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Battisti come Venezi? Se sei in odore di destra niente strada (e niente orchestra…). Cosa c’è dietro il caso Molteni

La guerra al cantante

Battisti come Venezi? Se sei in odore di destra niente strada (e niente orchestra…). Cosa c’è dietro il caso Molteni

Politica - di Luca Maurelli - 13 Novembre 2025 alle 13:18

Tu chiamale, se vuoi, discriminazioni. Farebbe sorridere la polemica sull’intitolazione di una strada a Lucio Battisti a Molteno, in provincia di Lecco, contestata da una parte della popolazione in quanto non “rappresentativo” della comunità locale, come se Aldo Moro, pugliese, che dovrebbe soccombere nella toponomastica, lo fosse…
Forse c’entra quel verso sulla “Brianza velenosa” del pezzo “Una giornata uggiosa”, nella quale il grande cantante poneva un tema importante, nell’interesse di tutti, quello dell’inquinamento della pianura padana a livelli record negli anni Ottanta grazie alla crescente industrializzazione? O forse c’entra il fatto che Battisti fosse stato, da sempre, un idolo della destra giovanile e considerato simpatizzante di quel mondo anche per i versi di alcune canzoni, dai “boschi di braccia tese” all’inno sul “mondo che non ci vuole più” del “mio canto libero” o in quella frase letta da molti come una nostalgia inconfessabile della “veste dei fantasmi del passato” che “cadendo lascia il quadro immacolato“?

Lucio Battisti e la guerra di Molteno sul cantante che piaceva a destra

Chissà, forse c’entra il fatto che Lucio Battisti fosse amatissimo a destra e osteggiato a sinistra, in quanto poco “impegnato” nella lotta continua. Follie… Tra l’altro, in ogni occasione, la moglie di Battisti e tutto il suo entourage, perfino quel Mogol certo non ostile al governo Meloni, ma mai schierato apertamente, tantomeno a sinistra, hanno negato la militanza del cantante a destra e perfino sue simpatie. Ma guarda caso, proprio quell’odore di destra, come nel caso di Beatrice Venezi, ha scatenato una reazione che perfino “Repubblica” attribuisce a un istinto di reazione “politica”. Ma c’è anche una pista che fa risalire l’ostilità a vecchi rancori tra il Comune e gli eredi dell’artista, che per anni avrebbero stacolato iniziative commemorative e perfino la gestione della salma. Alcuni manifestanti ritengono che sarebbe stato preferibile dedicare vie o piazze a figure più legate all’impegno civile o sociale. Magari non in odore di destra…

“La Collina dei ciliegi (1973) fece alzare il livello dei sospetti dei movimenti politici di sinistra nei confronti di Lucio Battisti. Anni difficili: e se quelle braccia tese fossero un richiamo ai saluti romani? Battisti cominciò a essere indicato come un uomo di estrema destra: non cantava pezzi impegnati, non si schierava, non partecipava a feste di piazza o eventi legati a istanze sociali e civili. Era schivo, non dava praticamente più interviste, non andava in tv: era un’entità un po’ oscura, estranea al dibattito del tempo e quindi attaccabile. Molti militanti vivevano una sorta di doppia vita: in pubblico lo sbeffeggiavano, a casa sentivano i suoi dischi…”, scrive Repubblica oggi proprio nel tentativo di spiegare quella strana “opposizione” a Molteno.

Oggi, tra le associazioni locali che hanno protestato col sindaco per la decisione di intitolare una strada a Battisti a Molteno, dove visse per 25 anni, ce ne sono alcune cattoliche, quindi devote ad Aldo Moro, come  la Cooperativa Accoglienza e Lavoro Comunità Sorella Amelia, altre più vicine alla sinistra. Sta di fatto che la raccolta firme, che ha superato le 117 sottoscrizioni, i firmatari chiedono l’annullamento della delibera e lamentano la mancanza di un confronto diretto con la comunità prima della decisione.​ Il sindaco, a capo di una giunta civica, tende ad escludere la pista “politica”, ma parla di riconciliazione con la comunità locale.
Mogol, invece, che le parole sa usarle bene, è categorico: “Quelli di Molteno dovrebbero essere orgogliosi di avere una strada intitolata a Lucio Battisti”. Com’è triste Venezia, ma com’è triste anche Molteno.

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di Luca Maurelli - 13 Novembre 2025