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Casa Meloni e il catasto immaginario del “Domani” e dei grillini. L’asticella del ridicolo sempre più alta

Cosa dicono le carte

Casa Meloni e il catasto immaginario del “Domani” e dei grillini. L’asticella del ridicolo sempre più alta

Politica - di Antonella Ambrosioni - 6 Novembre 2025 alle 15:25

“Dev’esserci qualcuno che continua a spostare la soglia del ridicolo”, scriveva Ennio Flaiano. E infatti l’opposizione al governo che finisce tra le scartoffie del catasto è l’ultima stazione di un progressivo sbandare tra argomenti che si rivelano autodistruttivi per chi li propone: il villino o villa delle premier Meloni e relativi vani, metri quadri e questioni da capomastro più che da quotidiano o da partito di opposizione sono l’ultima farsa interpretata in questi giorni. La Meloni che avrebbe dribblato il fisco per avere accatastato la sua abitazione nella categoria A7 e non A/8 per avere vantaggi fiscali ha più del tragico che del ridicolo. Perché partire dagli articoli di stampa ed arrivare alla politica è stato un batter di ciglia. Chi poteva fiondarsi sulla questione epocale -villa o villino?- se non il Movimento Cinquestelle, basandosi sulle insinuazioni di un quotidiano?

Villa o villino? Le carte che smentiscono il Domani sulla casa di Meloni

A lanciare il sospetto sono stati  alcuni articoli pubblicati dal quotidiano Domani nei giorni 1 e 2 novembre rispettivamente dal titolo: “Villa con piscina? No, solo villino. Il catasto grazia Meloni sulle tasse”. Altro titolo, altro articolo: “Non solo la villa di Meloni. Al catasto serve una riforma”, nel quale si affermava, tra l’altro, che l’abitazione della Presidente del Consiglio, censita nella categoria catastale A/7 (Abitazioni in villini) “…vuoi per una svista del catasto o del tecnico…” – possiede caratteristiche dimensionali e accessorie che corrisponderebbero invece ad una abitazione di lusso: da catalogare quindi – affermava con grande sicurezza il quotidiano- nella categoria A/8 (Abitazioni in villa). Per la quale – diversamente dalla categoria A/7 – non sono previste agevolazioni sul piano della fiscalità immobiliare locale ed erariale.

Il catasto immaginario delle opposizioni

Ecco dunque che il grillino Agostino Santillo, vicepresidente della Commissione ambiente della Camera, nei giorni scorsi ha annunciato un’ interrogazione «sui lavori di ristrutturazione e sull’accatastamento della villa acquistata dalla premier», ha affermato. Ma, ci dispiace per i presunti scoop e relative interrogazioni parlamentari, il mondo immobiliare che hanno nella testa al Domani e nel M5S non corrisponde alla realtà. Con un po’ di ricerca i sogni di gloria vanno a sbattere sulle regole. L’attribuzione della categoria catastale prevede, in particolare per le abitazioni, il confronto tra le caratteristiche dell’immobile oggetto di accertamento e quelli  ubicati nella medesima Zona censuaria: ossia, le  cosiddette “unità tipo”. L’immobile di Meloni si trova nella Zona censuaria VI del comune ed è stato interessato da una dichiarazione di aggiornamento catastale nel 2024, per motivi di ampliamento e  diversa distribuzione degli spazi interni. Una ristrutturazione per la quale l’immobile è stato accatastato come  categoria A/7 (Abitazioni in villini) già precedentemente attribuita all’immobile. La fascia A/7 è quella giusta.

Le caratteristiche di casa Meloni: la categoria catastale A/7 è giusta

L’Ufficio competente ha effettuato dei controlli dai quali è emerso che casa Meloni non è la “reggia” sognata dagli accusatori. L’immobile si articola su due piani, di cui uno peraltro a livello seminterrato, con una consistenza complessiva pari a 18 vani. Inoltre  l’altezza media tra un piano e l’altro è nei limiti dell’ordinario, ossia non superiore a 3 metri). La “corte esterna”- definizione tecnica per identificare un giardino- non è il Parco della Reggia di Caserta, ma ha una dimensione complessiva piuttosto limitata (inferiore ai 500 metri quadrati).

Casa Meloni: ok il catasto è giusto, A/7

Per l’Ufficio competente tali caratteristiche sono coerenti con l’attribuzione della categoria catastale A/7 – Abitazioni in villini. Anzi, prendano nota i giornali e anche i politici che si buttano anima e corpo in crociate fallimentari che per essere catalogati nella categoria catastale A/8 – Abitazioni in ville, servono ben altre caratteristiche: elementi di pregio,  tra i quali altezze di interpiano superiori all’ordinario; ambienti principali posti in piani fuori terra e, soprattutto, corti – ossia giardini- con ordini di grandezza ben superiori a quelle riscontrate nell’immobile della premier Meloni.

Gli “immobiliaristi” falliti

Se ancora qualcuno avesse da eccepire segnaliamo che la consistenza di 18 vani rientra, secondo quanto riportato nei prospetti delle “unità tipo” della Zona censuaria VI, tra i limiti  previsti per l’attribuzione della categoria A/7. Facendo poi il confronto di cui sopra tra gli altri immobili della Zona, consigliamo di andare a visionare il foglio di mappa n. 1126 del Comune di Roma. Si verificherà la presenza di numerosi immobili con caratteristiche tipologiche e costruttive similari a quella della premier. Anche la presenza di piscina ad uso familiare è piuttosto frequente nella zona, dove, appunto, si rinviene una netta prevalenza degli immobili abitativi in categoria A/7, con caratteristiche analoghe a quelle possedute
dall’immobile in questione. Peraltro, da notare che in questo figlio non si riscontrano unità immobiliari censite nella categoria A/8.

E guardando alle zone limitrofe si scopre che…

Vogliamo andare ancora più in là con i raffronti per “tranquillizzare” i neo-immobiliaristi del Domani e i cultori dell’interrogazione parlamentare inutile. Il raffronto è stato esteso anche ai quartieri limitrofi (tra i quali, Mezzocammino, Mostacciano, Spinaceto, Tor dei Cenci, Torrino e Vitinia): ebbene è stata riscontrata la presenza di sole due unità immobiliari censite in categoria A/8.  E le caratteristiche sono ben diverse: giardini di circa 10.000 metri quadrati e presenza addirittura di campi sportivi.

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di Antonella Ambrosioni - 6 Novembre 2025