 
		Scontro in tv
Strana coincidenza? No, “tempismo sospetto”: Giordano smonta l’assalto giudiziario al ponte (video)
Mentre il governo porta avanti il mandato ricevuto dagli elettori con annesso programma, la sinistra militante interviene a orologeria su un dossier strategico per l'Italia
Poche ore dopo il voto in Senato che ha approvato la riforma della giustizia, aprendo la strada al prossimo referendum confermativo, il tema è finito immediatamente sul tavolo di Tagadà, la trasmissione di La7 condotta da Tiziana Panella. In studio, tra gli ospiti, l’esponente di Fratelli d’Italia e segretario generale dell’Ecr party Antonio Giordano, affiancato da Anna Ascani deputata del Pd, Luca Sommi del Fatto Quotidiano e Francesco Maria Del Vigo del Giornale. Un confronto acceso, che ha reso evidente la distanza tra chi difende la legittimità del voto e chi continua a cercare cavilli e obiezioni.
Riforma e ponte: un tempismo sinistro che fa discutere
Giordano ha subito messo in fila i fatti: a meno ventiquattro ore dell’approvazione della riforma della giustizia, la Corte dei Conti è intervenuta sul progetto del ponte sullo Stretto. Una tempistica che, ha osservato, non può non far riflettere. “La Corte dei Conti avrà anche fatto il suo lavoro, ma questi processi vanno aiutati e non bloccati. Queste procedure sono veramente complessissime, ormai non rispondono più solo alle leggi italiane, ma rispondono a un coacervo di collegamenti tra le leggi italiane e le leggi europee”.
Ha parlato di “tempismo sospetto”, segnalando come ogni passo avanti del governo venga accompagnato da una manovra giudiziaria o amministrativa che rallenta il processo politico. “Se invece di risolvere i problemi ci si dedica a cercare il pelo nell’uovo, il rischio è che il Paese si fermi”, ha detto.
Un Paese che scoraggia chi vuole investire
Ha ricordato poi alla collega del Partito democratico come il ponte sullo Stretto costi “un terzo di quello che è stato speso quest’anno per il Superbonus e un ottavo di quanto è costato in totale”, sottolineando che su quel fronte, stranamente, “la Corte dei Conti non ha avuto nulla da eccepire”. Una contraddizione che, per Giordano, mostra come il controllo dei conti rischi di diventare un’arma selettiva e politica.
La volontà popolare e la legittimità del voto
Quando la conduttrice ha provato infine a spostare il discorso sul concetto di “maggioranza degli italiani” favorevoli alla riforma, Giordano ha chiarito il principio democratico alla base della rappresentanza: “In democrazia ha ragione chi va a votare. Chi si astiene rinuncia a decidere, e la rappresentanza nasce da chi sceglie, non da chi resta a casa”.
Ha ricordato che il governo Meloni si è presentato con un programma che prevedeva quella riforma, e che gli elettori lo hanno approvato con il voto. Non è dunque una sorpresa, ma il rispetto di un mandato politico.
Il nervo scoperto della sinistra
La discussione ha mostrato con chiarezza l’imbarazzo della sinistra, costretta a difendere un sistema giudiziario che negli anni si è spesso trasformato in soggetto politico.
 
				