Intervistata da "La Verità"
Famiglia nel bosco, Roccella: “Sottrarre i bambini ai genitori è un atto traumatico. Alla base deve esserci un pericolo”
La ministra torna sulla questione della "casa nel bosco" ricordando che la socializzazione nel gruppo dei pari è importante ma la famiglia non è secondaria: è qui che nascono personalità e fiducia in sé e negli altri
Il caso della famiglia che vive nel bosco ha “coinvolto emotivamente tanti italiani e penso che sottrarre i bambini ai genitori sia sempre un atto traumatico. Deve avere motivazioni estremamente robuste, forti. E dalle notizie che sono state diffuse in questo caso sembra che siano prevalenti motivazioni non così legate a un pericolo immediato e veramente devastante. Un pericolo di vita, di salute importante, di maltrattamenti, abusi, insomma questioni che conosciamo e che devono avere una gravità obiettiva“.
In una intervista al quotidiano La Verità, la ministra per la famiglia, Eugenia Roccella, torna sulla vicenda che ha attirato su di sé i fari dei media e dell’opinione pubblica.
Ministero della Giustizia ha chiesto gli atti
“Siamo molto perplessi di fronte alla decisione di spostare i bambini fuori dal nucleo familiare – dice Roccella – Non sappiamo in realtà fino in fondo quale sia la situazione e su questo bisogna dire che il ministero della Giustizia ha chiesto di avere tutti gli atti fin qui prodotti e la relazione della presidente del Tribunale per fare una valutazione più articolata del caso e poi decidere se eventualmente inviare un’ispezione. Noi parliamo soltanto a partire dalle notizie di stampa e dall`ordinanza” nella quale “il tribunale spiega che la deprivazione del confronto tra pari in età da scuola elementare, può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino. E aggiunge che il gruppo dei pari è un contesto fondamentale di socializzazione e di sviluppo cognitivo e emotivo che offre opportunità uniche rispetto all`interazione con gli adulti”.
Famiglia non secondaria a gruppo dei pari
“D’accordo”, sottolinea la responsabile della famiglia del governo Meloni “ma il rapporto con i genitori, con la famiglia” non è secondario “per sottrarre un bambino agli affetti più cari, su cui si è costruita la sua personalità e la sua sicurezza, la sua fiducia nel mondo, ci devono essere elementi di grave pericolo. È in famiglia, soprattutto nei primi anni di vita, che nasce la personalità di ciascuno di noi e che si struttura quel rapporto di fiducia in sé stessi e anche nelle relazioni che poi ci consente di andare avanti e di sviluppare pienamente la nostra personalità.
Mi lascia molto perplessa l`idea di non tenere conto del trauma che viene prodotto dalla separazione in così giovane età dai genitori, dalla mamma, dal papà e dall`ambiente familiare».
Tendenza a considera famiglia non un rifugio ma un luogo di esclusione
“Credo che ci sia da molti decenni una tendenza” a non considerare più la famiglia come “il rifugio più caldo, in cui possiamo riprendere forza per poi affrontare le difficoltà del mondo, le mille difficoltà quotidiane. C`è una tendenza a considerare invece la famiglia un luogo di sopraffazione, di esclusione, di incapacità, di impossibilità di sviluppare le proprie potenzialità liberamente” conclude il ministro Roccella “La realtà è che non abbiamo trovato delle alternative alla famiglia. Tutta questa cultura della critica alla famiglia e al familismo non ha poi trovato sostituzioni, aggregati sostitutivi. Penso alle comuni degli anni Settanta, ma anche alle ultime teorizzazioni sulle famiglie queer…».