Pagliacciate in 10 città
Extinction Rebellion arruola Greta e imbratta di verde fiumi e laghi. A Roma la polizia porta gli attivisti dritti in commissariato
Ecco la bravata del sabato di quei bravi ragazzi di Extinction Rebellion. Le acque di 10 città italiane sono state tinte di verde. La protesta, in concomitanza con gli ultimi giorni della COP30 a Belèm in Brasile, è stata realizzata tramite l’utilizzo di fluoresceina, un sale sodico totalmente innocuo- dicono- regolarmente usato per monitorare i flussi idrici nei fiumi dagli speleologi o dai subacquei in mare. Il motivo è grottesco come quasi sempre le ragioni che gli eco vandali sventolano? «Fermare l’ecocidio». Questo, infatti, è stato lo slogan con cui decine di persone sono scese in piazza nelle 10 città italiane coinvolte: Venezia (con Greta capofila), Padova, Trieste, Bologna, Genova, Milano, Palermo, Parma, Taranto, Torino. Se in alcune città sono stati tinti di verde i fiumi, in altre si è trattato di acque di mare. Nella città lagunare si tratta di un secondo blitz. A tingere di verde le acque del Canal Grande c’era anche Greta Thunberg.
Gli eco vandali accusano il governo di “ecocidio”….
L’obiettivo, come riporta il movimento, è denunciare le politiche ecocide del Governo Italiano e rendere visibili i luoghi in cui queste stanno già producendo danni concreti. «Si sta concludendo il più importante summit globale per definire accordi politici internazionali volti a contrastare il collasso climatico e sociale, e anche questo anno l’Italia è stata tra i Paesi che hanno maggiormente ostacolato le misure più ambiziose» commenta Paola da Venezia. Dove ravvedano le politiche “ecocide” del governo è un mistero. Nel mirino degli eco-vandali c’era anche il laghetto dell’Eur a Roma, ma l’operazione è fallita.
A Roma la polizia sventa il blitz al laghetto dell’Eur
Otto attivisti del movimento ambientalista sono stati infatti intercettati a metà mattinata dagli agenti del Commissariato Esposizione. Erano impegnati nei controlli presso l’area verde a ridosso del laghetto dell’Eur. A destare sospetto è stato l’arrivo cadenzato dei primi esponenti del movimento, chiaramente in attesa di altri compagni giunti sul posto dopo poco, con zaini. All’esito del controllo effettuato dagli agenti, hanno fatto emergere l’intento di eseguire un blitz, con l’esposizione di uno striscione e lo sversamento nel laghetto dell’Eur dell’ormai noto tracciante idrico colorato.
La protesta finisce al commissariato
Gli intenti degli attivisti erano piuttosto confusi, lo striscio, ‘fermiamo l’ecocidio’, era accompagnato da volantini a sostegno della causa palestinese nonché contro il colosso energetico Eni. Insomma, un fritto misto di rivendicazioni che lasciano il tempo che trovano. Gli otto attivisti sono stati identificati e accompagnati in commissariato per i successivi approfondimenti. A carico di uno dei componenti del gruppo era pendente un rintraccio per la notifica di un provvedimento di polizia.
La “carnevalata” a Venezia
A Venezia diverse persone sono state identificate, mentre strumenti musicali e lo striscione che era stato esposto sono stati sequestrati. Poi sul ponte sono comparsi alcuni figuranti vestiti di rosso. Non si sono segnalati rischi per la navigazione, che è proseguita regolarmente con monitoraggio in atto. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco – per identificare la natura della sostanza colorante – e le forze dell’ordine, oltre alle autorità competenti per la vigilanza lagunare. A Trieste, dove gli attivisti hanno tinto di verde le acque del canale di Ponterosso, sette persone sono state accompagnate in Questura dove al momento sono in corso le procedure di identificazione. Il sabato del villaggio degli eco vandali…Una ribellione che sta doiventando triste.