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Delegata Onu Reem Alsalem: L’Italia è una delle voci più forti contro l’utero in affitto

Intervistata da "La Verità"

Delegata Onu Reem Alsalem: L’Italia è una delle voci più forti contro l’utero in affitto

La rappresentante delle Nazioni Unite che si occupa di violenza sulle donne rivolge un plauso alla scelta messa in campo dal nostro Paese definendo la pratica della maternità surrogata una 'pratica sfruttatoria e abusiva' da abolire

Esteri - di Redazione - 24 Novembre 2025 alle 10:29

Alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, tra i temi sul tavolo che in molti pongono, malgrado la reticenza di parte della sinistra, c’è anche quello dell’utero in affitto. Lo scorso anno in Italia il Parlamento ha approvato una legge, promossa da Fratelli d’Italia e fortemente sostenuta dal governo Meloni, che ha reso questa pratica ‘reato universale’. Questo vuol dire che è possibile persegue penalmente il cittadino italiano autore del reato di maternità surrogata anche se commesso all’estero. Oggi in molti guardano a questa soluzione come possibile modello. In una intervista rilasciata al quotidiano “La Verità” Reem Alsalem, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne dice “L`Italia è una delle voci, credo, più forti a favore dell’abolizione della surrogazione e ha adottato misure concrete e molto positive per sradicare la surrogazione ed eliminarne la domanda. Penso anche che sia molto importante che l’Italia voglia attirare l’attenzione su questo tema, così da spingere altri governi a riflettere sulle conseguenze dannose della pratica, a condividere informazioni, a dare visibilità a tutto questo. Sono fiduciosa che, con la leadership di Paesi come l`Italia che hanno preso decisioni molto nette per proteggere donne e bambini da questo sfruttamento e abuso, faremo progressi positivi”

Surrogazione oltrepassa confini ma c’è reticenza a parlarne

Nell’intervista al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, la delegata sottolinea anche come sia “molto strano che una cosa come la surrogazione, che ha un impatto così grande e dannoso e che oltrepassa i confini, con un chiarissimo elemento transfrontaliero, non venga discussa con la stessa energia, attenzione e interesse di altri temi di natura transnazionale, come il terrorismo, il traffico di droga, la schiavitù o la tratta di esseri umani. C`è una forte reticenza a discutere di surrogazione, e questo ha permesso che gli abusi continuassero: ogni Paese fa da sé, non c`è un confronto intergovernativo né uno sforzo per armonizzare le politiche, ma neppure per proteggere le vittime”.

Non esiste definizione universalmente riconosciuta di maternità surrogata

Alsalem spiega che al momento “Non esiste una definizione universalmente riconosciuta di maternità surrogata” che “si ha quando una donna o una ragazza in età fertile porta in grembo un bambino” per dei “genitori committenti. Può trattarsi di surrogazione tradizionale, quando la donna fornisce i propri ovuli che vengono poi fecondati da un donatore o da un`altra persona, oppure di surrogazione gestazionale, quando i gameti provengono da persone diverse dalla gestante stessa”.

Una forma di violenza e di sfruttamento

Al di là delle definizioni lessicale, per Reem Alsalem si tratta comunque di una forma di violenza e su questo tema ha anche realizzato un accurato rapporto: “La violenza contro le donne e le ragazze è definita come una forma estrema di discriminazione nei confronti delle donne in quanto donne, o come un trattamento che comporta gravissime violazioni dei diritti umani. Si tratta quindi di violenza psicologica, fisica ed economica contro donne e ragazze. E, per quanto riguarda la surrogazione, questa è una pratica sfruttatoria e abusiva che provoca danni enormi per le donne che agiscono come madri surrogate, ma anche per il bambino nato tramite surrogazione”.

Irrilevante il numero di chi lo fa come gesto di bontà: è una pratica commerciale

A chi difende questa pratica sostenendo che si tratti di un gesto volontario e un atto d’amore, la delegata Onu risponde senza giri di parole: “Questo in realtà non è vero. La maggior parte delle pratiche di surrogazione avviene in un contesto commerciale. Infatti, la maggior parte della surrogazione non esisterebbe se le donne o le ragazze coinvolte come madri surrogate non ricevessero un pagamento. Questo già dice che l’unica ragione per cui lo fanno – o comunque nella maggior parte dei casi è perché vengono pagate, perché hanno bisogno di denaro. E la surrogazione altruistica di madri che lo fanno per un ‘gesto di bontà’ esiste ma in un numero davvero molto, molto ridotto e praticamente quasi trascurabile. E questo tipo di narrazione viene spesso utilizzato dai media e dalla lobby della surrogazione per abbellire e rendere più accettabile la surrogazione, mentre la realtà è molto sinistra e molto oscura”.

Puntare ad abolire la surrogazione e contrastare la normalizzazione

Nel suo rapporto la delegata speciale suggerisce “che dovremmo puntare ad abolire la surrogazione, abolire la domanda di surrogazione e contrastarne la normalizzazione. Perché normalizzare la surrogazione significa normalizzare la mercificazione e la commercializzazione della capacità riproduttiva di una donna. Significa normalizzare l`acquisto di bambini. E questo deve essere fermato.

Surrogazione e prostituzione fanno leva su difficoltà economiche

“Vedo molte analogie tra il sistema della prostituzione – che è anch’esso un sistema di sfruttamento di donne e ragazze – e la surrogazione – spiega ancora -. Entrambi fanno leva sulle difficoltà economiche e sull’emarginazione di molte donne che, per questo motivo, devono o si trovano costrette a vendere il proprio corpo o la propria capacità riproduttiva. Ma fanno leva anche sull’assenza pressoché totale di tutele in questo ambito, per quanto riguarda la surrogazione. Così i bambini nascono in una situazione di estrema vulnerabilità. Non esistono controlli sul passato dei genitori committenti. Il feto può essere abortito in qualsiasi momento se i genitori committenti lo desiderano. La madre, inoltre, cede il controllo sul proprio corpo alla clinica che funge da intermediaria e anche ai genitori committenti. E quindi diventa molto vulnerabile agli abusi e si ritrova spesso in situazioni che possono mettere seriamente a rischio la sua vita” fa notare.

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di Redazione - 24 Novembre 2025