Surreale dibattito su la 7
Galimberti (con supponenza) su make up e look di Giorgia Meloni. Della serie: i discorsi “raffinati” della sinistra armocromista
Lo psicologo e celebre firma di "Repubblica" si complimenta sarcasticamente con chi cura il trucco della presidente del Consiglio, definita anche una "bravissima attrice". Acuta riflessione: tipica del maschio colto, simpatico e decisamente irriverente
Nella “meravigliosa La7 land” dove tutti, ma proprio tutti, sono liberi di insultare come vogliono e come credono Giorgia Meloni e il governo di centrodestra, nel corso della trasmissione “La Torre di Babele” è andata in onda un’altra pagina di attacco gratuito alle donne, mascherato da dibattito socio-politico-culturale. A regalare una nuova perla di saggezza sul pensiero, che decodifica le mode e i gusti di oggi, due protagonisti giovani nello spirito, che fanno parte del panorama culturale italiano dal secolo scorso: Umberto Galimberti e Corrado Augias.
Galimberti e il make up perfetto
Lo psicologo, firma autorevole del quotidiano La Repubblica, ospite dell’ex volto della Rai, andato via in polemica col servizio pubblico pur lasciando un pezzo di cuore nella vituperata Tele Meloni, si è complimentato, con voce decisa e piglio tipico del maschio colto e simpatico, con “quelli” che a Giorgia Meloni “curano il suo aspetto fisico” perché “sono bravissimi“. E “gli fanno un make up perfetto“. Al netto del pronome personale maschile “gli“, che vuol dire “a lui” – ma che probabilmente lo psicologo Galimberti è solito usare quando ragiona di politica – i “complimentissimi” non sono finiti qui. Perché a sua detta la premier “è anche una grande attrice, sa muoversi molto bene”. Ed è “bravissima. E siccome noi siamo più attratti dagli attori che dai pensatori… basta, basta quello. Dietro c’è poco”.
Analisi degna della sinistra delle pause teatrali
Non c’è che dire: un’analisi raffinata e approfondita della politica e del contesto storico attuale, degno dell’esperienza degli illustri commentatori e dei loro 173 anni in due. Del resto, vivendo dentro una sinistra nella quale per presentarsi ai cittadini ci si affida ad armocromisti e pause teatrali, giudicare il capo di governo dell’Italia dal suo trucco. O con parametri da sala cinematografica, più che sul lavoro e con termini adeguati al ruolo istituzionale, ci sta.
Per fortuna, c’è un mondo che va oltre la sinistra e nel quale Giorgia Meloni si trucca da sola. Non ha look maker. E non si presenta ai provini dell’Actor’s Studio, ma al cospetto dei cittadini, con la consapevolezza di chi sa di aver rotto il tetto di cristallo. Di essere la prima presidente del Consiglio donna. E di essere entrata nella storia dell’Italia per contribuire giorno dopo giorno a rendere migliore questa nazione. Tuttavia, una domanda viene sempre spontanea ogni volta che capita di ascoltare stralci di riflessioni pubbliche alte, intelligenti, quasi elitarie: misoginia ne abbiamo?