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Dallo spread al rating, le performance italiane da primato dal 2022 ad oggi. Riconosciuto il lavoro del governo Meloni

L'analisi

Dallo spread al rating, le performance italiane da primato dal 2022 ad oggi. Riconosciuto il lavoro del governo Meloni

Questi dati sono fondamentali perché incidono direttamente sul costo del debito pubblico. Le ripercussioni sul quadro economico sono sostanziali. E ci sono anche margini di miglioramento

Politica - di Enrico Zucconi - 20 Novembre 2025 alle 17:37

L’agenzia S&P Global Ratings ha mantenuto invariato il giudizio sull’Italia a BBB+ con outlook stabile, confermando la valutazione dello scorso aprile, quando il merito di credito del Paese era stato alzato dal precedente livello BBB. Si tratta della seconda valutazione dopo che Fitch il 19 settembre aveva alzato il rating dell’Italia a “BBB+”, con l’outlook passato a “stabile”. In quella circostanza Fitch basava il cambio di giudizio su una discesa del deficit al 3,1% del Pil quest’anno, in una dinamica «supportata dai miglioramenti strutturali sul lato delle entrate e da un rigoroso controllo della spesa». Nell’ottica espressa dagli analisti dell’agenzia, questa evoluzione è figlia anche di «un contesto politico stabile» e del «continuo slancio riformatore», che insieme alla «riduzione degli squilibri esterni migliorano ulteriormente gli indicatori di credito dell’Italia».

L’insieme di questi fattori «mitiga i rischi derivanti dal debito pubblico ancora elevato e dalle crescenti sfide esterne», e permette ai BTp di risalire nella scala della tripla B nonostante il fatto che gli altri Paesi nella stessa area della graduatoria mostrino in media un rapporto fra debito e Pil al 57,3%, cioè molto sotto alla metà dei livelli italiani.

Il rating per l’Italia è fondamentale perché incide direttamente sul costo del debito pubblico: un rating elevato significa che il paese è percepito come meno rischioso, il che porta a tassi di interesse più bassi sull’emissione di nuovi titoli di stato (come i BTP). Questo si traduce in un risparmio significativo per le finanze pubbliche, in quanto si riduce l’onere del debito sia per le nuove emissioni che per le rinegoziazioni. Inoltre, un buon rating aumenta la fiducia degli investitori globali e può favorire la stabilità economica e la competitività del paese. L’ impatto diretto sul debito pubblico è un minor costo del debito: un rating più alto rende i titoli di stato italiani più appetibili, diminuendo il rischio percepito e abbassando i tassi di interesse che il governo deve offrire agli investitori.

Per quanto riguarda il risparmio, le nuove emissioni e le rinegoziazioni avvengono a costi inferiori, generando un risparmio significativo nel tempo, dato l’enorme volume di debito pubblico.

Spread e affidabilità

Un rating positivo tende a ridurre lo spread, ossia il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e quelli più sicuri come i Bund tedeschi, segnalando una minore percezione del rischio. Dal 2022 al 2025 lo spread ha rappresentato un indicatore chiave della solidità italiana, con benefici evidenti per imprese, famiglie e finanza. Il differenziale di rendimento tra i titoli di stato decennali italiani (Btp) e quelli tedeschi (Bund), considerati un punto di riferimento per l’affidabilità di un Paese, ha accompagnato l’Italia in un triennio di consolidamento economico, con ricadute favorevoli su tutti i principali attori del sistema.

Lo spread che a settembre 2022 – poco prima dell’insediamento del Governo Meloni aveva raggiunto i 251 punti base, ha toccato i 71 punti base il 15 agosto 2025 in questi giorni di novembre gira fra 75 e 78 bps. Il 27 agosto anche il differenziale tra Oat francesi e Btp italiani si è assottigliato al minimo storico a circa 5,5 punti base. Un effetto visibile e misurabile del lavoro responsabile svolto dall’esecutivo in questi primi 3 anni. Se all’inizio della legislatura le tensioni internazionali e le preoccupazioni legate alla crisi energetica e alla guerra in Ucraina, insieme alla politica monetaria con gli aumenti dei tassi di interesse da parte della BCE, hanno tenuto lo spread su livelli relativamente alti, le politiche di bilancio prudenti e il rispetto degli impegni con l’UE hanno contribuito a rassicurare i mercati.

Contenimento del debito

Dall’inizio del 2024 ad oggi in particolare lo spread si è mosso in un contesto di relativa tranquillità, riflettendo una maggiore fiducia degli investitori nella solidità economica dell’Italia e nelle sue politiche finanziarie. Lo spread, infatti, ha mantenuto una relativa stabilità e si è mantenuto su valori inferiori rispetto ai livelli visti durante i periodi di massima tensione. Ciò è stato possibile grazie ai segnali di una crescita economica stabile dell’Italia e all’attenzione del governo al contenimento del debito e al rispetto delle regole di bilancio europee. Tutti fattori visti positivamente dai mercati e dalle agenzie di rating che hanno premiato la traiettoria di crescita e consolidamento fiscale del Paese, la gestione dei conti pubblici è un fattore cruciale. La riduzione del deficit e la stabilità delle finanze pubbliche sono considerate favorevolmente.

L’innalzamento del rating è spesso un riconoscimento degli sforzi compiuti dal governo per gestire la finanza pubblica in modo più prudente. Questo si ripercuote su fiducia, stabilità economica e attrattività per gli investitori: un rating elevato attira investitori istituzionali e internazionali, facilitando l’afflusso di capitali. Contribuisce inoltre a mantenere la stabilità del paese, fornendo una base solida per la pianificazione economica e rendendo il paese più resiliente alle crisi. A livello internazionale un buon rating migliora la percezione dell’Italia sul piano estero, influenzando positivamente anche le performance di aziende e banche italiane, che possono beneficiare di condizioni di credito migliori. 

Non di meno viene valutata la crescita economica, il tasso di crescita del PIL sia pure contenuto ma migliore di molti altri paesi dell’area euro e del G7 nonché la solidità dell’economia italiana sono elementi chiave nella valutazione. Possiamo quindi sottolineare che la solidità delle istituzioni ha fatto il resto come anche la stabilità del quadro politico e la fiducia nella sua capacità di implementare riforme. In sostanza l’attuale Governo ha fatto un buon lavoro riconosciuto a livello europeo e internazionale, vi sono molti margini di ulteriore miglioramento e l’Italia è in grado di raggiungere nuovi e più sfidanti obiettivi.

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