Nemici ovunque
Elly stai serena. Il nuovo “lodo Franceschini” mina ai fianchi la segretaria: per Palazzo Chigi meglio un altro
Elly, stai serena. È il sottotesto dell’ultima provocazione semiseria di Dario Franceschini che continua a lavorare ai fianchi della segretaria dem, sempre più isolata e accerchiata. Da una parte la minaccia latente della sindaca di Genova Silvia Salis, sulla quale puntano in tanti come possibile anti-Meloni, dall’altra il pressing interno dei riformisti, in mezzo i ‘consigli’ inascoltati di Romano Prodi. Alla numerosa schiera si unisce l’ex ministro della Cultura, tornato a dare lezioni alla sua sinistra.Ma soprattutto pronto a sfilare a Elly la candidatura a premier pur di battere la destra che pare invincibile. In una riunione riservata Franceschini, ex sponsor di Schlein nella corsa alla segreteria contro Bonaccini, avrebbe fatto capire che è tempo di cambiare musica.
Il lodo Fransceschini è l’ultima minaccia per Schlein accerchiata
Da pragmatico democristiano, aspetta l’evolversi della situazione e il destino della legge elettorale. Ma il messaggio che lancia è chiaro: separazione dei ruoli tra leadership del Nazareno e premiership del centrosinistra. Insomma che Elly si tenga il partito, sgangherato e spaccato a metà come una mela, ma niente candidatura a Palazzo Chigi. Qui entra in campo Giuseppe Conte, che, per quanto guidi un partito in discesa libera nei sondaggi e nelle urne, è il suo alter ego. “Quando saremo a ridosso del voto – ragiona Franceschini – i due dovranno incontrarsi. E se non si metteranno d’accordo, troveremo una soluzione”. La fiducia nei confronti delle risorse ben nascoste della segretaria non è alta.
Niente candidatura a premier, meglio un altro. C’è anche Conte…
“Dovrebbe arrivare a capirlo da sola”, sussurra l’ex ministro della Cultura. Elly, per la verità lo sa bene, la strada oggi è tutta in salita. La frattura con il padre nobile Romano Prodi, la distanza con gli altri fondatori dell’Ulivo e, ultimo e non ultimo, l’inesistente rapporto con il presidente Mattarella.
La segretaria, prima dell’estate, aveva pensato a un colpo di reni convocando il congresso del Pd sull’onda della auspicata vittoria alle regionali, che però non si è vista arrivare. Il pareggio che si profila con le ultime tre Regioni al voto non è un buon viatico per la resa dei conti. Ora deve guardarsi alle spalle, anche dalle ipotesi di improbabili federatori (candidati premier?) come la sindaca di Genova e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Non hanno chance ma sono un discreto intralcio di immagine.
La minaccia di Salis, i consigli di Prodi, la faida interna
Il guaio è che il nuovo lodo Franceschini comincia a fare proseliti. Non sono pochi i dem che non disdegnano lo schema Elly al Nazareno e il leader grillino a Palazzo Chigi. In casa Pd non è passato inosservato il sornione Pierluigi Bersani particolarmente reticente a pronunciare il nome di Schlein come candidata del Centrosinistra. Intanto un furbone come Matteo Renzi ha già promesso un sostegno all’ex avvocato del popolo, magari candidando Maria Elena Boschi a fare da ambasciatrice. Conte perde consensi ma non molla e si muove con disinvoltura, come in Campania dove pur di far ‘trionfare’ Roberto Fico è pronto a scendere a patti anche con il diavolo.