CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Giandavide De Pau

Il killer di Prati

Uccise tre prostitute a Roma, il Pubblico ministero chiede l’ergastolo per Giandavide De Pau

Nella perizia psichiatrica, anticipata dal Secolo, è emersa la piena capacità di intendere e volere. La sentenza a metà novembre

Cronaca - di Paolo Cortese - 29 Ottobre 2025 alle 18:17

Carcere a vita e isolamento diurno per tre anni. E’ la richiesta della Procura di Roma per Giandavide De Pau , l’uomo accusato del triplice femminicidio avvenuto il 17 novembre del 2022 nel quartiere Prati. L’uomo uccise, accoltellandole, due cittadine cinesi e la 65enne, cittadina colombiana, Marta Castano Torres.

La richiesta e la premeditazione

Gli omicidi furono compiuti a distanza di poche ore in via Riboty e in via Durazzo. I corpi delle tre donne, così come emerso dall’indagine, vennero trafitti dalla lama in più punti. Una azione che per gli inquirenti venne pianificata da De Pau , in passato l’autista e uomo di fiducia di Michele Senese, esponente della malavita di stampo camorristico nella Capitale. Nei confronti dell’imputato viene contestato il triplice omicidio aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi e dalla premeditazione. Nelle scorse settimane era stata depositata (il Secolo ne diede la notizia in esclusiva) la perizia psichiatrica disposta dai giudici della Terza Corte di Assise di Roma che ha stabilito la capacità di intendere e volere al momento dei fatti. A consolidare l’aggravante della premeditazione ci sono anche i due video trovati sul suo cellulare che raccontano dei primi due omicidi.

Agli atti anche una serie di foto di telecamere presenti nella zona in cui confronta il killer, con il volto completamente travisato da una mascherina e cuffia in testa, mentre si dirige in via Durazzo teatro del terzo omicidio. La sentenza è attesa per metà novembre.

Per la difesa De Pau ha atrofie corticali

La difesa di De Pau contesta gli esiti della perizia. Il consulente di parte è Stefano Ferracuti, uno dei più importanti psicopatologi forensi italiani. Per i legali del killer, l’uomo, come evidenziato dalle risonanze effettuate, avrebbe una serie di atrofie corticali, prodotte dall’uso continuo di cocaina, che ne limiterebbero le capacità. Si punterà sulla seminfermità che eviterebbe all’ex autista di Michele Senese il carcere a vita. Per i periti della Corte, invece, la situazione neurologica sarebbe nella norma.

 

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Paolo Cortese - 29 Ottobre 2025