilmente anche di idee religiose nell’Impero Romano – spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel –. E vediamo questo fenomeno qui non a un livello elitario, ma in un retrobottega di una “popina”, uno street food di Pompei. Vale a dire a un livello medio-basso della società locale, che si rivela però essenziale nella promozione di forme culturali e religiose orientali, tra cui i culti egiziani. Ma più tardi anche il cristianesimo».

Spazi e commistioni di stili e culture

Al momento dell’eruzione del Vesuvio, il vano attiguo al Thermopolium fungeva da ambiente di servizio. Gli spazi erano organizzati in modo funzionale: un piccolo bagno era situato a lato di un ingresso che si apriva sul vicolo cosiddetto dei Balconi. Una zona era, invece, destinata allo stoccaggio di anfore e altri contenitori per la conservazione di liquidi. Lo spazio rimanente era occupato da oggetti utilizzati per la lavorazione, la cottura e la conservazione dei cibi.

Tra i reperti più interessanti recuperati la situla in faience riccamente decorata, testimonianza degli scambi commerciali e culturali che caratterizzavano Pompei. Il piano superiore all’ambiente di servizio era suddiviso in due piccole stanze. Una delle quali affrescata e decorata in IV stile, con architetture prospettiche illusionistiche e un pavimento colorato di giallo. La stanza era arredata con mobili, forse in parte rivestiti da lastre marmoree policrome. E con oggetti personali conservati in cassette lignee riccamente adornate.

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di Filomena Auer - 6 Novembre 2025