
Astensionismo record
Urne vuote in Toscana, la sinistra già piange. In controtendenza Pistoia guidata da Tomasi
Astensionismo record in Toscana. Un dato largamente previsto ma superiore nei numeri alle peggiori aspettative. Alle 23 di domenica (si vota lunedì fino alle ore 15) si è recato alle urne solo il 35,7% dei votanti, quasi il 10% in meno dell’ultima tornata di cinque anni fa. Alla stessa rilevazione nel 2020 il dato era infatti del 45,89%: in cinque anni un calo vistoso di 10 punti. Alle 12 la percentuale era inferiore al 10%, quasi cinque punti sotto quella del 2020 (9,95% contro il 14,67%). Alle 19 si attestava al 28,17 per cento (nel 2020 alla stessa ora aveva votato il 36,28%). La disaffezione al voto riguarda tutta la Regione, ultima roccaforte rossa insieme all’Emilia, governata ininterrottamente della sinistra. Presto per tirare le somme di una tornata elettorale che il centrosinistra pensa già di avere stravinto. Urne vuote, dunque. Ma a guardare i dati dei singoli comuni si scopre che il capoluogo con l’affluenza più alta è Pistoia, la città guidata da Alessandro Tomasi candidato governatore del centrodestra. Pistoia vanta il record positivo con il 34% di affluenza, appena un punto percentuale in meno di 5 anni fa. Numeri che fotografano la capacità di coinvolgimento e l’appeal del giovane sindaco sul quale il centrodestra unito ha puntato per sconfiggere il decennale monopolio della sinistra.
Toscana, l’astensionismo ha già sconfitto la sinistra
“Siamo nati per stravolgere i pronostici e lo faremo anche in Toscana”, ha detto la premier Giorgia Meloni dal palco del comizio finale a Firenze insieme ai leader della maggioranza Tajani, Salvini e Lupi. Il centrodestra punta al ribaltone ben sapendo che la partita, stando ai sondaggi, è molto ardua. La forte astensione però, al di là dell’esito finale, è già un segnale politico forte che dimostra il cattivo stato di salute del cartello progressista. In Toscana Schlein, Conte e compagni giocano la partita decisiva nel segno della continuità con il governatore uscente Eugenio Giani dopo la débacle nelle Marche e in Calabria. Parola d’ordine: serenità da parte del centrosinistra che si sente la vittoria in pugno.
Malumori e cannibalismo nel cartello progressista che appoggia Giani
Conferme o meno dell’amministrazione uscente, i malumori sono destinati a spostarsi all’interno della malconcia coalizione di centrosinistra con la conta dei voti di lista. Nel campo largo, mai davvero decollato, lo sport preferito è il cannibalismo. Fino all’ultimo risse interne e sgambetti tanto che in Toscana, come nelle altre regioni al voto, il centrosinistra non è riuscito a radunare su uno stesso palco tutti i leader della coalizione. I 5Stelle fino all’ultimo hanno fatto fatica ad appoggiare il governatore dem al quale facevano opposizione dal 2020. Poi, noblesse oblige, anche Conte si è unito alla compagnia di giro e hanno prevalso le ragioni dell’unità contro il governo Meloni e le ‘pericolose destra sovraniste”. Il peggio verrà dopo lo scrutinio. Nel 2020, Giani ha vinto con il 48,62% e oltre 8 punti di scarto sull’allora sfidante Susanna Ceccardi, della Lega. Allora l’affluenza fu del 62% oggi. Oggi molti toscani delusi dall’amministrazione dem sono rimasti a casa.