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SILENZIO SINISTRA PACE GAZA

Pacifinti

Schlein, Conte, Salis e compagni muti sulla pace a Gaza: nella giornata storica fanno finta di nulla

Dal pacifismo militante al mutismo imbarazzato: quando la pace arriva davvero, nel campo progressista si preferisce tacere

Politica - di Alice Carrazza - 14 Ottobre 2025 alle 08:59

Mentre il mondo intero assisteva alla firma di un piano di pace storico, la sinistra italiana è rimasta muta. Non una parola, non un post, non un segnale di fumo da parte di Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Silvia Salis o Ilaria Salis. Tutti esponenti progressisti. Per la prima volta, perfettamente allineati nel più fragoroso silenzio politico dell’anno.

Il silenzio sinistro che parla più di mille parole

Il cosiddetto campo largo, che per anni ha sventolato bandiere arcobaleno e riempito le piazze al grido di “Stop alla guerra”, oggi si ritrae, quasi infastidito dal fatto che la pace sia arrivata. Ma una pace firmata da Donald Trump non rientra nei canoni ideologici della sinistra italiana. Meglio tacere, dunque, piuttosto che riconoscere una svolta storica che mette fine a un conflitto che loro stessi dicevano di voler fermare.

Altro che pacifisti solo pacifinti

Ci avevano abituato ai cortei, agli slogan e ai selfie con la colomba della pace. Oggi, però, di fronte a una firma che potrebbe realmente cambiare il destino del Medio Oriente, gli stessi protagonisti si sono improvvisamente scoperti senza voce. Il pacifismo, si direbbe, funziona solo se serve a colpire l’avversario di turno. Quando la pace arriva davvero – e per di più con la benedizione di uno come Trump – diventa un fastidio da nascondere.

L’imbarazzo dei media progressisti

A completare il quadro, l’imbarazzo dei giornali “di riferimento”. Il Fatto Quotidiano titola “Trump show per la pace”, la Repubblica replica con un identico “Il Trump show per la pace”. Devono essersi letti nel pensiero. La pace, per loro, non è mai una buona notizia se non arriva dalla parte “giusta”. Così, mentre il mondo intero guarda a Gaza con speranza, i media nostrani preferiscono ridurre un evento storico a un presunto spettacolo mediatico.

L’Italia in prima linea, ma senza il consenso morale della sinistra

Nelle foto ufficiali, Giorgia Meloni è lì: unica donna, unica europea, in prima fila. L’Italia torna protagonista dopo anni di irrilevanza. Eppure, dal fronte rosso, solo silenzio. Nessun riconoscimento, nessuna analisi, nessuna riflessione. Forse perché ammettere il merito significherebbe incrinare la narrazione secondo cui l’Italia guidata da Meloni sarebbe isolata e inaffidabile. E allora meglio fingere che nulla sia accaduto.

Un’occasione persa per la sinistra

La pace dovrebbe unire, non dividere. Ma la sinistra italiana ha perso un’occasione di grandezza, scegliendo la piccola politica al posto della coerenza morale. L’Italia ha fatto un passo avanti nel mondo, ma la sinistra ha deciso di restare ferma, incatenata ai propri pregiudizi. Così, mentre tutto il mondo guardava Gaza, il campo largo guardava altrove.

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di Alice Carrazza - 14 Ottobre 2025