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Non una di meno rilancia lo slogan choc del collettivo Zero Alibi con lo slogan violento contro Giorgia Meloni

Furia social, odio ideologico

“-Femminicidi+Melonicidi”, lo slogan choc svela l’ipocrisia feroce delle femministe di Non una di meno: no alla violenza, tranne se la vittima è Giorgia Meloni

Alla faccia delle paladine in corteo, le attiviste trans-femminista del movimento più noto e in prima linea contro abusi e femminicidi parte male prima ancora di marciare: condivide sul web un post del Collettivo Zero Alibi che gronda virulenza e contraddizioni

Cronaca - di Chiara Volpi - 22 Novembre 2025 alle 14:48

La mobilitazione annunciata da Non Una di Meno per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che dovrebbe essere un momento di riflessione e unità civile, si trasforma, ancora una volta, nell’ennesima esibizione di aggressività ideologica e cieca partigianeria politica. Così, proprio mentre le promotrici si preparano a sfilare (appuntamento fissato alle 14 a Piazza della Repubblica, e arrivo previsto in Piazza San Giovanni), pronte a marciare contro una “violenza patriarcale normalizzata” e varie e eventuali che vanno dalle “disuguaglianze crescenti” al quadro di sangue segnato dal dolore di 78 femminicidi, la realtà dei fatti svela il volto più inquietante di certi attivisti/e.

Ed eccoci all’ossimoro che marca a caratteri di fuoco l’anteprima del corteo al via: il collettivo Zero Alibi, rilanciato sull’account Instagram di Non Una di Meno Roma, ha postato un cartello-slogan che non lascia spazio a interpretazioni: “–Femminicidi+Melonicidi”.

Il corteo delle trans-femministe di “Non una di meno” parte male: con un feroce rilancio social di un virulento attacco alla Meloni

Si tratta di un vero e proprio invito all’eliminazione fisica di una donna, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. E l’attacco virulento quanto inaccettabile, paradossale e macabro, non potrebbe essere più stridente. Né più ripugnante: proprio coloro che si ergono a paladine del “rispetto” e della “tutela femminile”. Che si arruolano nell’esercito delle soldatesse anti-violenze, trasformano un corteo indetto per combattere socialmente e culturalmente abusi e sopraffazioni, in una tribuna di promozione della ferocia contro una donna che, per pura ragione ideologica, non rientra nel loro perimetro politico.

Per “Non una di meno” la violenza è da condannare, tranne se non è frutto dell’odio politico e ideologico?

E il gesto – come lo slogan che lo rilancia – efferato quanto tossico, non può liquidarsi semplicisticamente in uno scivolone di cattivo gusto. Perché, in realtà, andrebbe letto per quello che è: una confessione involontaria e grottesca su una contraddizione intrinseca secondo cui, per le femministe e compagni, la violenza va condannata solo se la vittima appartiene alla loro fazione. In caso contrario, l’odio politico si traveste da pseudo “femminismo moderno” che, data la matrice, diventa agli occhi di collettivi e movimenti trans-femministi giustificabile nella sua parzialità.

Lo slogan choc contro Giorgia Meloni e il vile messaggio violento a cui sottende

Un messaggio pericolosissimo e antitetico ai principi stessi che la Giornata del 25 novembre dovrebbe incarnare. E che, come osserva Fratelli d’Italia sul suo sito a commento di vergognosi post e ignobili storie social che: «Oggi sfileranno contro la violenza sulle donne. Una giornata che dovrebbe servire a riflettere. A fermarsi, a ricordare. E invece diventa, nelle mani delle attiviste di Non Una di Meno Roma, l’occasione per promuovere violenza contro una donna, se quella donna non appartiene al loro recinto ideologico». Concludendo: «È un paradosso grottesco, quasi una confessione involontaria: la violenza è inaccettabile… tranne quando la vittima non piace politicamente». Non è esattamente un buon viatico con cui approcciarsi a marciare in nome delle donne e contro la violenza che le minaccia…

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di Chiara Volpi - 22 Novembre 2025