La decisione
Decreto su Milano-Cortina il tribunale di Milano solleva la questione davanti alla Consulta. Palazzo Chigi: “Tutto regolare”
I presunti illeciti sarebbero stati commessi tra il marzo 2020 e l'anno successivo quando al governo c'era il centrosinistra
La giudice per le indagini preliminari di Milano Patrizia Nobile ha sollevato davanti alla Corte Costituzionale la questione di legittimità costituzionale del decreto del 2024 con cui il governo aveva ribadito la qualificazione di ente di diritto privato della Fondazione Milano-Cortina che organizza le prossime OIimpiadi invernali del 2026. Palazzo Chigi risponde con serenità, ribadendo al regolarità degli atti.
Gli appalti durante il periodo del centrosinistra
La Gip contesta l’attribuzione di diritto privato e non già pubblico all’ente. Il che significherebbe l’elisione dei presunti reati commessi tra il marzo del 2020 e il marzo del 2021, quando in Italia governava il centrosinistra. L’ipotesi investigativa riguarda presunti affidamenti diretti pilotati tra 2020 e 2021 in cambio di tangenti per i servizi digitali. Per i Pm, come sostenuto a più riprese dalla procura, la Fondazione Milano-Cortina è organismo di diritto pubblico, e non privato, e dunque quel decreto andrebbe annullato dalla Corte. Così da sbloccare le indagini.
Il governo: “Tutto regolare”
In riferimento alla decisione del Giudice per le Indagini Preliminari di Milano di rimettere alla Corte Costituzionale la questione di legittimità costituzionale del decreto legge relativo alla Fondazione Milano-Cortina 2026, il Governo accoglie “con serenità e piena fiducia il percorso avviato e attende l’esito della pronuncia della Corte Costituzionale, organo di garanzia preposto alla tutela della Costituzione e delle leggi”. È quanto sottolineano fonti di palazzo Chigi, rimarcando che l’Esecutivo “ha operato e continua a operare per assicurare la migliore riuscita dei prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali. A tal fine, il Governo ha posto in essere le basi giuridiche e organizzative necessarie affinché l’evento si svolga al meglio, nel pieno e trasparente rispetto delle regole e della normativa nazionale ed europea”. L’obiettivo primario, proseguono le stesse fonti, “resta quello di garantire la massima trasparenza e l’efficace realizzazione dell’appuntamento sportivo, un’occasione di importanza strategica che conferirà ulteriore lustro e prestigio alla Nazione intera”.
La decisione tra almeno nove mesi
Resta il fatto però che ci vorranno ora mesi prima che la Corte costituzionale decida sul ricorso, dunque ogni decisione anche riguardo all’inchiesta dovrebbe arrivare ben dopo che le Olimpiadi invernali (6-22 febbraio 2026) si saranno già svolte. Nell’attesa, la giudice ha sospeso il giudizio sui sette indagati del procedimento.
La dura reazione di Attilio Fontana
“Quando partirono le Olimpiadi, il governo stabilì che la Fondazione che avrebbe avuto in gestione l’organizzazione dei Giochi dovesse essere di diritto privato. Improvvisamente salta fuori che è di diritto pubblico e cambia tutto. Per organizzare un evento importante come le Olimpiadi ci vuole elasticità che il pubblico non ci consente di avere, lamenta il governatore Attilio Fontana ai microfoni di 7 Gold. Secondo Fontana, i magistrati, “stanno cercando di mettere delle zeppe in un’organizzazione che sta funzionando e sta dando risposte eccellenti“.
“Aspettiamo l’esito della decisione della Consulta, ma tutti i comportamenti commessi in vigenza della legge in questione credo escludano la sussistenza di qualunque reato: è anche abbastanza anomalo il comportamento della Procura”, conclude Fontana.
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