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Halloween Día de los Muertos

Il ritorno del sacro

Halloween è fuori moda: ora il mondo celebra il Día de los Muertos

La tradizione messicana conquista l’Occidente: meno consumo e travestimenti, più memoria, colore e spiritualità in una celebrazione che onora la vita attraverso la morte

Cultura - di Alice Carrazza - 2 Novembre 2025 alle 07:00

Per decenni, Halloween ha dominato l’immaginario occidentale come la notte della paura, del travestimento e delle caramelle. Ma oggi quella zucca che una volta brillava come simbolo di trasgressione e ironia sembra perdere luce. Le streghe, i vampiri e i supereroi che affollavano i marciapiedi americani stanno cedendo spazio a volti dipinti e altari colmi di fiori e fotografie: il mondo, lentamente, sta sostituendo la paura con la memoria. È il momento del Día de los Muertos, la celebrazione messicana che restituisce alla morte la dignità del ricordo.

Dal consumo alla consapevolezza

Halloween nasce da un rito celtico e si trasforma in una macchina commerciale globale. Negli Stati Uniti, secondo la National Retail Federation, la spesa per costumi e decorazioni nel 2025 ha superato i 12 miliardi di dollari, ma dietro i numeri scintillanti cresce una stanchezza diffusa. Le vetrine si ripetono, le idee si assottigliano, l’atmosfera è più di routine che di mistero.

“Negli ultimi anni Halloween ha perso la sua componente simbolica, riducendosi a una sequenza di stimoli visivi e acquisti impulsivi”, aveva già spiegato il sociologo culturale David Stuckler. “Il pubblico cerca esperienze più autentiche, più legate all’identità che al consumo”.

E questa autenticità arriva dal sud, in una tradizione che unisce religione, arte e affetto: il Día de los Muertos, la “festa dei morti” che non spaventa, ma unisce.

La rinascita di un rito antico

Nata dalle credenze azteche e poi integrata nella liturgia cattolica, la festa si celebra tra l’1 e il 2 novembre. Per i popoli mesoamericani, la morte non era la fine ma un passaggio, una soglia che consentiva ai defunti di tornare a visitare i vivi. Così, ogni anno, le famiglie allestiscono altari domestici ofrendas – con fiori di calendula, teschi di zucchero, fotografie e piatti tradizionali.

“È un momento per onorare i nostri cari, non per piangere”, ha dichiarato la curatrice Maya Shugart dell’El Museo del Barrio di New York, dove la celebrazione è diventata uno dei principali eventi culturali dell’autunno. “Vogliamo che i bambini vedano in che modo le generazioni precedenti vivevano questa tradizione, così che possano tramandarla”.

Negli Stati Uniti, il Día de los Muertos ha ormai superato i confini delle comunità latine. Quest’anno, festival e processioni hanno animato città come Phoenix, Los Angeles, Chicago e New York, mentre nelle scuole si insegnano i simboli e i significati della ricorrenza. “Il nostro Paese sta diventando più multiculturale, e il Día de los Muertos entra nella coscienza nazionale”, ha affermato Ken Shutz, direttore del Desert Botanical Garden in Arizona.

Una festa che parla di vita

La forza del Día de los Muertos sta nella sua semplicità rituale e nella profondità del suo messaggio. Non esorcizza la morte, la abbraccia. Non si maschera per nascondere la paura, ma si colora per celebrarla.Gli scheletri danzano, ma non per ridere: per ricordare che la vita è un ciclo, e che chi non c’è più continua a vivere nel racconto, nel profumo dei fiori, nella luce delle candele.

“La differenza tra Halloween e il Día de los Muertos”, ha osservato l’antropologa Regina Marchi della Rutgers University, “è che il primo è un gioco di paura, il secondo un atto di amore”. In un’epoca dominata dal consumo e dalla perdita di significato, la semplicità poetica di questa festa è un contrappunto potente: meno rumore, più memoria; meno plastica, più sentimento.

L’Italia scopre il fascino messicano

Anche nel nostro Paese, il Día de los Muertos inizia a farsi strada. Le prime celebrazioni pubbliche, a Milano, Roma e Bologna, attirano ogni anno più partecipanti. Gli altari si moltiplicano nelle gallerie d’arte e nei centri culturali, le scuole propongono laboratori di calaveras e racconti popolari. Non è moda: è curiosità culturale e desiderio di profondità. In un’Italia che ha perso il senso collettivo del lutto, questa festa offre un linguaggio nuovo per parlare della morte senza timore.

Dal macabro al memorabile

Halloween, oggi, è un prodotto d’esportazione che ha smarrito il suo significato. Il Día de los Muertos, al contrario, nasce come rito identitario e cresce come linguaggio universale. Il primo fa rumore; il secondo silenzio. Il primo traveste, il secondo rivela.

E forse è proprio qui la chiave del passaggio: la modernità cerca meno effetti speciali e più esperienze vere.

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di Alice Carrazza - 2 Novembre 2025