
Parla László Dudog
Salis impunita, la rabbia di una vittima sfigurata della banda del martello: andrò davanti all’Europarlamento
Lui si chiama László Dudog, è un musicista rock noto negli ambienti di destra ungheresi, conosciuto come Zio Csöpi. La sua foto del volto devastato dopo l’aggressione subita a Budapest dalla banda del martello, ha fatto il giro del web. Nei quattro agguati messi a segno dalla Banda del Martello a Budapest tra il 9 e il 10 febbraio del 2023 rimasero ferite almeno 9 persone. Tra queste, Dudog era uno dei più gravi: assieme a lui gli antifascisti accoltellarono anche la fidanzata.
Il 61enne militante di destra ungherese è ancora incredulo per la decisione dell’Europarlamento che ha concesso l’impunità a Ilaria Salis, che in quei giorni era a Budapest e che secondo le accuse della polizia ungherese ha partecipato ad alcuni raid della banda degli antifascisti tedeschi, in trasferta in Ungheria.
La rabbia di Dudog: “Non verrà mai fatta giustizia”
Le ferite racconta alla Verità, «mi hanno accompagnato per mesi. Mi hanno disintegrato lo zigomo e ancora oggi, a distanza di un anno e mezzo, non riesco a sentire il lato sinistro del volto». «Farò qualcosa e mi precipiterò al Parlamento europeo. Non sono d’accordo con questa decisione». Quando gli chiediamo cosa pensa della Salis, che ha parlato di vittoria dell’antifascismo, Dudog risponde in modo secco: «Non ho parole». Teme che questo caso non arriverà mai realmente a una fine e, sostiene, non verrà mai fatta giustizia. «A dire il vero, purtroppo non credo che gli antifa che hanno aggredito me, la mia ragazza e le altre persone in Ungheria riceveranno una punizione severa. Ritengo che il mio caso, e anche quello degli altri, dovrebbe essere considerato come tentato omicidio».
Continua il processo a una delle compagne di Ilaria Salis: rischia 24 anni di carcere
Sul fronte degli altri imputati che non godono della stessa immunità di Ilaria Salis, il processo a carico della cittadina tedesca Maja T. a Budapest è stato rinviato a gennaio 2026. Il giudice József Sós ha fissato le nuove udienze per il 14, 16, 19 e 22 gennaio, ha confermato un legale dell’imputata all’agenzia Dpa. Al momento, non si intravede ancora una data per la sentenza, e il procedimento resta fortemente carico di tensioni politiche. Maja T., persona non binaria, è accusata di lesioni personali per presunti attacchi contro esponenti di estrema destra avvenuti nel febbraio 2023 nella capitale ungherese, insieme a membri del gruppo tedesco ‘Hammerbande‘. Finora non ha rilasciato dichiarazioni sulle accuse. In caso di condanna, rischia fino a 24 anni di carcere.
La banda del martello: 9 vittime in pochi giorni
Nel giugno 2024, dopo l’arresto avvenuto a Berlino nel dicembre precedente, Maja T. è stata estradata in Ungheria, nonostante una decisione del Tribunale costituzionale tedesco che avrebbe dovuto impedirlo — provvedimento arrivato però con pochi minuti di ritardo. Da allora, diversi politici e attivisti in Germania chiedono il suo rimpatrio.
Il video di una delle aggressioni
Nello stesso contesto di proteste e arresti a Budapest era stata fermato proprio Ilaria Salis. Durante la detenzione, Maja T. ha denunciato condizioni carcerarie difficili e nel giugno scorso ha intrapreso un sciopero della fame di circa 40 giorni. L’imputata accusa inoltre il giudice di non garantire un processo equo.