A nome del Senato
«Un piccolo rimedio a un atto ignobile»: La Russa porta fiori alla statua di Wojtyla, vandalizzata dai pro-Pal
Il presidente del Senato ha ricordato che Giovanni Paolo II «forse più di chiunque altro si è battuto per la pace contro le dittature». «L'atto di violenza che è stato perpetrato con la scritta ingiuriosa è fuori da ogni sentimento»
«Un piccolo rimedio a un atto ignobile». Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha definito il gesto simbolico che ha voluto compiere portando un mazzo di fiori alla statua di Giovanni Paolo II, vandalizzata durante la manifestazione pro-Pal con la scritta «fascista di m…».
La Russa porta fiori alla statua di Wojtyla vandalizzata dai pro-Pal
La Russa, che ha compiuto questo gesto «a nome di tutto il Senato», era accompagnato da una delegazione di senatori, tra i quali il capogruppo di FdI, Lucio Malan, e quello di FI, Maurizio Gasparri, ma ha informato tutti i capigruppo: «Alcuni son potuti venire, altri non hanno potuto, ma immagino che con il pensiero non siano contrari», ha spiegato. Il presidente ha deposto un mazzo di rose bianche ai piedi della statua e, insieme agli altri senatori, è rimasto qualche momento in raccoglimento davanti all’immagine del Papa che «forse più di chiunque altro – ha ricordato – si è battuto per la pace contro le dittature».
Un «atto di violenza» contro la memoria di un Papa che «forse più di chiunque altro si è battuto per la pace contro le dittature»
«Ritengo sia stato veramente fuori da ogni sentimento, da ogni logica, l’atto di violenza – perché tale è – che è stato perpetrato con la scritta ingiuriosa», ha proseguito il presidente del Senato, sottolineando che «quello nostro è invece un atto per l’amore, per la fede, per la vicinanza tra i popoli». «Mi auguro che questo piccolissimo gesto, che spero sia seguito da altri simili, sia un piccolo rimedio a un atto ignobile», ha concluso La Russa, ricordando anche la sua «particolare devozione» per Wojtyla, che «è un santo».
Già sabato, subito dopo la vandalizzazione, La Russa aveva unito la sua voce alle molte condanne che si erano levate. «In tanti anni ho visto e letto tante scritte ignobili, ma quanto successo alla statua eretta in memoria di Giovanni Paolo II va ben oltre ogni indecenza. Un oltraggio perpetrato ai danni di un grande uomo di fede che ha dedicato la sua vita al dialogo, alla libertà dei popoli e alla pace nel mondo. Un atto vile, offensivo e che denota solo la pochezza di chi lo ha commesso. Ai Carabinieri che hanno prontamente attivato le procedure per la rimozione della scritta, va la mia gratitudine», aveva scritto il presidente del Senato sui propri social.