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Addio a Giovanni Galeone, l’allenatore “filosofo” che leggeva Brecht e Sartre e giocò a calcio con Pasolini

Calcio a lutto

Addio a Giovanni Galeone, l’allenatore “filosofo” che leggeva Brecht e Sartre e giocò a calcio con Pasolini

Sport - di Monica Pucci - 2 Novembre 2025 alle 16:43

Addio a Giovanni Galeone, storico allenatore di calcio e “maestro” di tattica di Massimiliano Allegri. L’ex tecnico di Pescara, Udinese, Perugia e Napoli si è spento a Udine, all’ospedale Santa Maria della Misercordia, all’eta’ di 84 anni. Nato a Napoli il 25 gennaio del 1941, da allenatore ha conquistato quattro promozioni: due a Pescara, una a Udine e una a Perugia. Galeone – che da calciatore (era un centrocampista) ha indossato le maglie di Ponziana, Monza e Udinese fino al 1974 – ha allenato anche Como e Spal.

Addio a Giovanni Galeone, allenatore spavaldo e carismatico

Galeone, nato a Napoli il 25 gennaio del 1941, è noto soprattutto per il suo stile di gioco offensivo e spettacolare come allenatore. Ha giocato come centrocampista, iniziando la carriera calcistica nelle giovanili del Ponziana a Trieste, e ha militato in varie squadre, tra cui Monza, Arezzo, Avellino, Udinese, con cui ha totalizzato 173 partite e 24 reti in Serie C.​

La sua carriera da allenatore iniziò nel 1974, come vice all’Udinese, e poi alla guida di squadre di Serie C e D come Pordenone, Sangiovannese, Grosseto e Spal. Il vero salto avvenne con il Pescara, dove nel 1986-87 conquistò una storica promozione in Serie A con una squadra modesta sulla carta, imponendo un calcio offensivo e tecnico con il modulo 4-3-3. Galeone è celebre per aver ottenuto quattro promozioni in Serie A: due con il Pescara, una con Udinese e una con Perugia.​

Galeone è stato un “filosofo” del calcio, influenzato da una cultura vasta che comprendeva letteratura e politica. Da giovane passava il tempo tra letture di Brecht e Sartre, partecipava a comizi politici e amici come Gigi Riva, Fabio Capello e Pasolini, che conosceva e con cui giocava a pallone.​ Galeone era noto per il suo motto “Vietato vietare!” e per un gioco coraggioso e spregiudicato, in netto contrasto con il calcio pragmatista italiano dell’epoca. Usava ali e terzini ambidestri per un attacco fluido e creativo.​ Fu squalificato per otto mesi nel 1993 per omessa denuncia riguardante un illecito sportivo, un episodio che segnò la sua carriera ma non la sua passione per il calcio.​ Galeone era un grande estimatore del buon vino e si stabilì a Udine, città che considerava casa.​

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di Monica Pucci - 2 Novembre 2025