Non solo armi e trincea
Crosetto, l’allarme guerra ibrida: “Cyber attacchi e disinformazione sono le nuove armi. L’Italia deve recuperare i suoi cervelli”
Il ministro della Difesa analizza la "guerra non convenzionale" fatta di cyber-attacchi e disinformazione, e propone di creare una "piazza virtuale" per far rientrare i ricercatori italiani e rafforzare la sinergia europea
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha tracciato un quadro della sicurezza e della Difesa che va ben oltre i confini della guerra convenzionale. Intervenendo all’evento “Sicurezza, Difesa, Infrastrutture Intelligenti” organizzato da La Verità, Crosetto ha richiamato l’attenzione sulle dimensioni drammatiche del conflitto in Ucraina e Israele, per poi spostare il focus sulle nuove minacce: la guerra non tradizionale e la sfida della cooperazione tecnologica. «L’attacco subìto da Israele. E quanto accade ogni giorno in Ucraina, in cui qualcosa a turno viene colpito, devono spingerci a una riflessione: quotidianamente muoiono tra 1.500 e 1.800 soldati tra i due schieramenti. La Russia recluta 35-40mila persone ogni mese, per rimpiazzare coloro che cadranno in quel periodo».
Crosetto, la guerra ibrida, l’allarme disinformazione e l’sos ai cervelli italiani nel mondo
Di più. Nel suo intervento Crosetto, dopo aver esordito con cifre che fanno riflettere sulla brutalità del conflitto russo-ucraino – dove quotidianamente si contano migliaia di perdite tra i due schieramenti – e allertando sulla Russia che continua a reclutare decine di migliaia di soldati ogni mese, sposta il baricentro della sua disanima su un fronte parallelo, ma non meno importante. A fianco della “guerra tradizionale” – sottolinea il ministro della Difesa – si combatte ormai quella che definisce una guerra non convenzionale.
Oltre la trincea c’è la guerriglia nel cyberspazio
Una battaglia quotidiana che si svolge nel cyberspazio, e che si combatte con la disinformazione. Il furto di tecnologia. E il tentativo di occupare «pezzi di ricchezza» su cui si costruisce il futuro. «In tutto sono 2,5 milioni tra militari e riserve, cui si aggiungerà un altro milione di militari, contro i 650-700mila degli ucraini. Ma accanto a questa guerra tradizionale – ha sottolineato Crosetto – c’è quella non convenzionale, che ormai si combatte in ogni Paese. E non è fatta di proiettili, aerei e missili: ma è quella cyber, della disinformazione, del furto di tecnologia. Del tentativo di occupare pezzi di ricchezza su cui costruire il futuro. Ci sono diverse sfide che abbiamo davanti, ma ognuna è fondamentale: i vari rubinetti della ricchezza sono nelle mani di pochissimi attori».
Ma la battaglia della Difesa non è persa
Ma, nonostante il quadro complesso, la battaglia non è persa, assicura Crosetto. A patto – aggiunge però il ministro – che l’Italia e l’Europa superino l’eccessiva frammentazione. E a questo proposito il ministro della Difesa, ha criticato la mancanza di cooperazione europea, sottolineando: «Siamo i numeri uno nel difendere le prerogative e i poteri senza esercitarli», ha rimarcato. Evidenziando lo spreco rappresentato dai 27 diversi gruppi di ingegneri europei che non dialogano tra loro.
Crosetto sulla necessità di una sinergia europea e il ritorno dei “cervelli italiani”
Rilanciando a stretto giro: «Abbiamo i migliori bacini universitari al mondo e i nostri ricercatori sono sparsi ovunque… Forse bisognerebbe recuperarli». Ossia: per invertire la rotta, la Difesa italiana sta lavorando a una soluzione interna: l’obiettivo è creare una “piazza virtuale” per recuperare i “cervelli” italiani sparsi nel mondo, ovvero i ricercatori e gli esperti che si sono formati nei “migliori bacini universitari al mondo” e che potrebbero offrire un contributo fondamentale al futuro tecnologico e difensivo del Paese.
«Il mio ministero sta costruendo una piazza virtuale in cui ritrovare i cervelli sparsi per il mondo e farli tornare in Italia»
O meglio. «Il mio ministero sta costruendo una sorta di piazza virtuale in cui ritrovare i cervelli sparsi per il mondo e farli tornare in Italia per darci suggerimenti sul futuro». Ma, osserva anche Crosetto contestualmente, «il nostro problema, come Italia e come Europa, è che cooperiamo poco. Siamo i numeri uno nel difendere le prerogative e i poteri senza esercitarli: invece di difendere ognuno le proprie prerogative bisogna fare sinergia. In questo momento 27 gruppi di ingegneri diversi in Europa non si parlano tra di loro: questo è uno spreco. Oltre che sintomo di stupidità», ha aggiunto e concluso emblematicamente.