
Toscana al voto
Tranquillo week end di paura per la sinistra: il centrodestra sogna il ribaltone con Tomasi
Il giovane sindaco di Pistoia ha entusiasmato in campagna elettorale per le sue idee innovative, mentre il presidente uscente è più sopportato che amato dagli alleati
La Toscana torna al voto cinque anni dopo per eleggere il presidente della Regione. Da un lato Eugenio Giani, riconfermato con tante perplessità dal centrosinistra, dall’altro Alessandro Tomasi, giovane sindaco di Pistoia di FdI, risultato tra i primi cittadini più amati negli ultimi sondaggi. In lizza anche Antonella Bundu per la lista “Toscana Rossa”. Si vota domani dalle 8 alle 23 e lunedì dalle 8 alle 15. Una Regione che, come ha ricordato Giorgia Meloni, la sinistra governa da 55 anni, prima ancora che lei nascesse.
Si vince oltre il 40, possibile il voto disgiunto
Per evitare il ballottaggio, il primo tra gli eletti a presidente dovrà superare il 40%. Alle elezioni del 2020, Giani ottenne il 48% contro il 40 di Susanna Ceccardi. In Toscana è possibile il voto disgiunto: si può quindi votare per un candidato di una lista e per un presidente diverso. Obbligatorio, com’è noto, il voto di genere in caso di due preferenze.
Giani..bifronti
Eugenio Giani arriva alla candidatura dopo mesi di freddezza sia da parte di Elly Schlein, che avrebbe preferito un cambio, che dei Cinquestelle di Giuseppe Conte. Le sue posizioni politiche spesso contraddittorie hanno aperto polemiche con gli alleati. L’ultima volta è accaduto con il niet convinto alla presenza dei Cpr in Toscana, una posizione che ha scatenato le ira di Avs. Oltre ai tre partiti, Giani sarà sostenuto anche dalla Casa riformista che vede insieme Italia viva, +Europa, Psi, e Pri.
Tomasi, il volto nuovo
Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, è il volto nuovo di questa campagna elettorale. E’ appoggiato da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi moderati e da “È ora! Lista civica per Tomasi presidente”. Eletto sindaco di Pistoia (il primo di destra) il 2017, è stato riconfermato al primo turno cinque anni dopo, a riprova di un buongoverno apprezzato dai suoi concittadini.
L’incognita Bundu per la sinistra
Antonella Bundu, già consigliere comunale di Firenze, è la terza incomoda che potrebbe sottrarre consensi al centrosinistra. E’ appoggiata da Rifondazione Comunista e Potere al Polo, e le sue posizioni in questa campagna elettorale sono sembrate molto più coerenti rispetto a quelle del presidente uscente.
Una regione che ha perso smalto e la monocrazia di Giani
La Toscana nell’ultimo quinquennio con la presidenza Giani ha perso smalto. Nelle politiche industriali, in agricoltura, nelle dinamiche di sviluppo e di coesione. Il presidente uscente è stato spesso accusato di esercitare il suo ruolo in maniera assolutistica, senza tenere conto delle ragioni degli alleati. Non a caso Largo del Nazareno avrebbe preferito una soluzione diversa, mentre i Cinquestelle hanno tergiversato sottoponendo il loro si a una sofferta consultazione popolare. Insomma, Giani è più sopportato che amato dalla sua stessa coalizione. Alle elezioni del settembre del 2020 votò oltre il 62% degli aventi diritto, con un aumento di percentuale rispetto al 2015. Sono 3.007.106 gli elettori, quasi 22mila in più rispetto a cinque anni fa.
Una Regione sempre in mano alla sinistra
La Regione Toscana, dalla prima riforma elettorale del 1995, è l’unica insieme all’Emilia Romagna dove non c’è mai stato un ricambio politico. A governare è sempre stata e solo la sinistra. Nella prima Repubblica anche con giunte Pc-Psi. Un potere monolitico e finora mai scalfito. Un potere che si nutre di settarismo, chiuso nelle logiche dell’appartenenza politica, con una regione che ha risentito dell’assenza di un ricambio e di un’alternanza fisiologica.
La missione possibile
La campagna elettorale ha dimostrato che Alessandro Tomasi può vincere. E’ una missione resa possibile non solo dalle contraddizioni del suo avversario ma anche e soprattutto dalla forza della sua candidatura, apprezzata ben oltre i recinti del centrodestra. Diverse sono oggi le città toscane amministrate dal centrodestra in quella che era una regione roccaforte della sinistra.
Per quanto la Bundu possa avere un relativo successo è pressoché certo che uno dei due candidati supererà il 40%, evitando così lo scoglio del ballottaggio.
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