A 50 anni dall'agguato
Zicchieri, il ricordo di Rampelli alla Camera: “Con lui l’orizzonte di una politica migliore”
A cinquant’anni dall’omicidio di Mario Zicchieri, militante sedicenne del Fronte della Gioventù freddato da un agguato davanti alla sede del Msi di via Gattamelata a Roma, Fabio Rampelli ne celebra il ricordo nell’Aula di Montecitorio. “Il 29 ottobre 1975, esattamente mezzo secolo fa, un ragazzo di 16 anni era accanto alla sede del Msi del quartiere Prenestino a Roma, quando fu assaltata da un commando di Potere Operaio. Mario Zicchieri, trafitto al basso ventre da colpi incrociati di fucile a canne mozze, morì dissanguato. Un altro ragazzo, Marco Lucchetti, sopravvisse con decine di proiettili in corpo per altri anni ancora. L’omicidio – ricorda il vicepresidente della Camera – avvenne 7 mesi dopo quello di Sergio Ramelli, 8 mesi dopo quello di Mikis Mantakas, ma la lista di ragazzi di destra e di sinistra innocenti rimasti uccisi è lunga.
Rampelli ricorda l’omicidio di Zicchieri nell’aula di Montecitorio
Rampelli sottolinea la storia “surreale” di Zicchieri, soprannominato Cremino, lontano anni luce dal prototipo del militante post-fascista. “Nella sede missina provò a superare le ideologie. Si presentava con la sigla di partito ma con uno slogan del tutto diverso ‘né destra né sinistra, Msi per la lotta popolare’. Il Prenestino era all’epoca un quartiere dell’estrema periferia con gli stessi problemi che oggi ha l’attuale degradata periferia di Roma. Il suo esperimento fu tentare di mettere di lato le ideologie per costruire risposte sociali a vantaggio le persone più fragili di quel territorio. È un insegnamento – dice l’esponente di Fratelli d’Italia – che dovrebbe offrire ispirazione e prospettiva verso cui protendere a ciascuno di noi. Nelle responsabilità dei nostri reciproci ruoli. Sarebbe bello poter passare dallo slogan di ieri ‘né destra né sinistra’, come rifiuto intrinseco della violenza che invece colpì Mario Zicchieri, allo slogan ‘e destra e sinistra’, nel pieno rispetto reciproco e con la totale abolizione della parola ‘nemico’”.
L’esperimento del Msi dell’epoca di superare le ideologie
“In una comunità nazionale – aggiunge Rampelli – possono esserci idee diverse, riferimenti culturali diversi, ma non ci possono essere nemici da uccidere. Che la violenza orribile degli anni ‘70 alimentata da un potere che voleva conservare se stesso attraverso la strategia della tensione, possa essere rifiutata ed espunta al più presto dalla battaglia politica”. L’intervento in aula si conclude con una citazione di Pier Paolo Pasolini, di cui ricorre tra pochi giorni il cinquantesimo anniversario della morte. “Tu che vivi nella luce breve dei giorni sappi che anche l’ombra di chi se ne va può insegnare a guardare il cielo”, il cielo appunto di una politica giusta”.
La deposizione di fiori al “Giardino Mario Zicchieri” e il memorial al teatro San Luca
In mattinata, come ogni anno, nel giardino dedicato a Mario Zicchieri al Pigneto, vicino al luogo dove fu assassinato, si è svolta la deposizione di una corona di alloro alla presenza del presidente del V municipio, del sottosegretario all’Istruzione, Paola Frassinetti, di Fabio Rampelli, del consigliere municipale Daniele Rinaldi e del presidente romano di Gioventù nazionale Francesco Todde. Con loro decine di giovani e militanti storici della sede missina. Alle ore 19 al Teatro San Luca, in via Renzo da Ceri 136, l’evento “Cinquanta anni con te”, musica, parole, immagini in ricordo di Mario Zicchieri. Durante il Memorial la testimonianza di Claudio Lombardi, sopravvissuto per miracolo all’agguato, che era con Mario quel pomeriggio di 50 anni fa.