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Sindaco di sinistra eletto grazie ai voti del suo cane: le schede col nome “Thor” per i giudici sono valide

Il caso di Mario Mantovan

Sindaco di sinistra eletto grazie ai voti del suo cane: le schede col nome “Thor” per i giudici sono valide

Politica - di Robert Perdicchi - 14 Ottobre 2025 alle 15:08

Grazie Thor, avrebbe dovuto dire Mario Mantovan, più che grazie elettori: il sindaco di Porto Viro, comune veneto in provincia di Rovigo, salva la sua poltrona grazie al suo fedelissimo cane, immortalato in tante foto sui social. La Cassazione ha deciso che tre schede col nome dell’animale, “Thor”, vanno considerate valide e non devono essere annullate perché in qualche modo riconducono a lui e non sono da considerare un segno di riconoscimento delle stesse. Mantovan, eletto con la lista civica “Viva Porto Viro”,  pur essendosi sempre definito civico e indipendente dai partiti tradizionali, aveva incassato voti sia dal Pd che dal M5S, che ne avevano rivendicato pubblicamente la vittoria, collocandosi nell’alveo del centrosinistra e in contrapposizione al centrodestra. All’indomani della sua vittoria nella sua sede si erano affacciati per festeggiare la vittoria il segretario provinciale “dem” Angelo Zanellato e l’onorevole Nadia Romeo. Il candidato del centrodestra, Permunian, aveva fatto ricorso al Tar, che però gli ha dato torto su tutti gli argomenti. Eccetto uno, che non ha ritenuto di sua competenza: la presenza di Mantovan ai seggi nei giorni del voto: bisogna tenersi almeno a 200 metri di distanza dalle sezioni elettorali ma la questione è penale, secondo i giudici amministrativi.

Il sindaco e i voti validi del cane Thor

Dunque, secondo la quarta sezione del Tar del Veneto, le tre schede elettorali con scritto il nome del cane del sindaco sono valide e hanno contribuito per sette voti all’elezione del sindaco Mario Mantovan, a maggio. «Solo per completezza, il Collegio ritiene che la scritta Thor, asseritamente rinvenibile nello spazio riservato alle preferenze, in questo caso specifico possa giustificarsi ragionevolmente con cause diverse da quella della volontà dell’elettore di far identificare il suo consenso attribuito alla lista o al candidato. Difatti sia il controinteressato che il Comune hanno rilevato che il cane del candidato sindaco Mario Mantovan si chiama Thor». Secondo i giudici, «la documentazione dimessa in giudizio dall’amministrazione comunale emerge che l’animale domestico del candidato sindaco lo ha accompagnato nel corso della campagna elettorale, affiancandolo in varie iniziative pubbliche anche a sfondo ambientale ed essendo in buona mostra accanto all’immagine del suo padrone nello stesso profilo social utilizzato dal candidato e visionato da migliaia di follower».

E se votare Thor era il tentativo di far sapere a Mantovan di averlo sostenuto? Non per il Tar. «L’anomalia indicata non conduce a ritenere, in modo inoppugnabile, la volontà dell’elettore di farsi riconoscere, potendo trovare giustificazione nell’intento dell’elettore di dare univocamente il proprio voto al candidato sindaco e, o alla sua coalizione» scrivono i giudici.

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di Robert Perdicchi - 14 Ottobre 2025